Ancora sulle diagnosi di autismo negli adulti

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Sembra esserci una corsa, negli ultimi anni, a mettere l'etichetta diagnostica di autismo a un numero sempre maggiore di adulti. Ne parliamo spesso, come di un effetto paradossale della caccia all'autismo che dilaga in tutto il mondo, quasi una moderna mania di caccia grossa, meno pericolosa e complicata dei safari di un tempo.
Cosa resa possibile, come è noto, dal cambiamento dei criteri diagnostici e dei metodi di valutazione, affidati a test che possono essere anche fai-da-te.
Un ennesimo esempio in questo articolo divulgativo sulla situazione in inghilterra
. https://www.spectrumnews.org/news/new-estimate-suggests-most-autistic-ad...

Vi si legge che secondo stime recenti la maggior parte degli autistici adulti, o degli adulti autistici, mancherebbero di una diagnosi formale. L' articolo lamenta che non avere l'etichetta (sic!) può significare avere meno supporti e minori possibilità di adattamento di quanto si potrebbe aver bisogno.
In sintesi, dice infine l'articolo, l'utilità di ricevere la diagnosi nell'età adulta, se non ricevuta prima, consiste nel fatto che questa può aiutare una persona a ri-narrare, a crearsi una nuova 'narrativa', come è di moda dire oggi in certi ambienti, di quella che spesso è una storia di vita di una lunga collezione di esperienze difficili. Quindi non sarebbero le esperienze difficili o traumatiche ad averci complicato la vita, ma solo i nostri cromosomi... Alla volontà di Dio la Scienza moderna sostituisce la volontà dei Cromosomi. Tutto è scritto.

Mi sembra più chiaro che in altri scritti che quindi gli scopi principali di questa nuova moda di etichettare tutti non siano in sé scientifici, ma utilitaristici ( senza etichetta non si ottengono servizi e aiuti) o addirittura autoconsolatori (crearsi una nuova storia della propria vita e dei motivi dei fallimenti e delle difficoltà incontrate eliminando possibilità di colpe, individuali o familiari o sociali o politiche).

Chissà come sarà la società quando tutti avremo la nostra etichetta che ci inquadrerà per bene nelle nostre capacità e incapacità senza chiamare in causa società e condizioni sociali, economiche, ambientali ma solo il nostro corredo genetico.
Un'anticipazione si può leggere forse nell'ormai centenario libro Il nuovo Mondo, di A.Huxley, che consiglierei agli aficionados del mondo dell'Autismo.

Commenti

Dottore riesce sempre a centrare il punto principale di ogni cosa. Complimenti

Grazie

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