sintomi simil-autistici come manifestazioni di Stress Evolutivo (commento a R.C Russo)

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Commento alla presentazione di R C Russo

Valutazione dell’organizzazione psichica nella fascia 12-36 mesi in situazioni di stress psicofisico. Diagnosi differenziale con le sindromi di tipo autistico
( messa cortesemente a disposizione dall’autore e citata ampiamente nel testo seguente, col permesso dell'autore)

Il neuropsichiatra infantile milanese dott Roberto Carlo Russo, nel convegno AUT- Non Aut tenutosi a Milano il 23 settembre 2022, propone di “rivedere l’impostazione delle sindromi autistiche in una ottica di significato evolutivo diversa rispetto alle classificazioni ICD10 e DSM5” , che invece vedono il disturbo autistico (oggi in forma di spettro per cercare di contenerne l’estrema variabilità) come una condizione fissa, stabilita una volta per tutte, tale che chi ha una diagnosi se la porta dietro tutta la vita, come sanno le famiglie che sono passate dai centri dove diagnosticano l’autismo e i suoi spettri.

In base alla sue esperienza e alla casistica che presenta al Convegno, Russo propone quindi di separare dai disturbi dello Spettro autistico alcune manifestazioni sintomatiche che vengono oggi comunemente osservate nei bambini nella fascia di età fra i 12 e i 36 mesi, simili a quelle diagnosticate oggi come disturbi dello spettro autistico, ma considerabili invece espressione di uno Stress Evolutivo collegabile a situazioni ed eventi diversi che intervengono o sono intervenuti nella vita del bambino, potenzialmente transitori e a prognosi positiva.

L’importanza di separare queste situazioni da quelle considerate nello spettro autistico sta nella estrema differenza nelle indicazioni terapeutiche e nella prognosi, oltre che nelle cause che sarebbero più ambientali che genetiche, a differenza da quelle dello spettro che sono considerate strettamente genetiche, pur se si comincia a considerare l’importanza di cofattori ambientali.
Questa proposta mi vede estremamente d’accordo, come è evidente dai miei scritti degli ultimi anni, fra cui il libro "La Bolla DellAutismo" e la mia proposta di cambiare approccio alle difficoltà evolutive dei bambini e di porre una Moratoria nelle diagnosi di autismo prima di una certa età.

Il punto chiave della proposta di Russo è a mio avviso il concetto di Stress Evolutivo, inteso come

“uno stress psico-fisico di varia origine causato da fattori diversi, quali: ricoveri con assenza della madre, cambio della struttura familiare, lutti, inadeguate situazioni sociali, repentini inserimenti in nuove culture, seria inadeguatezza alle condizioni di vita, carenze funzionali di alcune competenze neurologiche essenziali per l’evoluzione, improvvise carenze affettive, precoci bi-trilinguismi, uso precoce e prolungato di virtuale (video), maltrattamenti,“.

Si tratta di fattori ambientali, ampiamente riconosciuti nella letteratura scientifica come possibile causa di alterazioni dello sviluppo psichico e anche della salute psichica e fisica nell’età adulta. L’effetto dei traumi ambientali è stato dimostrato (ricerche di Zeanah e coll su dati RMN in casi di abusi in età infantile), ma fino ad ora questi non sono mai stati associati ai comportamenti autistici, quasi per un gentlement agreement fra ricercatori in campi diversi di non disturbarsi vicendevolmente.

Tali situazioni di stress evolutivo, scrive Russo, “possono provocare nel bambino di 12-30 mesi una (reazione) comportamentale caratteristica sostenuta da una realtà vissuta confusiva e disorientante per l’incapacità di reperire una via di sviluppo della propria carica evolutiva”.
In tali situazioni, indipendentemente dalla genesi, “il bambino può trovarsi nella difficoltà di continuare il percorso evolutivo adeguato, rimanendo in attesa degli input evolutivi di orientamento da parte dei modelli (genitoriali)”. Intendo che il bambino viene a trovarsi, a causa dello stress evolutivo, in una situazione di confusione dove perde i punti di riferimento abituali nel suo ambiente e finisce per incorrere in un arresto del suo sviluppo, talora addirittura in una regressione delle sue capacità."

“In questa attesa - continua Russo -il bambino attiva un comportamento di compenso con caratteristiche che facilmente possono essere identificabili in una sintomatologia di tipo autistico. Con facilità si instaura una alterazione della comunicazione legata al disagio evolutivo: (si può osservare) arresto dello sviluppo, tendenza alla regressione, momenti d’isolamento, scariche motorie afinalistiche, auto stimolazioni sensoriali, ripetitività di attività gratificanti, a volte completo o parziale disinteresse verso l’altro, altre volte permanenza della ricerca affettiva con modalità particolari, scarso interesse per il nutrimento o tendenza alla selettività dei cibi, intolleranza alle frustrazioni, oppositività o presenza di manifestazioni etero o auto aggressive.”

Sono sintomi legati a una “limitazione della spinta evolutiva (...) ma la sintomatologia può essere diversa a seconda delle caratteristiche del bambino, dei modelli familiari e degli eventi negativi; i sintomi possono essere variamente tra loro combinati, ma chiaramente significativi di malessere."

Il nocciolo del problema sembra essere "il disturbo della comunicazione con l’altro e con la realtà oggettiva, (...) . Questo disturbo della comunicazione può essere inteso come una porta che si apre o si chiude all’altro a seconda della disponibilità recettiva dell’ambiente ai suoi reali bisogni, in casi gravi questa porta resta chiusa. La comunicazione è possibile in quelle particolari situazioni nelle quali lo stato emozionale è sintonico tra chi lo invia e chi lo riceve."

"Nel periodo del secondo anno di vita la problematica evolutiva non si definisce subito come un disturbo eccessivamente strutturato, è ancora suscettibile una risoluzione del problema se vengono riconosciute le cause che l’hanno determinato e se queste vengono affrontate con specifiche competenze (terapia del bambino e sostegno genitoriale). In alcuni casi, se il disturbo non presenta segnali di eccessiva gravità e viene realizzato l’intervento precoce rispetto all’insorgenza dei sintomi, si ottengono buoni risultati anche solo con un adeguato supporto parentale."

"La risposta del bambino allo stress evolutivo è un comportamento caratterizzato da "specifici segnali di allarme simili al comportamento autistico: parziale distacco dai modelli genitoriali, isolamento sociale, sospensione delle competenze acquisite, presenza di attività atipiche che sembrano avere lo scopo di mantenere attiva la potenzialità vitale, forse di esprimere il messaggio di allarme per la gravità della situazione e attendere così un indirizzo evolutivo da parte dei modelli evolutivi."

"È in questa situazione che il bambino ... attiva un comportamento di tipo autistico che facilmente può essere identificabile in una sintomatologia di tipo autistica.
In seguito, se permangono le carenze che hanno determinato la situazione stressante, la sintomatologia può permanere e definirsi come sindrome autistica"

Mi sembra che il lavoro di R.C,Russo abbia molto in comune con il mio articolo sullo 'pseudo-autismo', o 'Difficolta diSviluppo Reattiva Transitoria' e concordo con tanti aspetti, dall'importanza assegnata ai fattori ambientali nel determinismo di questa condizione, alla diversità di indicazioni terapeutiche, rivolte prima di tutto ai genitori e non obbligatoriamente al bambino, alla prognosi positiva se lo stress evolutivo viene attenuato in tempi abbastanza rapidi.
È essenziale a mio avviso l'individuazione del termine "Stress Evolutivo" nel sintetizzare i fattori patogenetici in causa in situazioni ambientali traumatiche o non favorevoli allo sviluppo, che possono essere modificati da interventi ambientali correttivi di tali situazioni, permettendo così la ripresa dello sviluppo.

Unito alle indicazioni terapeutiche del "gioco libero autogestito" (Tribulato), e del 'Guardami Giocare' (Wakelin), il concetto di Stress Evolutivo e l'ipotesi diagnostica di 'pseudoautismo', ci forniscono gli strumenti con cui oggi si può modificare la sorte di tanti bambini e famiglie cadute o a rischio di cadere nella trappola dello Spettro Autistico.

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.