Comunicazione e linguaggio

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

La comunicazione e lo scambio di contenuti mentali, desideri, richieste, bisogni, stati d'animo comincia ben prima dell'uso delle parole e questa comunicazione pre-verbale deve stabilirsi in modo sicuro perché parta il linguaggio verbale.

L'osservazione ci mostra che nel bambino c'è una vita mentale e dei contenuti mentali, dei pensieri iniziali, proto-pensieri, oltre a desideri, rifiuti, volontà, emozioni, sentimenti, molto prima che ci sia il linguaggio verbale con cui siamo abituati a pensare che siano espressi.
Si può dire quindi che nel rapporto col bambino è più importante capirsi senza parole, le parole seguiranno.

Quando è stabilita una comunicazione piena non verbale, poi un po' alla volta c'è la scoperta dell'utilità delle parole, da parte del bambino, attento alle parole dei grandi, e a un certo punto comincia a imitarli spontaneamente.

Per così dire è come nella realtà con le ferrovie e i treni. Prima vengono posati i binari, poi i treni vengono messi nella rete ferroviaria. I vagoni-parole e i treni-discorsi possono circolare solo quando i binari - canali di comunicazione sono stati piazzati e si è costituita una rete fra varie stazioni-persone.

Pertanto in un bambino con ritardo del linguaggio è più importante badare alla rete esistente fatta di comunicazioni non verbali, che per così dire hanno gettato i binari fra le persone, che non alle parole che dice. E se questa rete di comunicazioni è inesistente o poco sviluppata, è importante crearla e amplificarla.

È più importante capirlo e che lui si senta capito, che non fargli ripetere le parole, come molti fanno, bombardandolo di parole. Quando sarà interessato a imparare le parole, sarà lui stesso a ripetere le parole che vengono dette, spontaneamente

Ma prima lui deve essere sicuro che è ascoltato e capito, cioè che la comunicazione c'è, per così dire che c'è la connessione, la linea, e quindi si può usarla. Quando la connessione non è sicura, anche noi spesso rinunciamo a parlare. Lo vediamo nella nostra esperienza con le comunicazioni mediante i moderni strumenti tecnologici, telefoni, videotelefono, ecc.

Prima il bambino deve vivere l'esperienza di un contatto, una connessione sicura con qualcuno che lo capisce e gli risponde, poi comincerà a utilizzare le parole, verso cui a una certa età mostra un interesse crescente imparandole sempre più rapidamente dalle persone intorno. È la fase dello sboccio del linguaggio, che in media avviene verso i due anni e mezzo, come si dice, ma ha dei limiti della norma molto ampi, anche in base all'esperienza del bambino.

La connessione preliminare senza parole e' empatica, telepatica, si potrebbe dire, e solo dopo si comincia a parlare e il linguaggio si sviluppa, spontaneamente.
Bisogna quindi badare prima di tutto a capirsi senza parole, a essere sicuri che la connessione sia stabilita.

E’ come se poi le parole arrivassero rapidamente come vagoni di un treno che si forma sui binari già preparati. Già prima erano aperti canali di comunicazione, a gesti, sguardi, cenni, intuiti, suoni iniziali, e c’era una vivace comunicazione non verbale che ora rapidamente si riempie di parole, che si aggiungono come nei canali già predisposti… parole che il bimbo ascolta nell'ambiente e cerca di imitare ma anche spesso inventa da sé, con suoni cui attribuisce un significato e che l'ambiente riconosce e a cui risponde. È un linguaggio privato che solo pochi familiari imparano a conoscere, all'inizio.
Quindi si può dire quasi che dapprima sono gli adulti ad imparare il linguaggio del bambino e capire le sue comunicazioni , e poi via via sarà il bambino a imparare il linguaggio degli adulti, dall'esperienza giornaliera.
NON OCCORRE INSEGNARGLI! Anzi insegnandogli si rischia di annoiarlo e deluderlo e stressarlo e dissuaderlo dal parlare.

Direi che quando la connessione è stabilita, quando ci sono i canali di contatto, i binari, e c’è stata l’esperienza di comunicazione per via gestuale, di sguardi, segnali, ecc, e il bambino ha voglia di comunicare, basata sull’esperienza di essere in contatto e avere piacere del rapporto e di collaborare e condividere esperienze, e di avere attenzione e risposte, le parole seguono come vagoni che vengono avviati ai binari già esistenti, e il linguaggio verbale sboccia e fiorisce spontaneamente, e lunghi treni di parole e frasi cominciano a viaggiare sulle ferrovie linguistiche…

Nel nostro caso i vagoni sono all’inizio accennati e imperfetti, ma miracolosamente nell’uso si perfezionano da sé… Cioè i suoni all’inizio somigliano solo lontanamente alle parole che imitano, ma si perfezionano sempre più con la pratica e lo scambio verbale. Da cui l'osservazione che è più importante che ci siano i vagoni suoni parole, più che come sono fatti, se perfetti o meno. E’ più importante che circolino, che viaggino sui binari della comunicazione, non come sono fatti, se sono corretti, perfetti o no, ma magari su binari morti.
Non correggete la pronuncia, ma semplicemente ascoltateli, capiteli e rispondete loro!
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Tornando allo sviluppo, direi che il neonato "si sveglia" all'ambiente verso i 3, 4 mesi - anche se anche i primissimi mesi sono importanti, come si sa - ed è da questo momento che l'effetto dell'ambiente può creare grandi differenze nello sviluppo. Anche il primo periodo, certo, ma io concentrero' l'attenzione dai 5 mesi ai due anni, da quando il bebè fa in pratica il suo ingresso in società, potremmo dire. Questo si nota di più quando il bambino ha già un fratellino più grande, e una società familiare già con almeno tre persone, ora che le famiglie allargate non si vedono quasi più.
Nei primi cinque sei mesi il bambino dorme per la maggior parte del tempo. Per un'altra parte è impegnato a mangiare ( in cui fa anche l'importante esperienza del contatto con la mamma, che è stato ampiamente valorizzato e discusso in psicologia) e solo per una minima parte è sveglio e libero da impegni, per così dire. In questi momenti la sua attenzione è volta all'ambiente intorno a lui, persone, oggetti, spazi.

Dal quinto sesto mese dunque il bambino comincia ad avere più tempo per interessarsi all'ambiente intorno a lui e qui le condizioni in cui sta possono essere molto diverse.
In condizioni ottimali il bambino comincia a fare esperienza di spostarsi nello spazio, se viene tenuto libero di farlo, ad esempio su un materassino o un tappeto sul pavimento, prono e supino, scopre che può rotolare e a un certo punto che può stare seduto in modo autonomo. E a questo punto cambia la visuale, prende gli oggetti vicini, poi mira a quelli lontani,. E così via. Lo sviluppo motorio e psichico fa dei progressivi balzi in avanti, come è noto e come è estremamente affascinante poter osservare da vicino.
Un bambino non lasciato libero di muoversi e di sperimentare, tenuto troppo fermo o in un ambiente poco vario, con pochi stimoli ambientali, mostrerà uno sviluppo più lento, proprio per la mancanza di esercizio e allenamento.

Fra gli stimoli ambientali è essenziale la presenza di persone e l'attenzione che queste gli riservano.
Già dai primi mesi si inizia una prima comunicazione basata sulla espressioni di segnali e comportamenti che acquistano significato per chi lo conosce. Disagio fisico, fame sonno ma anche interesse e curiosità.
Il bambino segue con lo sguardo la persona che si muove, gli oggetti. E mostra segni di riconoscimento. Aspettativa. Desiderio. Ad esempio del seno o del biberon o altro oggetto.

Se le sue manifestazioni sono osservate e raccolte dalle persone intorno e ottengono una risposta, si crea una comunicazione, il bambino fa esperienza che le sue manifestazioni ottengono delle risposte e si avvia progressivamente un dialogo con le persone.

Quello che si crea è un significato condiviso, e si rafforza l'esperienza che le manifestazioni del bimbo, prima vaghe e indifferenziate, poi via via più specifiche, contengono un significato che qualcuno capisce e c'è una risposta.
C'è l'idea di un contenitore che contiene un significato, e nasce qui la vita mentale.
La mente è qualcosa che contiene emozioni, stati d'animo, sensazioni, ecc, e può essere contenuto in qualcos'altro, come un messaggio nella bottiglia. Si sviluppa l'esperienza che qualcuno ha chiamato di contenitore/ contenuto, o anche di significante/significato che sarà fondamentale per lo sviluppo del linguaggio e del pensiero e per tutta la vita vita mentale.

Le risposte di attenzione, intervento, ecc, creano il senso che c'è qualche altro oggetto che può ricevere il messaggio e rispondere. Cioè c'è un'altra mente che riceve e risponde e contiene delle cose.
Si crea una comunicazione fra due menti.

Ovviamente se invece di persone attente e responsive si trova di fronte alla televisione o lasciato da solo o non gli viene risposto, il bambino fa un'esperienza diversa, di qualcosa che può vedere ma che non interagisce con lui.
Le esperienze nell'ambiente possono essere molto diverse, alcune possono essere stimolanti per lo sviluppo. Altre meno.
Il bambino può reagire, a lungo andare, diminuendo il suo interesse per il mondo intorno a lui e concentrandolo su poche cose a sua disposizione e sotto il suo controllo. Stanno aumentando le ricerche che segnalano come l'uso di TV e altri schermi nei primissimi anni si associano frequentemente con ritardi evolutivi e disturbi anche gravi.

Se l'esperienza del bambino con l'ambiente è 'abbastanza buona', dando per scontato che la perfezione è impossibile, lo sviluppo del bambino avviene in maniera adeguata.

Recentemente sta tornando ad avere visibilità, diciamo così, la ricerca sulle esperienze negative nell'infanzia, Adverse Child Experiences, e l'ambiente sta ritrovando la sua importanza nello sviluppo del bambino.

Ci torneremo in un altro articolo.

Opus in fieri....

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.