la crisi dei fondamenti della psichiatria (e della neuropsichiatria infantile)

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

In questo articolo cerchiamo di domandarci cosa succede o potrà succedere nei prossimi tempi alla neuropsichiatria infantile, a confronto con quanto sta succedendo alla psichiatria degli adulti.

Un recente articolo su World Psychiatry 2022 di Jerome C. Wakefield, (Klerman's “credo” reconsidered: neo‐Kraepelinianism, Spitzer's views, and what we can learn from the past)
fa luce sulla storia degli ultimi 40 anni della psichiatria, e mette in evidenza la crisi che il modello prevalente medico-biologico, cosiddetto neo-kraepeliniano, che fa capo al DSM3 e seguenti, sta attraversando e i suoi motivi. Anche nella psichiatria italiana tira un’aria di crisi aperta, e vari articoli ne discutono i motivi. Ad esempio Massimiliano Aragona, che sembra anticipare i tempi con questo articolo del 2014.
Ad essere in crisi è il modello medico della psichiatria che ha imposto ovunque negli ultimi anni la sua fede nell’esistenza di cause biologiche-genetiche per ogni disturbo mentale, rifiutando la possibilità di fattori umani, psicologici ed ambientali. A parlare di ‘fede’ fu lo stesso propugnatore di quel modello, che stabiliva un ‘credo’ basato su 9 comandamenti, in pratica, su cui torneremo. Forse aveva evitato di elencarne 10 per non incorrere in qualche dubbio sul suo stato mentale…
Lo scopo di questo modello biomedico della psichiatria, di trovare le prove scientifiche delle cause biologiche delle malattie mentali e le terapie mediche conseguenti, è clamorosamente fallito, e da molte parti si tentano strade alternative.
Assistiamo infatti a una ripresa di respiro e di coraggio delle posizioni psicoanalitiche che erano state messe a mal partito dall’attacco concentrico della psichiatria biologica e della psicologia comportamentista, ed a un ritorno di fiamma di posizioni psichiatriche bio-psico-sociali che vedono la presenza di fattori psicologici ed ambientali come fattori in causa nel sorgere dei cosiddetti disturbi mentali.

Invece nella neuropsichiatria infantile per ora nulla sembra muoversi, specialmente in quella italiana. All’estero già da tempo si vedono avvisaglie di una possibile crisi, sia nelle critiche crescenti alle diagnosi, ai criteri e ai metodi di cui abbiamo più volte parlato, sia nel ritorno di studi e ricerche sugli effetti delle esperienze ambientali negative sullo sviluppo mentale, su cui anche abbiamo scritto varie cose. Domina però tuttora incontrastato o quasi il modello per cui tutti i cosiddetti disturbi del neuro-sviluppo, dall’autismo all’iperattività ai disturbi del linguaggio e dell'apprendimento, a quelli del comportamento, ecc., sarebbero dovuti a cause biologiche che portano a malfunzionamenti vari del cervello. Anche qui si tratta di una ‘fede’, perché non sono state prodotte prove scientifiche valide delle loro tesi.
E’ da pensare probabilmente che il campo della psichiatria infantile sconti un ritardo di tipo scientifico, epistemologico e culturale rispetto alla psichiatria e che gli effetti della crisi dei fondamenti della psichiatria ben presto verranno risentiti anche nella neuropsichiatria infantile. D’altronde anche il modello biomedico aveva tardato a imporsi in Italia fino almeno agli anni 90, mentre all’estero si era imposto almeno già da un decennio.
Per quanto sopra è probabile che nei prossimi tempi il modello dominante dei disturbi del neurosviluppo vedrà manifestarsi una crisi dei suoi fondamenti teorici e pratici e che assisteremo a dei cambiamenti anche nel sistema assistenziale sia a livello di usl che di centri privati.
Sarà bene però che le posizioni che in questi anni hanno sostenuto visioni alternative vengano allo scoperto e aumentino le proprie critiche e le proposte di cambiamento nelle politiche assistenziali.

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.