Non mi segue più con lo sguardo

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Gent. mo dott. Benedetti,
ho un bimbo di quasi 5 mesi per il quale sono piuttosto preoccupata. Sin dalla nascita ha mostrato il suo caratterino un po piagnucolone. A qualche giorno dalla nascita ho iniziato ad allattarlo artificialmente perché sopraggiunto ittero (che tuttavia non ha necessitato di fototerapia) in quanto io non avevo latte e il bimbo non si alimentava. Sin da subito ha iniziato a soffrire di rigurgiti sia subito dopo mangiato che nelle ore seguenti. Verso i due mesi ha iniziato a sorridere anche se spesso come siamo soliti scherzare i suoi sorrisi sono pochi o appena accennati, di quelli che non danno soddisfazione e ha iniziato a seguirmi con lo sguardo. Di notte, se tralasciamo qualche riaveglio da fame o perdita del ciuccio, dorme senza problemi nellasua culletta mentre di giorno si addormenta a fatica e in braccio e spesso se lo metto poi nella culla si sveglia. Ogni risveglio è un pianto. È un bambino che quando è in un posto nuovo però guarda a destra, sinistra per scrutare tutto, spesso fa cosi anche con le persone nuove e adoro gli alberi. Da un mesetto a questa parte ho notato che ormai non mi segue piu con lo sguardo, mi guarda certamente e anche negli occhi ma è come se si distraesse facilmente. Ha sostituito il suo piangere con un lamento continuo come se spingesse con la gola ma che dura praticamente tutto il giorno. I suoi sorrisi stentati, il fatto che non segua piu il mio sguardo e mi guardi meno mentre segue benissimo gli oggetti in movimento, il fatto che sia sempre nervoso e spesso quando si innervosisce fa il gesto di tirarsi la maglietta o aprire e chiudere le dita, che tutt'ora quando avvicino un cucchiaino non apre la bocca che invece apre anche a sol vedere il biberon, il fatto che se lo meto di fronte a me spesso come postura della testa è inclinata a sinistra, il fatto di aver vissuto male la gravidanza perché non sentivo bene i movimenti fetali e il grave deficit di vitamina D mi hanno generato l'ansia da "autismo" e come potrà immaginare mi è stato detto dal pediatra, dalla famiglia e da mio marito di placare le mie ansie perché i tempi sono prematuri per qualunque ipotesi ma io ormai non guardo più mio figlio con amore ma per studiarlo. Vorrei, se possibile, essere consigliata su come comportarmi col bambino, che passi fare. La ringrazio di cuore

Commenti

Perdoni dottore, rileggendo meglio il post mi rendo conto di essere stata molto imprecisa. Per quanto concerne il non seguire più con lo sguardo intendo che non segue più i movimenti del mio volto nello spazio ad es. Se sposto la testa o mi muovo nella stanza. Inoltre quando ci guardiamo negli occhi magari dopo pochi secondi sposta altrove lo sguardo anche se magari sto cantando una canzoncina o cmq stiamo giocando. Gli oggetti invece li segue perfettamente

Giacche ancora non ha letto ne approfitto per un paio di dettagli altri.. Il bambino non è mai stato particolarmente legato a me ma molto più al padre pur prendendomene cura io a tempopieno. Ultimamente ho notato che si incanta a guardare le luci, gli alberi e si incanta ad alcuni rumori come aspirapolvere o spazzolino elettrico. Quando sente la mia voce, quando lo chiamo anche con nomignoli a volte si gira, a volte no. Se invece sente una voce nuova si gira immediatamente. Ultimamente è meno attratto anche dal padre ma è piu attratto dalla zia. Ha sempre preferito stare in braccio o quando lo metteva sul fasciatoio o piangeva o aspetava che giocassimo assieme ma da qualche giorno nulla di cio anzi, se è nel passeggino coi suoi giochi e dopo tentativi riesco a catturare la sua attenzione, questa dopo pochissimi istanti svanisce e ritorna sui giochi. Ormai nella palestrina o sul passeggino ci passerebbe ore. Sono amareggiata e preparata al peggio. Il momento bello è quando per addormentarsi devo prenderlo in braccio o abbracciarlo di fianco a me se nel cuore della notte. Scusi per il "bombardamento" ma la situazione mi rende così triste..

Ho l'impressione che Lei sia molto in ansia e che quest'ansia possa disturbare il suo rapporto col figlio. I bambini anche piccoli si accorgono, anche se non consapevolmente, di come vengono trattati e gestiti e se lo sono in maniera ansiosa possono anche cercare di distogliersi dalla fonte dell'ansia. Per cui Lei può forse vedere degli aspetti di difficoltà non tanto del bambino, ma del rapporto madre-bimbo. Per così dire se una comunicazione telefonica non funziona bene, il problema può essere a vari livelli, in uno dei ricevitori o nell'altro, sul filo, o nella trasmissione via etere, ecc. Stessa cosa una comunicazione fra bambino e adulto. Mi mandi magari per email dei filmati in cui si veda la mamma col bambino, e poi il padre, ecc.
Farebbe bene a non pensare all'autismo, che a mio avviso non esiste in sè, è un grave errore, a livello di superstizione, quasi attribuire le disgrazie al diavolo. Pensi invece se c'è qualcosa che non va abbastanza bene nel modo di gestire e organizzare la situazione intorno al bambino.

Vero, sono parecchio in ansia e certamente non giova al rapporto ma è anche oggettivamente vero che ad esempio il bambino "fissa il suo sguardo" su quello che a me sembra il nulla e pur volendo richiamare l'attenzione parlandogli non ci riesco, vero è anche che il suo guardarci è più fugace, vero è anche che ad es. al rumore di un fulmine caduto non ha fatto una piega. Appena possibile le invierò dei video. Grazie per l'attenzione

Dottore perdoni se la disturbo nuovamente. Siamo venuti qualche giorno dai nonni materni per staccare. Si è avvicina o il nonno che non vede da 15 gg e lui ha iniziato a piangere e piangeva ogni volta che si avvicinava e mettendolo allo specchio per guardarsi e girava continuamente la testa. A prescindere dalle etichette che non amo ma che utilizzo per riassumere la situazione.. Possibile che un bambino che non ha ancora 4 mesi possa manifestare tutti questi comportamenti che vengono "associati" all'autismo?

L'età del bambino è 4 mesi e 3 settimane e non "quasi quattro mesi" come riportato. Grazie

Ci sono tanti motivi per cui un bambino di neanche 5 mesi piange in simili situazioni. Lasci perdere le 'associazioni' all'autismo: non hanno senso. Cerchi di liberarsene e di capire il bambino e i suoi motivi sul momento, non di pensare a diagnosi assurde. Ne va dello sviluppo del vostro rapporto, che ora è la cosa più importante.

Siamo andati a trovare dei bambini e il mio piccolo anziché giocare con loro era attratto dal nulla o da oggetti colorati. Molte volte ormai se lo chiamo non si gira e se ha un oggetto in mano non esiste per nessuno. Infine molte volte provo a parlargli faccia a faccia ed il suo sguardo è perso, come se fossi trasparente e lo fa anche con gli altri. Per aiutarmi a gestire l'ansia ho preso appuntamento con una psicoterapeuta ma ora che anche in famiglia hanno notato tutto ciò cosa dovrei pensare e come dovrei agire? Grazie ancora

Temo che il bambino risenta di un modo troppo ansioso di rivolgersi a lui. Più che una psicoterapeuta per Lei servirebbe una persona esperta di bambini piccoli che la aiuta a stare con lui senza stressarlo, come temo stia facendo con gli atteggiamenti che descrive. Ma ora, non fra mesi o anni... E' adesso che il bambino ha bisogno di un rapporto con la mamma tranquillo e appagante per entrambi. Mi mandi dei filmati in cui si veda il bambino con Lei, fatti dal padre o da un altro adulto.

Purtroppo l'atteggiamento di non guardare se ad esempio viene chiamato ed è nel passeggino o se attratto da oggetti lo ha nei confronti anche degli altri, se ad esempio gli muovo le mani e gli piace e ride guarda a destra o sinistra pur divertendosi, se gli cambio il pannolino quarda in alto o di lato. Giovedi ad ogni modo andrò dal pediatra perché non ci sto capendo molto. A volte mi tocca in viso, è molto attratto dagli occhiali e spesso piu che guardare le persone guarda i vestiti. La sera è più disponibile

Le dicevo di mandarmi dei filmati, come da istruzioni qui accanto a sinistra.

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.