Recenti sviluppi del dibattito sull'autismo

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Un recente articolo fa il punto sulla fase attuale del dibattito sull'autismo, su un importante rivista scientifica inglese.
https://acamh.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/camh.12663

Come tutti gli esponenti del sistema dell'autismo l'autore cerca di uscire dalla crisi della concezione dell'autismo dominante da alcuni decenni, salvando capra e cavoli. Cioè riconosce la confusione e le incertezze crescenti nel concetto stesso di autismo sostenuto dal DSM5 e precedenti edizioni, apre le porte a possibili nuove visioni che tengono conto delle critiche , ma salva il filone psichiatrico che ha prodotto tale crisi e che ha provocato il costituirsi del sistema autismo, una cattedrale senza fondamenta che sta provocando enormi inutili sofferenze specie nella popolazione delle famiglie con bambini piccoli.
Ad esempio salva la riduzione dei criteri diagnostici e l'uso dei test come l'ADOS e gli altri che hanno provocato l'enorme diffusione di diagnosi false.
Ammette però che le basi definitorie sono deboli e che le terapie più diffuse sono prive di comprovata validità.
Cerca inoltre di uscire dallo scontro crescente con sostenitori del concetto di neurodiversita', che gli serve fra l'altro a sostenere comunque l'ipotesi finora non dimostrata della causa genetica, pur con una importante componente ambientale, dice, bontà sua.
Propone uno spostamento di ottica: da quella di curare le difficoltà e di portare il soggetto autistico ad avere caratteristiche più normali, (il cosiddetto 'abilismo' che gli attivisti 'autistici' condannano) che informa tutte le terapie attuali in pratica, a quella di tenere conto delle caratteristiche 'neurodiverse' di ciascun soggetto per creare le condizioni ambientali più favorevoli al suo sviluppo. Si accorge che questa descrizione si attaglia un realtà a tutti quanti, ciascuno ha caratteristiche individuali singolari e uniche, per cui si andrebbe a uno 'spettro umano', invece che a uno 'spettro autistico' separato dalla normalità. Ma è solo un cenno.
Poi si perde a perorare la causa della divergenza sensoriale come primo motore dell'autismo...

Insomma c'è da registrare che gli esponenti della cattedrale dell'autismo si accorgono da vari anni dei crescenti scricchiolii della loro costruzione e che cercano di usare le critiche che ricevono per modificare le loro basi. Ammettono che diagnosi e terapie sono basate su fondamenti non dimostrati, ammettono persino l'importanza di fattori ambientali relazionali, fra i denti, ma certo non ammettono il fallimento della loro teoria dell'autismo come disturbo genetico, basato su una voluta eliminazione, per anni, di ogni componente ambientale relazionale, per il tabù della madre frigorifero, che sembra la linea gotica della loro resistenza ad oltranza. Con terrore dopo averla cacciata dalla porta la vedono rientrare dalla finestra e devono ammettere: l'ambiente conta!....

L'autore propone una nuova visione basata sull'emergenza del fenotipo autistico per una transazione fra le
differenze cerebrali individuali alla base della neurodiversità e l'esperienza del bambino o del giovane nel mondo. Cioè che il fenotipo autistico, come lo chiama (bell'esempio di latinorum pseudo-scientifico, a mio avviso) si origini da l'unione di componenti innate con certe esperienze negative ambientali.
Cita in proposito recenti "studi di intervento replicati in cui la modifica di aspetti chiave dell'ambiente sociale transazionale precoce intorno al bambino neurodiverso determina conseguenti alterazioni delle dimensioni emergenti del fenotipo dell'autismo; in un caso (Whitehouse et al., 2021) addirittura la riduzione dei bambini che raggiungono le soglie per la classificazione clinica dell'autismo, sebbene i bambini rimangano neurodiversi".
E ancora: "Questo dovrebbe essere il punto focale dell'intervento precoce: non mirare a cambiare o normalizzare il comportamento autistico come è stato fatto in passato, ma ottimizzare l'ambiente intorno al bambino in modo che la sua neurodifferenza possa prosperare nel miglior modo possibile; un approccio che le evidenze suggeriscono essere il più efficace.

Saremmo.molto.lieti che gli interventi sui bambini piccoli si orientassero in questa direzione. Come stiamo sostenendo da tempo. Lasciando che il tempo risolva la questione della neurodiversita' o meno.

Mi sembra che non manca molto all ammettere che l'ambiente può essere alla base delle manifestazioni autistiche, incubo dei ricercatori e clinici da cinquant'anni.

Forse siamo vicini alla scoperta dell'acqua calda, espressa ovviamente in termini scientifici altisonanti...

Uno si domanda se prevale l'ignoranza o la spudoratezza, in simili grandi menti scientifiche..., O forse è la confusione in cui sono rimasti impigliati, per la rinuncia a cercare la conoscenza effettiva e il prevalere della difesa degli interessi di quella casta scientifica.

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.