Non è tutto 'genetica', l'ambiente conta!

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Ci troviamo spesso a contrastare la vulgata attuale in psichiatria infantile che tutti i 'disturbi' e le difficoltà di sviluppo, di comportamento e di funzionamento mentale siano di origine genetica. Per questo motivo sono questi disturbi sono dichiarati 'incurabili' e gli interventi mirano solo a diagnosticare il bambino e poi inviarlo ai centri di 'riabilitazione' ( ormai privati molto più che pubblici) per minimizzare gli effetti con interventi uguali per tutti, praticamente un addestramento tipo animali da circo, in modo da ottenere bambini che obbediscono ed eseguono i comandi ricevuti. Gli interventi attuali non si occupano minimamente dell'ambiente in cui il bambino vive, delle esperienze che fa, di come la pensa lui, come persona, si potrebbe dire. Tanto meno della prevenzione di tali difficoltà.
Di recente siamo confortati dalle notizie che vengono dall'estero, dove la ricerca sull'influenza delle esperienze ambientali sullo sviluppo e sul funzionamento della mente sta trovando nuovo vigore. Abbiamo segnalato, nel tempo, vari articoli di importanti riviste scientifiche che documentavano questi aspetti. Ora c'è un nuovo importante contributo, sull'ultimo numero di novembre 2021 del Journal of Child Psychology and Psychiatry, un'editoriale dal titolo Adverse childhood events causally contribute to mental illness – we must act now and intervene early ("Gli eventi avversi dell'infanzia contribuiscono causalmente alla malattia mentale - dobbiamo agire ora e intervenire precocemente"). Gli autori sono Wolfgang Linden, and Joelle LeMoult - Department of Psychology, The University of British Columbia, Vancouver, BC, Canada.
Casualmente notiamo che gli articoli critici vengono spesso, in questo periodo, dalla 'periferia dell'impero': i cortigiani del Palazzo non osano dire o pensare che 'l re è nudo'...
Il nocciolo della sostanza è questo: "Il pensiero attuale sull'eziologia psichiatrica è che i geni predispongono gli individui a esiti deleteri quando esposti a fattori ambientali scatenanti. Le esperienze infantili avverse (per esempio l'esposizione alla violenza o all'abbandono) sono i primi fattori scatenanti conosciuti nella vita di una persona e possono portare a problemi di salute sostanziali". Pur se queste affermazioni hanno un sapore lapalissiano e richiamano la sapienza popolare che ha sempre conosciuto queste cose, le ricerche recenti, fatte con tutti i crismi procedurali per essere accettati oggi nel mondo scientifico, lo confermano con prove sicure. Il riferimento ai "geni che predispongono" ha un netto sapore di politicamente corretto: non si può dire ancora che la genetica spesso non c'entra per nulla. Ma è un modo accettabile per far rientrare dalla finestra le influenze ambientali che il mondo scientifico aveva cacciato dalla porta negli ultimi decenni.
Un aspetto importante è che questa ritrovata consapevolezza dell'importanza delle esperienze ambientali chiama a intervenire per modificare il più presto possibile e se possibile prevenire tali esperienze, come strumento essenziale per migliorare la salute delle persone. "Ci sono prove sostanziali a sostegno dei nessi causali tra l'esposizione agli eventi avversi e lo sviluppo della malattia. Sulla base di queste prove, sosteniamo che la prevenzione e il trattamento su più fronti sono urgentemente necessari ora e probabilmente efficienti in termini di costi. ... esortiamo i responsabili politici a stabilire stanziamenti di bilancio annuali per la prevenzione, possibilmente di una percentuale fissa dei bilanci di assistenza sanitaria e prestazioni sociali.
I responsabili politici e sanitari dovrebbero essere richiamati a guardare questi aspetti che sono al momento completamente scotomizzati. E' necessario che medici e scienziati e persone interessate alla salute dei bambini e di tutta la popolazione si attivino per portare queste istanze all'attenzione dei 'decisori'.

Nell'editoriale si legge anche quello che bisognerebbe avere anche in Italia per assistere le famiglie giovani al primo figlio, dalla gravidanza fino al compimento del secondo anno
A particularly well-received program is the Nurse-Family Partnership (NFP), which is designed for young, first-time mothers, and their children who are coping with socio-economic disadvantage. This intervention starts early in pregnancy and continues until children reach their second birthday. An intensive home-visiting program is provided by public health nurses that focuses on children’s mental health and development and reduces childhood injuries while also improving mothers’ lives.

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.