Autismo, che fare? La scelta è dei genitori

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Come risultato della mia attività e delle mie riflessioni e del confronto con vari colleghi e con la letteratura scientifica internazionale nei suoi recenti sviluppi, che pongono sempre più dubbi sulla concettualizzazione attuale dell'autismo e dello spettro autistico e delle sue possibili cause, mi sento di raccomandare le seguenti cose ai genitori che sono preoccupati riguardo allo sviluppo psicologico, relazionale, comunicativo e linguistico del proprio bambino, e a quanti si occupano di bambini, prima di tutto i pediatri.

In caso di dubbi comprovati è consigliabile escludere o accertare la presenza di possibili cause mediche, cioè malattie e anomalie note che possono disturbare lo sviluppo.
Prima di tutto è indicato accertare le capacità uditive di un bambino, che già di per sé sono oggetto di una valutazione alla nascita e al l'ottavo mese, a cura del pediatra, ma che è bene rivalutate, con una visita audiologica ed eventuale esame dei potenziali evocati auditivi, perché deficit di udito anche parziali possono disturbare lo sviluppo del bambino e possono oggi trovare rimedi abbastanza facilmente.
Utile anche, nel terzo anno di vita, in presenza di difficoltà comprovate, fare l'EEG nel sonno per escludere possibili anche se rare situazioni epilettiche tipo sindrome di Landau Kleffner, che richiedono farmaci specifici.
Altre sindromi escludibili facilmente con esami genetici sono quella dell'X fragile, nei maschi, di Rett, nelle femmine, di Angelman, e altre. Altre forme ancora richiedono esami metabolici degli aminoacidi e dei mucopolisaccaridi. Una risonanza magnetica potrà escludere lesioni cerebrali macroscopiche di varia origine, prenatale o perinatale o postnatale, eventualmente suggerite dall'anamnesi e dalla visita del bambino. Tutti esami non invasivi che possono essere eseguiti ambulatoriamente e che dovrebbe poter prescrivere il pediatra, preliminarmente.

Contemporaneamente, in attesa di escludere, per lo più senza urgenza, queste cause mediche, che possono avere indicazioni curative e riabilitative specifiche ma che sono una piccola minoranza, vale la pena nella maggior parte dei casi usare un altro approccio.

Siamo infatti con ogni probabilità di fronte a situazioni di immaturità del bambino, conseguenti a difficoltà di varia natura, prevalentemente ambientali, educative e pedagogiche, che possono rallentare e ostacolare lo sviluppo.
A un attento esame possono essere identificati fattori traumatici o stressanti che hanno interessato il bambino e il suo ambiente familiare e determinato esperienze non ottimali per la crescita.
Sempre più frequenti sono, nella attuale situazione sociale, lavorativa, sanitaria ( esempio isolamento per Covid...), situazioni di carenze o alterazioni educative, pedagogiche, sociali, per cui un bambino non fa esperienze utili ed invece è esposto ad esperienze traumatiche, stressanti o comunque dannose, come sradicamento e isolamento della famiglia, uso eccessivo di TV e apparecchi audiovisivi, e altre condizioni ambientali stressate e stressanti.
Anche certe modalità educative e pedagogiche alla moda, che tendono a iperstimolare il bambino e a bombardarlo di richieste e di proposte didattiche inopportune, e che spesso sono innescate proprio da dubbi e paure dell'autismo, possono disturbare il contatto e le comunicazioni del bambino col suo ambiente quindi il suo sviluppo e il suo apprendimento. Pensare all'autismo come causa delle difficoltà attualmente è come chiamare in causa il malocchio o la possessione demoniaca. Avviare subito accertamenti diagnostici per l'autismo ha l'effetto di precipitare la famiglia e il bambino in una situazione spesso senza ritorno.

È necessario quindi per prima cosa appurare l'esistenza, pregressa o attuale, di situazioni disturbanti del tipo suddetto od altre, ed effettuare delle modifiche intorno al bambino per creare un ambiente pedagogico educativo e relazionale favorevole allo sviluppo, aiutando i genitori a diventare consapevoli di ciò.

In tutti i bambini che giungono alla valutazione per difficoltà dello sviluppo andrebbe quindi fatta una prima fase di osservazione e conoscenza del bambino e della famiglia, nella situazione attuale e nella storia delle esperienze pregresse, e valutata la risposta del bambino ad eventuali modifiche organizzative relazionali pedagogiche, seguendo per alcuni mesi la famiglia con incontri frequenti.
Molto spesso questa fase produce cambiamenti significativi e una ripresa dello sviluppo nel bambino, senza che siano necessari interventi diretti sul bambino, senza avviare terapie o sostegno scolastico, senza altri accertamenti, sicuramente senza l'esecuzione di inutili test per l'autismo, che sono anzi controindicati perché determinano l'entrata nel tunnel di interventi sbagliati che di per sé spesso peggiorano e cronicizlzano le difficoltà.

Questo tipo di approccio privilegia l'osservazione e l'attenzione allo sviluppo del bambino e ai suoi fattori, invece che indirizzarsi alla ricerca di malattie, cosa oggi invece prevalente e che ha spesso l'effetto di medicalizzare difficoltà che invece non sono dovute a una patologia del bambino, avviando interventi sbagliati, k e dannosi.

I genitori sono i responsabili delle decisioni sul loro bambino. Medici e altre autorità, sanitarie o scolastiche, non possono costringerli se sono incerti e hanno dei dubbi. È loro la scelta che può condizionare lo sviluppo del bambino. Cerchino di pensarci bene.

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.