Pro memoria

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Commento a facebook

Il termine autismo fu coniato dallo psichiatra E. Bleurer del manicomio di Zurigo, nei primi anni del Novecento, come sintomo della schizofrenia, termine che introdusse lui stesso al posto di demenza precoce. L'autismo era un sintomo cardine dei pazienti schizofrenici ricoverati per anni in manicomio, che si isolavano così dall'ambiente invivibile intorno a loro. Poi il termine fu usato per descrivere bambini strani che ugualmente si isolavano dall'ambiente, anche se non erano in manicomio. Ma qualcuno era in istituti simili.... Ma né nella schizofrenia né nell'autismo fu mai trovato alcuna traccia di lesione biologica, genetica o acquisita. Aver preso il termine autistico e averlo stravolto a piacimento per farne addirittura un'identità da assumere, con una banale batteria di test comportamentali, senza alcun altra prova reale, è a mio avviso non solo un'assurdità ma un furto. Come se uno prendesse il termine tubercolosi e se lo indossasse come un'identità, visto che ogni tanto ha un colpo di tosse. Chissà perché il termine tubercolotico, o che so, gastropatico, visto che sembra ci sia anche quella componente, non attira così tanto. Così il termine autismo tornerebbe ad essere il nome della sola cosa reale, quella definita da Bleurer, il sintomo di isolamento e chiusura in sé, dal greco autos, come bisognerebbe ricordare se i nomi hanno un senso, che possono avere le persone più diverse in certe circostanze e non un disturbo o un anomalia mai in realtà dimostrata. Cambiate nome, la parola autismo c'è da prima di voi, nessuno vi autorizza a scipparla e dirottarla come dei pirati!

_________________________

AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.