Cause degli errori diagnostici

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Da questo articolo scientifico polacco (Diagnostic errors in autism spectrum disorder and their consequences – case studies
Danuta Ochojska 1Jacek Pasternak Psychiatr Pol 2021;55(4):787–799 University of Rzeszów, Faculty of Pedagogy, Institute of Psychology)
riprendo le conclusioni che cercano di mettere a fuoco le cause degli errori diagnostici nel campo dell'autismo, che stanno aumentando in maniera esponenziale.
Le condividiamo in gran parte e riprendiamo questo estratto come informazione che anche in altre parti del mondo la critica all'attuale sistema autismo sta facendosi strada,
Se

"Conclusioni
.....
Di seguito sono elencati alcuni dei presupposti non riflessivi che possono essere alla base di molti errori diagnostici:

- l'assolutizzazione delle singole osservazioni, ignorando o considerando in modo insufficiente altri dati disponibili sul bambino;

- l'nsufficiente considerazione dei limiti delle proprie azioni o dell'impatto degli insegnanti e delle loro convinzioni sulla missione di intraprendere azioni "per il bene del bambino" (cioè "il bene" come immaginato dall'insegnante piuttosto che il bene reale come negoziato con i genitori del bambino);

- un approccio patogenetico, che focalizza l'attenzione quasi esclusivamente sugli aspetti disturbanti o patologici del comportamento del bambino;

- l' attribuzione inadeguata dei dati provenienti dalle osservazioni dell'operatore alle caratteristiche o agli stati interni del bambino;

- l'impatto della "moda diagnostica", dei precedenti corsi di formazione, della copertura mediatica (ad esempio, molta pubblicità è stata data all'ADHD e più recentemente all'ASD);

- vantaggi secondari della diagnosi: finanziamenti per l'asilo nido, lavoro aggiuntivo per gli insegnanti;

- insufficiente conoscenza della psicologia clinica e dello sviluppo del bambino.

Di conseguenza, gli errori che compaiono rendono difficile la formulazione di una diagnosi affidabile. Questi sono:

- l'incapacità di separare l'osservazione dall'interpretazione; i segnali preoccupanti nel comportamento del
del comportamento del bambino possono essere trattati dogmaticamente come sintomi di un disturbo;

- l'errore di una classificazione troppo radicale; l'applicazione ingiustificata di una terminologia psicopatologica a uno specifico comportamento del bambino;

- insufficiente considerazione del contesto in cui si verifica un comportamento disturbante; la mancata considerazione della sequenza degli eventi, dell'impatto dell'insegnante stesso sul bambino, il significato simbolico o metaforico di un comportamento (ad esempio, attirare l'attenzione su di sé);

–l'errore legato all’orgoglio degli educatori o dei medici; l'approccio “Noi sappiamo meglio”, “I genitori non possono vedere così tanto”; l'etichettare la famiglia come “difficile”, “genitori negano”, insegnanti o medici che si sentono superiori;

- incertezze interpretative che vengono risolte in senso sfacorevole al minore; per esempio, il “girare” viene interpretato come decisamente autistico piuttosto che come un disturbo del movimento stereotipato o come parte del processo di adattamento;

– ignorare interpretazioni favorevoli al bambino e alla famiglia, ad es. adattamento, ritmo di sviluppo individuale, cause psicogene, contestuali o sistemiche; notare soprattutto le difficoltà dove andrebbe notato invece il potenziale di un bambino: “si isola” piuttosto che “si concentra su quello che sta facendo”;

- errori iatrogeni nel passaggio delle informazioni ai genitori; “la bambina ha qualcosa che non va, deve consultare un neurologo”, “non ha amici” (circa 3,5 anni), “è autismo, è ora di diagnosticare” (dopo alcune settimane all'asilo);

– gli educatori oltrepassano i limiti e agiscono oltre i propri poteri, quando consigliano ai genitori di consultare uno specialista durante un incontro in cui condividono le loro osservazioni sulle difficoltà incontrate dal bambino per la prima volta;

– proiettare sul bambino i propri problemi o fallimenti educativi: “non rispetta il regolamento dell'asilo nido” (circa 2,5 anni), “quando un gruppo viene portato in bagno, non smette di fare quello che fa come gli altri bambini, ma continua a giocare” (circa un bambino di 2,5 anni)

– insufficiente empatia per il trauma dei genitori dopo l’adozione dell’azione pseudo diagnostica e mancata considerazione del loro bisogno di informazioni dettagliate; la “maledizione diagnostica” di uno psicologo o di un insegnante dopo l'osservazione selettiva di un bambino.

Tenendo presente tutto ciò, è opportuno considerare ulteriormente questi errori comuni per evitare le conseguenze che potrebbero avere per il bambino e tutta la famiglia.

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.