Watch me play - Guardami giocare (e altri modi di stare con i bambini)

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

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Che cosa è il metodo 'Guardami giocare' (Nota 1) lo dice il nome stesso.
Consiste in pratica nel 'giocare insieme', o meglio in realtà 'guardare il bambino che gioca', cioè lasciare che sia lui a scegliere e a guidare il gioco, senza correggerlo, stimolarlo, educarlo, ecc, ma limitandosi a stare attenti a quello che fa e a quello che può pensare e sentire, a sua disposizione, mantenendo l'attenzione a lui. Lasciandolo 'libero di esprimersi', badando al 'cosa fa' e non al 'come fa'. Possibilmentesedendosi per terra, magari su un tappetino lavabile, come quelli per bambini oggi piuttosto diffusi.
E' bene prima di cominciare avere preparato lo spazio e il materiale, e uno spazio un po' raccolto e libero da interferenze, telefonate, televisione, altri fratellini, ecc ( cose che richiedono già un certo sforzo viste le abitudini odierne in molte case), per stare con il bambino con una serie di materiali da gioco, (giochi semplici, NON elettronici, o automatici, ma macchinine, trenini, cubi, costruzioni, casetta, stoviglie, pupazzetti, bambole, ecc e pennarelli, fogli di carta) e avvertirlo dicendo tipo "adesso facciamo una cosa speciale" e poi poco prima della fine avvisarlo che "ora bisogna finire" dandogli qualche minuto prima della fine effettiva. Il bambino può in realtà continuare l'attività, lasciando che l'adulto faccia altre cose, ma è utile che l'adulto non vada via senza dirglielo. Si può poi anche dare il nome a questo momento, e proporre al bambino "facciamo 'guardami giocare'?" o alla fine, dire "ora 'guardami giocare' finisce e la mamma, o il papà, deve fare altre cose..."
Per parte nostra consiglieremmo a tutti i genitori di bambini, con difficoltà o no, di passare ogni giorno del tempo seduti per terra vicino ai figli a fare 'guardami giocare' in uno spazio un po' raccolto e 'protetto' da interferenze degli adulti. Impareranno a conoscere meglio i propri figli e contribuiranno al loro sviluppo.

C'è da dire però che come tutti i metodi, anche questo non va applicato troppo rigidamente e, dopo averlo imparato, fatto esperienza, va 'dimenticato' . Come quando si impara ad andare in bicicletta, o in macchina, all'inizio si seguono le istruzioni alla lettera e poi progressivamente non ci si pensa più e si guida spontaneamente, automaticamente, adattando la guida alle circostanze e alle necessità. Dovrebbe rimanere acquisita anche una nuova abilità, la capacità di osservare, di capire il punto di vista del bambino e rispettare la sua personalità per entrare in contatto e in comunicazione con lui e cercare di capirlo.

Mi sembra esattamente il metodo che stavo cercando e pensando recentemente come intervento di aiuto domiciliare nelle famiglie con un bambino in difficoltà evolutiva, che in questo momento trovano solo proposte molto medicalizzate e dogmatiche tipo ABA o generici interventi di psicomotricità e logopedia. Ma in realtà è una modalità consigliabile a tutti i genitori per scoprire il loro bambino nel modo più naturale e autentico. Stare con un bambino in questo modo apre una finestra su un mondo di sorprese, inaspettato.Consigliabile anche alle psicomotriciste e logopediste e persino alle educatrici aba più aperte e disponibili...

E' molto simile al gioco libero autogestito di Tribulato e a quanto dice la Montessori sul liberare i bambini e al DIR floortime. Degli operatori stanno formandosi a questo metodo. Mi sembra un'ottima notizia... c'è vita su Marte!
Il nome del metodo mi sembra un colpo di genio (in realtà sono le effettive parole di un bambino rivolte un giorno alla dottoressa: "guardami giocare"), perché riassume semplicemente il fulcro, la sostanza del concetto e in due parole dà l'idea di cosa fare. Sottolinea inoltre che l'importante è il rapporto del genitore che guarda con il bambino che gioca, rapporto che può venirne molto facilitato, perché il genitore impara a vedere suo figlio con occhi diversi. Per questo ho subito ripreso l'uso di questa denominazione, dando il merito ovviamente al suo inventore ( Nota 1).
Anche il termine 'gioco libero autogestito' ( di 8 anni fa) era capace di definire in tre parole il centro del problema e così pure il nome del metodo DIR 'floortime', 'tempo sul pavimento' era ugualmente evocativo, e si è diffuso abbastanza. Mi sembra da richiamare che in realtà non c'è niente di nuovo sotto il sole: la Montessori fu la prima, più di cent'anni fa, a cogliere l'essenza della questione del lasciare i bambini liberi di esplorare le cose, in un ambiente adeguato, senza le interferenze e gli ostacoli posti dalle teorie e dai desideri educativi degli adulti, e a usare l'espressione 'liberare i bambini', ma per qualche motivo poi la sua 'scoperta del bambino' e del funzionamento della sua mente restò confinata in ambito pedagogico e nel sistema separato delle scuole Montessoriane, forse fino ai recenti anni, senza essere provato e utilizzato nei bambini con qualche difficoltà evolutiva.
L'elemento in più del 'Guardami Giocare' è però l'ottica del rapporto bambino adulto: non è il bambino da solo che gioca liberamente, è che lo fa sotto l'occhio attento dell'adulto che è a sua disposizione., che appunto lo guarda giocare stando vicino a lui.

C'è una pagina scaricabile da internet che dà indicazioni di massima in italiano di come fare, in modo semplice e chiaro. In inglese è reperibile anche un manuale di istruzioni, ugualmente semplice, scaricabile da chiunque, genitori e operatori interessati.
Direi che è stato l'uovo di Colombo, come diceva la Montessori. Però bisogna diffondere le notizie, in modo che siano fruibili per più persone.
Ci torneremo.

A volte non funziona bene subito con tutti i bambini: in particolare con quelli un po' apatici, disinteressati, depressi, poco vivaci. Con questi è bene che il genitore, sempre prendendosi un po' di tempo per occuparsi solo del bambino, magari cerchi degli spunti per attirare la sua attenzione, interessarlo. Può magari cominciare lei o lui un gioco, a fare una torre, una costruzione, a muovere una macchinina o un trenino, ecc., per poi lasciare che il bambino butti giù la torre, o scagli via i giochi, ( esprimendo così forse la sua rabbia per qualcosa) o prosegua o prenda l'iniziativa, libero di cambiare gioco o attività. Può essere bene in questi casi fare riferimento a
un esperto che assista , anche a distanza, e dia indicazioni e suggerimenti. Vedere anche questa pagina: se non funziona?

PROPONIAMO quindi a tutti i genitori interessati di provare ad utilizzare questa modalità e a scriverci per informarci delle loro impressioni, magari mandandoci anche dei video. Può diventare una ricerca, quasi 'sperimentale', che potremo condividere in queste pagine.

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Note
1) Il metodo è stato messo a punto progressivamente dalla dott.ssa Jenifer Wakelin, dell'Istituto Tavistock di Londra ed è disponibile un Manuale per genitori (in inglese) che si può scaricare direttamente dal sito della Tavistock.
E' stato presentato recentemente anche al Centro AIPPI di Milano: (guardami giocare-). Vedi conferenza online del giugno 2020
Si tratta in effetti di un'applicazione del metodo di osservazione del bambino, utilizzato nella formazione degli psicoterapeuti di bambini, come metodo di conoscenza del bambino e delle sue caratteristiche come emergono in una situazione di attenzione rivolta al bambino e protetta da altre interferenze, ove non ci siano altri interventi di correzione, educativi, ecc, ma solo di osservazione dell'attività e del comportamento spontaneo. E ovviamente con la disponibilità a interagire con il bambino ma rispondendo alle sue richieste e proposte e non imponendogli quelle dell'adulto.
In realtà il metodo viene acquisito dagli allievi di psicoterapia in due anni di corso (l'intera formazione dura quattro anni), ma può essere raccomandato ai genitori, che possono utilizzarlo a casa, ( per tempi di 20 minuti, viene raccomandato), senza bisogno di una formazione specifica, ma magari con un supporto periodico diretto o a distanza.
Il metodo osservativo è anche la base della valutazione clinica del bambino, che si contrappone ai metodi strutturati, basati su test ecc, utilizzati oggi nella gran parte dei servizi per l'infanzia. Come strumento di intervento anche online può essere una valida alternativa a quello ABA, molto criticato ma ampiamente diffuso sia in presenza che online. In particolare non è da utilizzare solo dopo una diagnosi di malattia o disabilità, ma in tutte le situazioni in cui un genitore sente difficoltà nel proprio bambino, nel capirlo e nell'interagire con lui. Viene proposto come intervento nelle situazioni di adozione o di affidamento .
(work in progress)

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.