Ancora su televisione e autismo

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

La la rivista scientifica JAMA pediatrics
ha recentemente ospitato vari articoli sull'argomento autismo e televisione
suscitando interesse e stabilendo la necessità di studiare approfonditamente l'argomento. In particolare questo articolo esamina l'insorgenza di sintomi autistici , valutati con gli abituali test tipo M-CHAT, in connessione con il tempo passato davanti a schermi televisivi o altri, riscontrando risultati significativi. Questo campo di ricerca è a mio avviso importante perchè porta un nuovo contributo alla ripresa di attenzione sugli aspetti ambientali che possono ostacolare lo sviluppo infantile e produrre sintomi autistici che finora sono stati attribuiti esclusivamente a cause genetiche, portando a vostruire un Sistema Autismo dogmatico e assolutista che ha prodotto una quantità di danni alle famiglie e ai bambini piccoli e allo sviluppo stesso delle conoscenze. Ad esempio in Italia la didattica e la ricerca nelle università, l'assistenza nei servizi pubblici e privati, e il lavoro con i bambini nelle scuole di ogni ordine e grado è stata organizzata sulla base esclusiva della teoria genetica dei disturbi dello sviluppo, con le conseguenze che chiunque si occupa di bambini piccoli conosce, e che ho descritto nel libro La Bolla dell'Autismo.
Nell'editoriale della rivista si legge: "L'aumento della prevalenza del disturbo dello spettro autistico (ASD) ha dato da pensare a molti epidemiologi e ha generato tentativi aggressivi di cercare una spiegazione. Qualunque sia la genomica sottostante l'autismo, non può spiegare l'aumento perché essa è rimasta in gran parte invariata mentre l'incidenza è aumentata costantemente. Quindi sembra logico pensare a perturbazioni ambientali che si sono verificate in concomitanza con questo aumento, che potrebbero plausibilmente essere collegate ad esso e si presterebbero a modifiche o rimedi. In particolare, l'aumento dell'incidenza dell'ASD è iniziato sul serio nel 1996. Cos'altro è iniziato nei primi anni '90? La visione televisiva infantile. In 1970, l'età media in cui i bambini hanno cominciato a guardare la televisione era 4 anni; da 2006 era 4 mesi." Potremo aggiungere che gli anni novanta sono stati anche quelli che hanno visto la diffusione dei computer e dei telefonini.
Le conclusioni del lavoro citato sono queste: "Questo studio è unico nel trovare prospetticamente che la visione di uno schermo del bambino a 12 mesi di età è stata associata a più sintomi simili all'ASD (Spettro autistico), mentre più gioco dei genitori con il bambino a 12 mesi di età è stato associato a meno sintomi simili all'ASD. Anche se i nostri risultati sono modesti, questo risultato indica un'importante area di ricerca perché questi fattori sono potenzialmente modificabili attraverso l'educazione dei genitori. Suggeriamo ai pediatri di educare accuratamente i genitori riguardo alle raccomandazioni dell'American Academy of Pediatrics di evitare la visione di schermi nei bambini di età inferiore ai 18 mesi. Abbiamo anche trovato che la prematurità, la razza/etnia minoritaria e un reddito familiare più basso sono associati a un maggiore rischio di ASD e di sintomi simili all'ASD sul M-CHAT, aggiungendosi alla letteratura sui fattori di rischio perinatali e demografici. Suggeriamo la necessità di studi futuri che valutino i fattori esperienziali all'inizio della vita e la successiva diagnosi di autismo per valutare ulteriormente il possibile ruolo dei fattori di rischio e protettivi modificabili tra i bambini a rischio di ASD. Una valutazione più precoce dei fattori esperienziali modificabili, come la visione dello schermo, il gioco con un bambino, e altri indicatori di interazione sociale, così come la considerazione delle interazioni gene-fattore e l'uso di studi di brain imaging, sarebbe ulteriormente valutare la misura in cui tali fattori potrebbero presentare un aumento del rischio o un ruolo protettivo nel ASD.
Sono completamente d'accordo con le conclusioni.
Si conferma che un po' alla volta l'attenzione e la ricerca ai fattori ambientali -umani dello sviluppo infantile stanno recuperando importanza rispetto alle posizioni esclusivamente genetiche-neurologiche, anche se queste ultime stanno reagendo aggressivamente per difendere le loro posizioni e i loro interessi ad ogni livello.

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.