paura di morire

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Gentilissimo dottore, sono una ragazza di 17 anni, frequento il quarto liceo e ancora non riesco a credere che sto chiedendo aiuto. Con questa modalità di anonimato mi risulta più facile perciò adesso vi racconto cosa mi tormenta.
Mi capita di volermi sentire male in pubblico, ho fatto finta di sentirmi male due volte e la prima volta sono stata capace addirittura di svenire facendomi salire la pressione con respiri molto profondi tanto da avere le palpitazioni e giramenti di testa. Questo mi ha portato a dovermi ricoverare in ospedale ma chiaramente non risulta nulla di patologico, solo sincope dovuto allo stress da compiti in classe, invece io facevo finta! Mi trovavo alle poste, ho fatto il viaggio in ambulanza e non avevo paura, pensavo solo al dispiacere che avrei causato a mia madre. Pensavo che se fossi stata in un'altro continente senza parenti e amici, avrei goduto di quel momento. Anche in classe, se trattengo il fiato e respiro profondamente, riesco a farmi girare la testa, ma non vado oltre perchè a scuola scatta immediatamente la chiamata del 118 e telefonata ai genitori. Anche i sogni rispecchiano la mia realtà. quando sogno sono consapevole di farlo, riesco anche a controllarlo e riesco anche in quel contesto a sentirmi male ma nessuno si accorge di me, la gente non mi crede e mi deride, e più mi rendo conto di sognare, più vado in contro al risveglio. ma quando poi sono sveglia ho proprio una piacevole sensazione e di nuovo desidero che accada l'indomani.
A scuola non vado molto bene, non riesco a concentrarmi sullo studio, sono portata sul disegno ma le altre materie proprio le detesto come anche i professori che le insegnano, sono comunque riuscita a farmi sempre promuovere con la sufficienza. Con i compagni ho un rapporto solo scolastico, diciamo che mi isolo un po' da tutti ma nessuno si domanda il perchè, non è una bella classe dove i compagni fanno anche gli amici, neanche per finta.
Con mia mamma ho un rapporto di odio/amore, controlla spesso il mio diario segreto dove ovviamente non scrivo i miei segreti dal momento che so che li va a leggere. Racconto solo le giornate come fossero capitoli di un romanzo, nulla di rilevante. Non ho mai avuto un ragazzo nè avuto rapporti sessuali, forse una volta mi sono innamorata ma non so se definirmi tale, per ora sto bene con me stessa. Mi piace frequentare la piscina dove mi alleno da sola e per ore, faccio nuoto libero, cerco di andarci tutti i giorni ed ecco, è là che ho fatto finta di sentirmi male il mese scorso, ed è il secondo episodio. Ho percorso una vasca da 25 mt in apnea e sono rimasta sul fondo ascoltando il mio battito cambiare il ritmo, poi sono rimasta ferma finchè qualcuno non è venuto a prendermi, ho bevuto un po' d'acqua, si sono tutti spaventati ma non è successo niente...non c'era molta gente, ma mi sentivo così bene e a mio agio sott'acqua che volevo lasciarmi andare, non volevo annegare, sapevo che c'erano gli istruttori, se fossi stata da sola forse non l'avrei nemmeno pensata una cosa del genere. Però subito dopo mi sono sentita il colpa. Perchè desidero tutto questo? io non voglio morire, non so cosa sia, è diventata un’ossessione.
Scusatemi se mi sono dilungata, ma tutto questo non posso scriverlo sul mio diario non segreto... è la prima volta che ne parlo.
grazie per avermi ascoltata!

Commenti

Penso che la sua situazione sia in rapporto all'isolamento in cui sembra vivere in questa fase della sua crescita, l'adolescenza, in cui c'è invece bisogno del rapporto con i coetanei, di sentirsi parte di un gruppo. Anche perchè in questa fase in famiglia ci si sente meno a proprio agio. Le sue azioni e i suoi sogni (a proposito, me ne racconti qualcuno più estesamente, se vuole) sembrano sostituire quello che le manca procurandosi da sè sensazioni ed emozioni al posto di quelle che avrebbe nel rapporto con gli altri. Può essere una specie di autostimolazione fantastica e immaginaria che nell'adolescenza è normale, e si manifesta spesso nei sogni ad occhi aperti, ecc. La paura di morire che dice nel titolo forse viene dal sentire che quello che sta facendo è come un gioco pericoloso, da cui si sente attratta ma che vorrebbe smettere. Anche il suo isolamento forse è un modo di trattenersi di fronte a fantasie e desideri che sente 'pericolosi', come forse ha avvertito quando si è innamorata, come dice.
Come dicevo mi racconti qualche sogno, se vuole. Può essere utile a capire meglio e magari a passare questa fase.
In adolescenza spesso è utile avere qualche colloquio con psicologi specialisti di questa età: anche pochi colloqui possono aiutare a orientarsi meglio.

Gentile Dottore, temevo in un rimprovero, ero convinta di essere sbagliata ma leggendo la sua risposta mi rendo conto che invece non lo sono.
Non le ho scritto che sono una figlia adottiva, non l'ho ritenuto importante perchè i miei genitori sono tali in tutto per tutto, non mi fanno mancare nulla e non mi hanno mai nascosto la verità. Mio papà lavora molto e all'estero e mia mamma è casalinga però non ho molto dialogo e non riesco a confidarmi, sono anche severi e si preoccupano troppo anche per un semplice raffreddore.
Le racconto un mio sogno che faccio spesso. Incomincia con una lite furibonda con i miei genitori, con mia madre in particolare, in questa fase il sogno è reale nel senso che non so di sognare quindi ho paura e piango tanto perchè non mi piace litigare e alzare la voce. Quando decido di fuggire mi accorgo di sognare quindi so che posso anche lanciarmi da un grattacielo, tanto so volare! accade sempre di notte, volando, mi rifugio un una torre ancora più alta da dove osservo la città dall'alto e da lontano. (Nella realtà soffro di vertigini, ho paura delle altezze e delle montagne alte) A quel punto cerco un posto dove poter sentirmi male, allora come se fossi in google maps, individuo un ospedale dove mi precipito e dove cerco aiuto. Sapendo di sognare, non riesco a raggiungere il mio obiettivo e mi risveglio, vorrei che continuasse ma non riesco, mi sveglio comunque serena. Faccio anche sogni dove sogno davvero, mi trovo in piscina, ma l'acqua è rossa come fosse di sangue, risalgo in superficie e vedo cadaveri a galla, mi sveglio terrorizzata e se chiudo gli occhi per riaddormentarmi vedo le immagini terribili che avevo appena sognato. Ho capito che nei sogni reali ho paura, in quelli consapevoli posso affrontare persino la fobia delle altezze.
Grazie ancora!

Credo che nessuna persona possa essere 'sbagliata'. Magari può fare sbagli, e tutti noi ne facciamo e abbiamo fatto... Se abbiamo fortuna, anche, impariamo dai nostri sbagli e andiamo avanti e cerchiamo di farne di meno...
L'essere stata adottata è forse un peso in più nella propria storia, che deve essere 'digerito'. Nell'adolescenza tanti problemi che sembravano essere stati appunto 'digeriti', tornano a galla e vengono riaffrontati. I rapporti con i genitori diventano più difficili, e i figli adottivi hanno una doppia difficoltà, di fare i conti sia con i genitori adottivi -nella realtà- che con quelli che li hanno dovuto far adottare - nella fantasia e nell'immaginazione, perchè la realtà è di solito sconosciuta.
I genitori adottivi hanno spesso più difficoltà degli altri genitori, e in genere nell'adolescenza dei figli tutti i genitori ( e spesso anche gli 'esperti') non capiscono più nulla e a momenti non sanno più che fare.
Forse a volte sogna (sogni reali) da addormentata, e allora ha paura perchè non può dominare quello che succede, quasi come degli incubi; altre volte fa sogni ad occhi aperti (sogni consapevoli) in cui fantastica e si sente come dei 'superpoteri' con cui puo risolvere magicamente i problemi. Quando cerca un posto dove sentirsi male, forse pensa a un posto sicuro dove potersi permettere di chiedere aiuto, perchè si accorge che i superpoteri non bastano.
Per qualche motivo ha difficoltà a parlarne con i suoi genitori. Se proprio non ci riesce - ma magari potrebbe accennare loro che è in un momento un po' brutto, fa brutti sogni, ha paure, non si sente sicura - , nella scuola in cui va dovrebbe esserci la possibilità di chiedere un colloquio con uno/a psicologo/a e questo potrebbe come dicevo aiutarla a trovare una via d'uscita. Se non c'è uno 'sportello psicologico' a scuola, spesso nei consultori ASL si trovano servizi per adolescenti cui accedere facilmente e direttamente.
Non perchè Lei sia 'malata', ma perchè forse è in un momento un po' confuso in cui una spinta più aiutare a superare un punto faticoso.

Il paese in cui vivo è davvero piccolo e ci conosciamo tutti, c'è il consultorio ma non sapevo che si potesse chiedere anche un consulto psicologico, in ogni caso mi vergognerei tanto a confidare i miei problemi. Come le dicevo non ho mai voluto parlarne, è leggendo il suo blog e come si approccia con le persone che mi ha convinta a farlo, mi sento a mio agio e solo il fatto di sapere che una volta superata l'adolescenza, forse, sarò in grado di superare questa fase da sola, mi sento più rincuorata. Desidero, una volta maggiorenne e diplomata, trovare la mia indipendenza con l'aiuto di un lavoro che possa mantenermi. Se lei me lo permette e se mi sento in difficoltà, potrei scriverle attraverso questo portale?

Certamente. Ma cerchi anche di parlare con le persone intorno a Lei. Spesso le difficoltà di capirsi sono minori di quanto sembra, se uno fa il primo passo.

Va bene, ci penserò. Grazie intanto, Le devo moltissimo.

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.