6 anni, iperattività

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Su un noto sito di consulti medici online una mamma chiede un parere sul figlio di 6 anni, che ha appena cominciato la prima elementare. Già da alcuni anni fa sedute di psicomotricità e logopedia ed ha l'insegnante di sostegno a scuola, per un diagnosi di iperattività, ritardo del linguaggio e deficit della regolazione emotiva. In coincidenza con l'andata a scuola le terapiste hanno riscontrato un peggioramento dell'attenzione e della collaborazione del bambino, e hanno richiesto una valutazione del npi anche per eventuale prescrizione di farmaci.
La signora, pur confermando che il bambino ha spesso la testa fra le nuvole, è distratto e intento spesso a ripetere scenette di cartoni animati ed ha delle 'fisse' di fare certe cose sempre allo stesso modo, pensa che il peggioramento sia legato all'inizio della scuola e all'aumento di stress per compiti, ecc. Riferisce inoltro che in famiglia ci sono persone con disturbi psichici, curate da anni con farmaci senza grandi effetti, anche con ricoveri in psichiatria, ed è molto preoccupata al pensiero che debba anche lui prendere degli psicofarmaci.

Commenti

Inviterei la mamma a darmi più notizie, seguendo il questionario-bambini, ma già i pochi cenni fanno notare degli aspetti critici nella situazione. Il bimbo era in discreta evoluzione fino all'inizio della scuola elementare e la signora rimarca un aumento di stress per il bambino per le richieste scolastiche.
Mi sembra quanto mai scorretto che delle logopediste o psicomotriciste accennino a farmaci, ed anche la diagnosi e l'intervento generale mi sembrano scorretti. La diagnosi fatta al bambino, verosimilmente verso i 3 anni, si limita in realtà a segnalare all'epoca un comportamento iperattivo, un ritardo del linguaggio e uno scarso controllo emotivo, e la mamma aggiunge ora la presenza di fisse e ripetizioni di scenette di cartoni animati, di cui bisognerebbe sapere di più.
Non sembrerebbe una diagnosi che giustifichi una certificazione di handicap e il conseguente sostegno scolastico (a tre anni!). Si percepisci inoltre un contesto problematico per la presenza di persone con problemi psichici in famiglia, cosa che spesso comporta una situazione di stress ambientale che inevitabilmente può aver condizionato lo sviluppo del bambino e forse ora è alla base dei nuovi sintomi riferiti.
Più che centrare l'intervento solo sul bambino, con sedute di dubbia utilità ( l'espressione 'terapie' è veramente fuori luogo) andrebbe approfondita la situazione ambientale per cercare di ridurre lo stress. Speriamo che l'indicazione a una valutazione del NPI, anche se finalizzata indebitamente all'uso di farmaci, comporti una rivalutazione di tutta la situazione e un reale aiuto a diminuire gli ostacoli allo sviluppo.

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.