Crisi della co-morbidita' ? E delle diagnosi?

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Su una delle più importanti riviste di psichiatria e psicologia infantile, il Journal of Psychology and Psychiatry, l'editoriale dell'ultimo numero , dal titolo The near ubiquity of comorbidity , affronta criticamente un aspetto della concezione scientifica prevalsa in questo campo negli ultimi decenni, che da un po' di tempo mostra dei cedimenti: la distinzione di malattie diverse nell'ambito delle difficoltà di sviluppo e comportento di bambini e ragazzi e come conseguenza la creazione di centri diversi per la loro diagnosi e cura. Questo a seguito della psichiatria adulti che ha imitato la medicina in generale, che era andata verso una sempre maggiore specializzazione non solo di organi diversi, medicina degli occhi, dei polmoni, del cuore, ecc, ma anche all'interno delle varie specializzazioni. Per usare una battuta che gira, ci sono ortopedici specialisti del ginocchio destro diversi da quelli per il ginocchio sinistro...
Anche in Italia, anche se meno che nel mondo anglosassone, sono sorti recentemente centri separati per l'autismo, per i disturbo di apprendimento, per i disturbo di attenzione, del comportamento, eccetera, con operatori formati specificamente per quel 'disturbo'. Ma sempre più ci si è accorti che i pazienti quasi sempre non avevano solo sintomi di una sola po'malattia, ma anche di altre, contemporaneamente o in successione e si è pensato allora che avessero contemporaneamente malattie diverse, o che si ammalassero di diverse malattie mentali nel corso degli anni, cambiando così diagnosi. Per così dire come se uno avesse sia il raffreddore che un'epatite, da cause diverse e da curare diversamente. E hanno coniato così il termine ' co-morbidita' , sostituito recentemente, data la sua cacofonia, da quello 'co-occorrenza', forse meno cacofonico ma avente lo stesso scopo, di attribuire a disturbi diversi sintomi diversi.
La conseguenza fu che i sintomi diversi dei bambini in difficoltà, le difficoltà relazionali, di attenzione, di apprendimento, del sonno, dell'alimentazione avrebbero dovuto essere curati in centri diversi, da persone diverse, ognuno specializzato nel suo settore.
Gli specialisti della vecchia scuola, diciamo così, formati prima della diffusione dei DSM3, e 4, e 5, me compreso, hanno sempre criticato i concetti e la pratica della nuova psichiatria, basandosi sulla loro esperienza clinica che aveva fatto loro incontrare e occuparsi di persone, piccole e grandi, alle prese con difficoltà diverse in cui il disagio poteva manifestarsi in modo diverso in momenti diversi. Un po' come nei tic, questi come si sa cambiano spesso , passano a periodi e poi tornano, con manifestazioni diverse nell'ambito dello stesso problema.
La concezione precedente, in npi, era di tipo olistico, unitario, basata sul disagio della persona e mirante alla modifica delle sue cause. Quella che l'ha sostituita era una concezione invece basata sulla malattia, indimostrata, dell'organo cervello e di strutture di esso, e mirante alla modifica del funzionamento di queste.

Tornando all'articolo, vi si trovano alcune affermazioni significative.

L'editoriale si domanda, ad esempio, se le distinzioni diagnostiche che vengono fatte attualmente siano solo artefatti che mancano di ogni validità nel mondo reale. (Cioè se le diagnosi siano costrutti falsi! NdR)
La conclusione è che bisogna trovare approcci più integrati per assicurare aiuti effettivi alla crescita dei bambini.
E di ciò credo che tutti siamo assolutamente convinti.

Citazioni sparse dall'articolo.

The reasonably high prevalence of comorbid disorders in children also raises questions about the distinctions we draw between disorders – if experiencing more than one disorder or symptoms from several disorders is commonplace, then are our diagnostic boundaries merely artefacts that lack any validity in the real-world?

Over the past decade, there has been a resurgence of interest in dimensional approaches to conceptualising psychopathology, with researchers using latent variable modelling approaches to derive spectra (e.g. internalising, externalising and thought disorder/psychosis dimensions) that cut across or underlie the categorial mental health diagnoses we commonly use.... However, given the comorbidity across different types of disorder (mental health, neurodevelopmental and learning difficulties)... an even broader conceptualisation appears to be required to capture the range of difficulties that children can experience

...are mental health, physical health, neurodevelopmental and learning disorders truly separate groups of disorders that have (at least partially) distinct aetiologies and prognoses and require different treatment approaches? ( Or aren't? NdR)

Regardless of the conclusion to this ongoing nosological debate, the research on co-occurrence of disorders and symptoms in children strongly suggests that more integrated approaches are required to ensure they are effectively supported to thrive.

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.