metodi e modi di stare con i bambini, esempi ed esperienze

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Oltre alla modalità 'Guardami Giocare' che descrivo nella pagina apposita, è utile direi anche alternare altri momenti e modi di stare insieme con i bambini, in famiglia, sia in casi di difficoltà che in tutti i casi. Ad esempio - e questo può essere un'altro modo che attira tutti i bambini - cercare di 'intrattenere' il bambino con una filastrocca ( ambarabà cici cocò...), delle canzoncine (tanti auguri a te, son tre piccoli porcellin, quarantaquattro gatti...), mimandole e facendo quasi uno spettacolo per il bambino. Si possono usare le marionette, ci si può travestire, partendo dal gioco del cucù, coprendosi e scoprendosi la faccia, fino fare i clown ( come nella clown-terapia, che è andata di moda per un po'...), travestirsi con panni e cappellacci da carnevale o da hallowvyn.
Importante è che l'adulto rinunci a scopi didattici, o educativi, ( che spesso fanno commettere errori più o meno gravi: vedi la pagina apposita) per far divertire e divertirsi anche lui con il figlio. I giochi con travestimenti sono molto utili, i bambini sono affascinati dall'adulto che cambia ruolo e si traveste e poi però torna quello che conoscono, e anche i bambini vogliono farlo, allora, entrando in parti diverse ( anche lupi, streghe, draghi mostri spaventosi, o classicamente invertire i ruoli bambino/adulto), e abituandosi ad assumere aspetti esteriori diversi, da cui però poi si torna a essere quelli di prima, mantenendo il senso del gioco, della finzione, ma anche l'identità loro e degli altri. Come una bimbetta che faceva il "mottro" per spaventare la nonna, ma le diceva ogni tanto: " nonna, ma sono io, la Tittina..", per poi tornare a spaventarla. Un'altra bambina fin da prima dell'età di un anno faceva il leone, dicendo "grrr..", perchè gli adulti facevano finta di spaventarsi; aveva rapidamente imparato il gioco ripetendolo attivamente più volte. O un'altra prima di iniziare a parlare faceva con la nonna una specie di gioco/dialogo dicendo bau-bau-bau, cui la nonna rispondeva miao-miao-miao , per poi invertire le parti. Eccetera: con i bambini ben prima che parlino si può instaurare una comunicazione e un dialogo a volte giocoso a volte serio ( ad esempio quando si fanno una "bua"... ) sempre partendo dal rispettare la loro personalità.
Ricordo un bambino di 5 anni che molti anni fa avevo in psicoterapia, ritirato, depresso, chiuso, disinteressato, molto in ritardo nello sviluppo, anche per una sindrome disgenetica con deficit mentale, con cui ho finito per fare il clown in seduta cercando tutti i mezzi per divertirlo e attirarlo, finchè è partito l'interesse, la curiosità, la voglia di comunicare, ha cominciato a parlare, è uscito dall'isolamento ed ha ripreso il suo sviluppo, pur nella sua disabilità, facendo poi amicizia, da adolescente, con un ragazzo un po' simile a lui, nel gruppo di 'Sipario', di cui ho accennato anche nel mio libro. Quando mi incontrava, per molti anni, mi salutava dicendo: "il mio amico..."

Quindi ci sono molti modi con cui genitori e adulti possono stare con i bambini sempre rispettando la loro libertà e la loro personalità per stare insieme e avere esperienze belle piacevoli interessanti. Come si diceva, vere un metodo a cui riferirsi può aiutare a volte un genitore che non sa come fare con un bambino che non risponde, frustrante, cercando però di non farsi prendere dal metodo in sè.
Addirittura una volta ho avuto modo di vedere delle sedute con tecnica ABA che una mamma faceva alla sua bambina, guidata a distanza, a causa del coronavirus, via internet da una 'tecnica ABA' che controllava quello che faceva e le dava indicazioni. La bambina accettava volentieri i vari aspetti del metodo ( stava seduta a un tavolino davanti alla mamma, a sua richiesta le dava gli oggetti richiesti, scegliendoli fra i tre messi davanti a lei, ogni volta con ordine diverso( calzino, cubo, carta da gioco, ecc per molti giorni sempre gli stessi...), e poi quando faceva bene riceveva il biscotto come premio. Avevo visto la bambina vari mesi prima, e non riuscivano a trovarsi con la mamma ( che le aveva dato poco prima anche un fratellino) ed avere dei momenti di buon rapporto, e l'ho ritrovata molto cambiata, che aspettava il momento per stare con la mamma. Addirittura anticipava le sue richieste,avendo imparato il 'gioco'... Ma la tecnica diceva alla mamma che doveva evitare che anticipasse, non lasciarla libera di scegliere, perchè lo scopo era che il bambino obbedisse all'adulto (?!?). Penso che il metodo, con le sue indicazioni di tempi e di spazi e di cose da fare, aveva aiutato mamma e bimba a ritrovarsi e passare del tempo insieme in modo accettabile per entrambe, con tutta l'attenzione della mamma sulla figlia. Ogni tanto quasi di nascosto la bimba toccava la mamma, che ogni tanto le rispondeva, anche lei quasi di nascosto. Con la scusa di dover fare la seduta sembravano aver ritrovato un contatto.
In un altro caso di un bambino più grande, di cui mi hanno fatto vedere un video, invece, la seduta ABA si svolgeva in uno studio, con tante persone presenti. A un tavolo c'era il bambino e poco distante la mamma, intorno vari uditori, forse allievi di un corso. C'era anche un esperto seduto davanti al bambino che descriveva ad alta voce quello che succedeva e il metodo agli uditori. Il bambino si guardava intorno quasi divertito, rispondeva alle richieste di dare il pezzo voluto al tecnico davanti a lui, quando gli si rivolgeva, e se faceva bene l'esperto gli dava un biscotto accompagnando l'atto scandendo ad alta voce la parola "bis-cot-to". E così per vario tempo, sempre in modo uguale. In questo caso in realtà a mio avviso il bambino non aveva bisogno di particolari interventi, ma aveva solo un ritardo del linguaggio.

Ci sono in realtà quindi tanti modi utili di stare con i bambini, l'essenziale è che per il bambino sia una esperienza piacevole, gradita, e la principale fonte di gradimento è forse quella di stare in compagnia del genitore e di avere la sua attenzione.
Recentemente mi hanno mandato i video di una bambina di 3 anni ( la maestra dell'asilo dopo qualche mese aveva detto alla mamma di portarla da un npi perchè non partecipava e si isolava dagli altri...) in cui papà e bimba stavano per terra uno davanti all'altro a breve distanza lanciandosi una palla, e dicendo al contempo un numero, in italiano, poi in inglese, fino a venti, alternandosi, poi i nomi di animali, poi di fiori poi i nomi di parenti, l'alfabeto compreso j y w. E poi faceva un gioco didattico infilando tutte le lettere dell'alfabeto negli spazi corrispondenti, tipo puzzle.
Un altro bambino di poco più di due anni,( in cui pure la mamma lamentava momenti che non guardava negli occhi, non rispondeva, non usava l'indice per indicare...) nei video inviatimi, giocava con i genitori rispondendo a tutte le loro domande 'didattiche', i numeri in inglese fino a venti, i nomi dei pianeti di cui riconosceva la forma, le lettere dell'alfabeto, e infine le forme geometriche di diverso colore. Il papà diceva 'pronti' e il bambino subito 'via' all'inizio, e poi non si fermava più. Incredibile quanto aveva imparato! A conferma di quanto scriveva la Montessori sulla capacità di apprendimento di bambini piccoli. Ma il bambino provava evidente piacere nel rispondere ai genitori con i quali mostrava un rapporto e un dialogo aperto e libero.
Anche se in genere sconsiglio i giochi 'didattici' e le domande dei genitori sui colori, numeri, alfabeto, ecc in questo caso per il bambino era stata una cosa molto gratificante perché gli permetteva di stare in un rapporto molto gradevole per lui con i genitori e di mostrare le sue capacità. Direi che qui si vede che la motivazione è tutto, e in questa ci può essere sia il risultato e la verifica delle proprie capacità ( che per la Montessori è la ricompensa più importante, che le fa mettere da parte premi e punizioni e l'obbedienza ai 'comandi' dell'adulto, che sono invece il fulcro dell'ABA), sia il piacere della compagnia e del dialogo.
Quindi penso si possa concludere che tutti i modi per stare insieme vanno bene, se sono graditi al bambino e fatti liberamente da lui e rappresentano per lui delle esperienze positive, gradevoli. Sono le esperienze positive e gratificanti ad essere 'terapeutiche' e le soddisfazioni connesse sono le motivazioni che promuovono e rinforzano lo sviluppo. Nelle situazioni di difficoltà, piccole e grandi, e di crisi (spesso scatenate dalle improvvide diagnosi che oggi vanno per la maggiore), che mettono ansia e bloccano le capacità spontanee sia di genitori che di bambini, è utile ricorrere a metodi che permettono di recuperare un buon rapporto e uscire dall'impasse.

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.