encopresi

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Come l'enuresi, di cui si parla in altro luogo e con cui va talora a braccetto, l' encopresi (dal greco, anche qui, 'defecazione addosso' abituale, o comunque frequente) è un comportamento che acquista il significato di sintomo solo dopo una certa età, quando un bambino dovrebbe aver imparato a gestire questo aspetto nel modo richiesto dalla società intorno a lui. Come altri modi sociali di comportarsi in certi campi, quelli più direttamente legati ad aspetti corporei, istintivi (il mangiare, le escrezioni e le emissioni corporee, l'appagamento di bisogni e desideri, la sessualità), il comportamento in questione si considera 'disturbato' e viene considerato un 'disturbo' (nel senso di disfunzione,'malattia') non perchè provochi una sofferenza all'interessato ( come è per le malattie), ma perchè non aderisce alle norme sociali, scritte e non, di un certo ambiente, e suscita riprovazione. Fa parte dell'evoluzione della civiltà, che a una certa età richiede un''educazione' a certe modalità di comportamento e la rinuncia certe abitudini precedentemente tollerate.
Come si sa fra i due e tre anni avviene nei bambini la cosiddetta educazione sfinterica, cioè l'acquisizione del controllo sfinterico, cioè ancora l'accettazione delle richieste ambientali su come comportarsi per queste questioni. Non tutto va liscio e facile e spesso il periodo è contrassegnato da uno scontro di una certa entità, prima che il soggetti rinunci alle abitudini acquisite e accetti le nuove modalità richiestegli. Anche l'epoca è variabile e dipende dalla situazione sociale: un tempo, quando non c'erano pannolini e mutandine asciugatutto, i bambini venivano abituati al controllo fin dall'età di un anno, per ovvi motivi ( lavare e asciugare i pannicelli di cotonr...). Col progresso 'tecnologico' siamo arrivati prima ai due e ormai ai tre anni, e non sono rari i bambini che arrivano all'asilo senza ancora avere il pieno controllo delle proprie funzioni sfinteriche.
Quindi l'encopresi è in effetti una mancata adesione alle regole imposte dall'ambiente, che prolunga in pratica la fase di scontro su chi comanda su questo argomento. Se normalmente questa fase dura pochi giorni o poche settimane, con molti bambini 'encopretici' può durare mesi od anni e comportare, come ogni guerra, vittime e danni collaterali. Mentre nel caso dell'enuresi, specie in quella notturna, possono esserci problemi di maturazione della capacità di controllo fisiologico e fattori vari in gioco, questo non è il caso per l'encopresi, dove la questione principale riguarda la volontà del bambino. Nei casi in cui il controllo sfinterico è impedito da malattie neurologiche o altre anomalie, si parla di incontinenza.
L'encopresi è prevalentemente diurna, spesso rimane nascosta fino a che il bambino viene 'scoperto'. Il bambino o la bambina in questione infatti spesso cerca di nascondere e negare l'accaduto, a differenza di quanto avviene per l'enuresi, più difficile ovviamente da negare. Anche in questo caso la cosa non è disturbante in sè per il bambino, così come non lo era fare la cacca nel pannolino e tenersela lì fino al momento del cambio, quando era piccolo. Diventa disturbante perchè spesso diventa occasione di uno scontro più o meno aperto con l'ambiente, i genitori, gli insegnanti. i compagni. Però questa guerra aperta è solo la conseguenza dello scontro coperto, nascosto che muove il bambino, per qualche motivo. Spesso è l'unica manifestazione di opposizione e rifiuto di accettare le regole, a differenza di altri bambini rifiutanti ed oppositivi che però agiscono su altri piani comportamentali ma non su quello del comportamento sfinterico. L'uso degli escrementi come strumento contro l'autorità
resta nella cultura e nel linguaggio, dove imprecazioni e offese fanno ricorso spesso a parole di argomento escrementizio, quando addiritture gli escrementi in sè non sono usati concretamente come dileggio ed offesa.
Un altro comportamento può far parte del quadro, anzi si solito in maggior o minor entità lo è quasi sempre: la ritenzione delle feci nell'ultima parte dell'intestino. Il bambino trattiene le sue feci, anche per vari giorni, e spesso cede alle insistenze degli adulti solo perchè costretto, con interventi vari tipo lassativi prima e clisteri alla fine, che ottengono quanto atteso dagli adulti. A volte il bambino si destreggia fra i due estremi emettendo nelle mutande solo piccole quantità di feci, di nascosto, che prima o poi vengono scoperte.
E' uno scontro per il potere, in effetti: il potere di chi controlla quella parte del corpo e la sua funzione. Come è noto anche il mangiare, e la prima parte del canale alimentare, può diventare un luogo di scontro, spesso tremendo e prolungato, talora anche mortale. E' il caso dell'anoressia mentale. Ma non è una lotta per il potere in sè, direi, ma per così dire l'ultima arma che il bambino sente di avere per protestare e pretendere di vedere riconosciuti i suoi bisogni e i suoi diritti, spesso trascurati e non riconosciuti dagli adulti.
Spesso per fortuna in questa sfera lo scontro si risolve meno drammaticamente, con alterne vicende, e dopo qualche anno il sintomo scompare. Ma nei casi meno fortunati è solo perchè viene cambiato il campo di battaglia, anche perchè la maturazione fisica e mentale nell'adolescenza offre altri strumenti per continuare la guerra con il mondo degli adulti e le sue richieste, in quella determinata situazione familiare e sociale.
Che fare quindi quando un bambino presenta un sintomo simile? Da quanto sopra dovrebbe emergere che è necessario in questi casi andare oltre il semplice controllo del sintomo, ma che occorre invece cercare di svelare e affrontare diversamente la situazione in cui si è creato questo scontro, cercando con pazienza di mettere a fuoco le posizioni delle parti in causa e cercando una mediazione accettabile da entrambe. E' una questione piuttosto importante per lo sviluppo complessivo della personalità.

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