Bolle e pifferai

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Mi è venuto da tempo da usare l'espressione 'bolla dell'autismo'. E' diventato anche il titolo di un libro che spero di pubblicare prima o poi, ma il suo significato mi si è progressivamente chiarito ed ampliato fino a diventare l'immagine della condizione in cui vedo trovarsi molti bambini caduti con le loro famiglie nella trappola dell'autismo, o dello 'spettro autistico', come suona oggi la diagnosi prevalente.
In questa immagine i bambini sono progressivamente avvolti e sequestrati come in delle bolle di sapone semitrasparenti che li rendono sempre meno visibili agli altri. La bolla è fatta delle paure, delle ansie, delle ossessioni degli adulti che vedono sintomi e segni di autismo nei bambini e non vedono più il bambino nella sua globalità. Per effetto dell'informazione sull'autismo – o meglio si potrebbe dire pubblicità e propaganda di metodi diagnostici e terapeutici – che si trova in ogni dove e in ogni momento, tranne forse in questi giorni del coronavirus che ha fatto passare in secondo piano anche la “giornata della consapevolezza dell'autismo” , i bambini vengono letteralmente ricoperti di qualcosa che rende sempre più difficile il contatto fra loro e le persone intorno, genitori, parenti, insegnanti, ecc, che non sono più attenti a loro ma solo ai sintomi, segni, aspetti, comportamenti ecc che diventano la sola cosa che vedono.
Una dimostrazione casuale di ciò la trovo ad esempio nei filmati che molti genitori mi mandano per avere un consulto sul loro bambino. Molto spesso questi filmati riprendono solo il bambino, spesso in primo piano, o addirittura solo una parte di lui, per mostrarmi appunto i sintomi o i segni o i comportamenti che preoccupano i genitori. Questo nonostante le mie istruzioni scritte che indicano di riprendere il bambino nella sua quotidianità, con le persone abituali, in momenti di gioco o altri insieme alle persone, per vedere il bambino in toto nel suo ambiente. Pensavo finora che questa incomprensione sui filmati, fra quello che chiedevo di vedere e quello che mi mandavano, dipendesse da difficoltà tecniche, più che altro, invece forse riflettono proprio lo stato d'animo delle persone che non vedono più il bambino per intero ma solo i particolari, i sintomi, le stranezze che occupano ormai tutto il loro interesse e la loro preoccupazione. Come reagiranno i bambini in questione, a vedersi circondati di adulti che per così dire li trattano come robot da far funzionare, che chiedono loro di salutare, di rispondere, di indicare, di consegnare un oggetto, anche senza alcun motivo sensato, senza badare se i bambini sono interessati o no. Temo che progressivamente questi si sentano sempre meno capiti e sempre meno interessati alle proposte assurde degli adulti e rinuncino a comunicare con loro e cerchino invece di fare da sé. Si crea così un circolo vizioso che accentua il distacco dei bambini e la difficoltà di interagire con loro.
Da tutto questo viene una raccomandazione ai genitori: cercate di non cadere nella trappola di scambiare vostro figlio per una serie di abilità assemblate insieme, come in un robot, ma cercate di considerarlo una persona con le sue caratteristiche, le sue preferenze e antipatie e le sue abitudini e i suoi diritti. E ricordate che una comunicazione, un contatto, un rapporto è sempre una questione che ha due lati, come una telefonata, in cui ci sono due apparecchi, due microfoni e due ricevitori e un cavo per il collegamento (o delle onde elettromagnetiche in caso di wireless), e la telefonata, il contatto, la comunicazione dipendono da entrambe le parti e dai mezzi di comunicazione. Le interferenze e le difficoltà possono collocarsi in ogni punto della linea di comunicazione, e non solo da una parte, cioè nel bambino.

Di pari passo mi veniva anche l'immagine del pifferaio di Hamelin, in Italia noto come il Pifferaio magico, che porta via i bambini col suono del suo piffero, per punire i cittadini del paese che non hanno ripagato i suoi servigi con cui li ha liberati dai topi che avevano invaso il villaggio. Niente a che fare con il Flauto Magico di Mozart, capolavoro assoluto, qualche somiglianza invece con chi oggi cerca di persuadere i genitori ad affidare a loro i figli, per molte ore al giorno, per 'curarli' con dubbie terapie, senza badare a quello cui li sottopongono, con la scusa che quelli sono gli esperti mentre i genitori no, e non s'accorgono che stanno portando via i bambini, la loro personalità, per rendere ai genitori dei robot automatizzati, degli essere ammaestrati che ripetono le prestazioni che hanno dovuto imparare... Più che mai chiusi nelle loro bolle sempre più spesse.

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.