Bambino di 10 anni

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

In premessa, vorrei descrivere le ragioni della richiesta e le condizioni del bambino.
Mio figlio ha 10 anni, nei primi anni di vita sembrava che tutto procedesse regolarmente, anche se ha sempre avuto una certa irrequietezza.
Tuttavia è cresciuto come i primi due fratelli, accudito dalla mamma, dalla nonna, da una cugina molto affettuosa e, in generale, da tutti noi. Ha frequentato una ludoteca dove aveva normali rapporti con altri bambini.
Tutto sembrava procedere regolarmente, quando verso la fine del terzo anno di età, le insegnanti della scuola materna ci dicono che il bambino non parla e in generale si isola dal resto della classe.
A quel punto è iniziato il nostro dramma familiare!
Abbiamo iniziato ad osservare il bambino e, in effetti, abbiamo notato che non parlava più, che si isolava da tutti e rispondeva solo ad alcuni stimoli e sollecitazioni: soprattutto quando io lo portavo in giro per giocare in compagnia di due amichetti...
Abbiamo fatto diagnosticare il bambino da un centro specializzato delle nostre parti ed è uscita la diagnosi di disturbo dello spettro autistico.
Siamo andati a Siena, Ospedale Santa Maria Le Scotte, dove la diagnosi è stata analoga.
Abbiamo iniziando con psicoterapia, logopedia, terapia comportamentale.
Poi ci siamo rivolti ad un altro centro specializzato che ha iniziato a seguire il bambino a casa e a scuola.
A scuola elementare, dal primo al terzo anno, il bambino è stato affiancato da un assistente alla comunicazione per 4 ore al giorno.
Quest’anno, quarto anno di scuola elementare, abbiamo fatto assegnare un assistente alla comunicazione per 3 ore e un insegnante di sostegno per due ore: entra alle 8:30 ed esce alle 13:30.
Attualmente il bambino legge sillabando, scrive frasi semplici (grafia molto rudimentale) ed esegue semplici operazioni di matematica.
Dal punto di vista motorio il bambino è normalissimo, corre, nuota, va in bici, ma soprattutto si arrampica ed ha un notevole equilibrio.
Gioca alla Nintendo e, purtroppo, guarda molti cartoni animati in Tv e smartphone.
I problemi del bambino, in sintesi, sono:
- una forte ecolalia che lo accompagna durante tutta la giornata: ripete frasi dei cartoni animati o frasi di vita reale
- un linguaggio molto povero e non funzionale
- problemi comportamentali e relazionali dovuti alla ecolalia ed al linguaggio decontestualizzato
- una forte iperattività e disturbo dell’attenzione: sembra sempre su un altro mondo anche se ascolta attentamente e risponde se l’argomento è di suo interesse.
È molto selettivo nel mangiare ma, per molti aspetti, non è molto diverso da me, dalla sorella o dal fratello (anche io da piccolo mangiavo poche cose e lo stesso vale per la sorella).
In sintesi, il bambino è molto vivace, affettuoso, ha una grande voglia di vivere ma incontra grandi difficoltà con gli altri bambini che lo tengono lontano a causa delle sue stranezze nel linguaggio e nel comportamento.
Vorrei capire quale strada percorrere e se devo far ricorso a farmaci, come suggerito da tutti i medici che abbiamo consultato.
Ritengo che sarebbe opportuno un periodo di osservazione per il quale posso dire che siamo disponibili a venire a Firenze o altra località che vorrà indicarci.
Grazie!
...
Segue il questionario:

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QUESTIONARIO SULLO SVILUPPO PSICOMOTORIO SIMBOLICO-LINGUISTICO E RELAZIONALE

composizione familiare; età dei componenti: siamo una famiglia di 5 componenti, padre 51 anni, mamma 52 anni, la primogenita di 19 anni, il secondo di 18 anni e infine ...di 10 anni.

Nessun problema particolare nè di natura fisica, nè psichica nè neurologica per i primi due figli.

... è nato il 19 febbraio 2011 e, dunque, ha 10 anni compiuti

problemi in gravidanza: non ci sono stati particolari problemi. La mamma, durante le precedenti gravidanze, aveva avuto problemi legati ad un calo di ferritina che, durante l'ultima, sono stati limitati notevolmente.

NASCITA
a che settimana: ... è nato alla 42^ settimana
Parto ( naturale, cesareo - eventuali motivi-, difficoltà): cesareo,
alla nascita : peso, altezza, circonferenza cranica ...
(eventuali curve di accrescimento epoche successive)……...
indice di Apgar: 1'……./ 5'……….. durata del ricovero in ospedale: 3 giorni in clinica.

PRIMI MESI
allattamento: materno, fino a 2 anni e mezzo, il distacco non è stato semplice anche per un forte attaccamento della madre, il cui spirito di protezione è stato sempre molto elevato
inizio pappine, minestrine, ecc: è sempre stato molto selettivo, da piccolino, a parte il latte materno e, successivamente, quello artificiale, beveva molti succhi di frutta alla pera ed ha iniziato a mangiare con grande difficoltà pochi alimenti (pasta con pomodoro o con lenticchie, carne, uova), ha sempre bevuto poca acqua, niente frutta, niente pane. Mangia brioche e dolci che gli piacciono (non tutti).
ritmo sonno veglia nei primi mesi, orari, difficoltà: il bambino ha sempre dormito bene, anche in presenza di rumori (tv accesa, persone che parlavano)
persone che lo accudivano: il bambino è stato accudito soprattutto dalla mamma, dalla nonna e fino a due anni, da una cugina.

eventuale ritorno al lavoro della mamma: la mamma è tornata al lavoro dopo il periodo di astensione post partum, facendo gli orari di insegnante di scuola elementare, dunque, principalmente le mattine, quando il bimbo è rimasto con la nonna e la cugina, al quale era molto legato

persona sostitutiva ( nonni, babysitter,...): la nonna materna e la cugina, fino a circa due anni. Reazioni del bimbo: apparentemente sereno

EPOCA SUCCESSIVA
alimentazione: dai 3 anni/3 anni e mezzo, abbiamo iniziato a forzare l'alimentazione, mettendo da parte i succhi di frutta e forzando la somministrazione di pasta (pomodoro o lenticchie), carne (sia cotolette che bistecche), che uova. Il bambino mangia pure brioches. Non mangia frutta e beve ancora poca acqua.

Il bambino ha sempre dormito con i genitori e, di norma, va a dormire quando va la mamma. Di norma il sonno è regolare.

Da piccolino ha guardato tanta televisione (cartoni animati) e, a circa 3 anni e mezzo, quando le maestre dell'asilo hanno evidenziato alcune anomalie, ha fatto parecchio uso della Tv. A circa 3 anni e mezzo le maestre dell'asilo ci dicono che ... non parla e si isola e, in quel momento, ci accorgiamo che qualcosa non va.

In effetti, fino a quel momento non aveva dato particolari segni di anomalie; era affettuoso, parlava, andava in ludoteca dove giocava con i coetanei, insomma, a parte una certa iperattività, il resto sembrava normale.

Da quel momento, ossia dai 3 anni e mezzo, il vocabolario del bambino scompare quasi del tutto, non aggancia più lo sguardo, e cominciano i problemi comportamentali e relazionali nel senso che è iperattivo e non riesce ad avere un dialogo nè con i coetanei, nè con i grandi, seguendo con molta fatica i lavoretti durante l'orario scolastico.

- SVILUPPO PSICO-MOTORIO:dove veniva tenuto preferenzialmente dopo i primi mesi, da sveglio: il bambino stava in braccio della mamma, della nonna, della cugina, fino a due anni; il papà, la sorella ed il fratello facevano molta fatica a tenerlo in braccio.

Ha iniziato a camminare molto presto (9/10 mesi) ed ha avuto sempre grandi capacità motorie e di coordinamento

primi spostamenti a che età e come: ha iniziato a camminare molto presto, a circa 9/10 mesi
capacità motorie attuali: il bambino è molto dotato, ha grande resistenza, buona forza fisica e soprattutto grande equilibrio: ama tantissimo arrampicarsi
controllo sfinterico (pipì e popò nel vasino/wc) a che età: dai 3 ai 4 anni ha avuto grandi problemi di evacuazione, nel senso che, non evacuando frequentemente, produceva feci di notevoli dimensioni che talvolta provocavano anche ferite sanguinolente dell'ano. Bisognava molto spesso stimolare l'evacuazione con manovre fisiche.

- SVILUPPO RELAZIONALE RELAZIONE e COMUNICAZIONE nel primo anno di vita: apparentemente normale, nulla di strano

primi sorrisi: nella norma, 5/6 mesi
curiosità verso oggetti e persone, attenzione,seguire con lo sguardo: nei primi mesi tutto nella norma, salvo una evidente iperattività
Modi di comunicare e richiamare l'attenzione: modalità vocale e gestuale
Successivamente:
facilità a capirlo e interagire: fino ai 3 anni nella norma, intorno al 3 anni il bambino ha iniziato progressivamente a parlare di meno e relazionarsi di meno
facilità al pianto e facilità a consolarlo, coccolarlo: non è mai stato un piagnucolone
reazione di fronte a persone e ambienti nuovi (diffidenza, paura, pianto...): no, normalmente si è sempre adattato a tutti e soprattutto si è sempre affezionato a tutte le persone che hanno avuto contatti con lui
modalità di accudimento: la madre è sempre stata molto ansiosa; il padre nei primi anni non ha dedicato grandi attenzioni, anche perchè l'iperattività del bambino lo rendevano poco "docile" e, dunque, difficile (ad esempio, mentre aveva portato i primi due figli in bici, fin da piccoli, con ... non è stato possibile perchè una volta messo dentro il seggiolino ha voluto scendere immediatamente).

FIGURE PRINCIPALI cui è attaccato: attualmente il bambino è molto legato alla mamma, al papà, al fratello maggiore Ugo (meno alla sorella: ha un debole per i maschi). Poi è legato ad alcuni amichetti (), ma anche alla nonna e alcuni amici di famiglia ed i loro figli ( e i cuginetti ). In generale ama stare in compagnia e quando costoro si allontanano sprofonda in crisi di pianti e sconforto. Partecipa molto volentieri a tutti gli incontri con i familiari e, anzi, non vorrebbe mai separarsi.

REAZIONI AL DISTACCO dai genitori: quando manca la mamma o il papà chiede di loro, ma non è particolarmente apprensivo, apparentemente sembra un poco distaccato.

INTERESSE E CURIOSITÀ VERSO LE PERSONE: è molto interessato agli altri bambini, con i quali vorrebbe giocare ma non riesce per via del suo modo anomalo di parlare e interloquire. Mostra molto interesse anche verso gli adulti che conosce: amici e familiari. Il bambino ha una grande vitalità, una grande voglia di stare in compagnia e soprattutto con altri bambini, ma non riesce per via delle frasi strane che pronuncia e dei gesti e comportamenti altrettanto strani: parla sempre menzionando frasi di cartoni animati.

CONDIVISIONE cerca di coinvolgere, condividere interessi, attività, stati d'animo? cerca l'attenzione delle altre persone, magari per farsi battere le mani, o dire bravo, ecc? Attivamente.... Solo passivamente .... Non è interessato a condividere ...: cerca sempre di coinvolgere gli altri nei suoi giochi di movimento (vorrebbe sempre giocare a rincorrersi, nascondino, videogiochi, altri giochi come il Lego Mario). Quando gli diciamo "bravo" mostra un senso di imbarazzo ma lo gradisce.

- SVILUPPO SIMBOLICO - LINGUISTICO LINGUAGGIO (età di inizio dei vari punti indicati):
lallazione, gorgheggi: lo sviluppo linguistico del bambino è parso regolare, come per i primi due anni, abbiamo notato un arresto verso i 3 anni/ 3 anni e mezzo quando il linguaggio è quasi scomparso del tutto
prime parole: 11 mesi/1 anno
due parole insieme: non ricordo
uso del no e del sì: 15/18 mesi
frase minima (verbo e sostantivo): non ha mai pronunciato frasi articolate, ma solo frasi povere del tipo “papà, al campo” oppure “papà il treno”. Negli ultimi mesi riesce a pronunciare frasi leggermente più complesse e talvolta a raccontare quello che gli accade.
capacità di dialogo: il dialogo è molto difficoltoso, il bambino sembra avere in mente alcuni concetti che, però, non riesce ad esprimere in maniera corretta. Ha un vocabolario molto limitato e sta imparando lentamente a leggere e scrivere: frequenta il quarto anno di scuola elementare.

INTERESSE E CURIOSITÀ PER GLI OGGETTI
USO DEI GIOCHI e degli oggetti: sa andare in bici, nuota, usa l'hoverboard, usa molto bene tutti i giochi tipo altalena, scivole e, in generale, tutti i giochi di parchi. Usa bene anche il videogioco alla TV ed anche su Smarthphone. Ha difficoltà nei movimenti di precisione con le dita: la psicomotricista parla di difficile prensione fine. Di recente ha iniziato ad avere interesse per i Lego che monta solo quando solo quelli del suo personaggio preferito Super Mario Bros. Ama viaggiare con ogni forma di locomozione (in auto, treno, nave, motoscafo, aereo).

Ha qualche difficoltà nei giochi con la palla (calcio, tennis, ping pong). A 2/3 anni, invece, calciava benissimo di sinistro!

DISEGNO SPONTANEO

Da circa due anni disegna pupazzi per rappresentare mamma, papà, amichetti. Il disegno, però, è molto povero.

scarabocchio , linee, cerchi... omino-testone ... figure, casetta, ecc: è molto in ritardo, ha iniziato a colorare figure con grosse sbavature, adesso è molto migliorato; ...

ATTENZIONE nelle varie attività e interessi: per i giochi di suo interesse l'attenzione è prolungata. Per le cose che non gli aggradano, invece, l’attenzione è molto breve e inconstante.

COMPRENSIONE DELLE COSE E DELLE RICHIESTE: comprende bene i concetti semplici e le richieste semplici. Apparentemente sembra che capisca tutto quello che è di suo interesse. Il resto sembra che non lo interessi affatto.

COMUNICAZIONE DEI SUOI BISOGNI E DESIDERI: comunica bene i suoi bisogni quali la fame, il sonno, bisogni fisiologici

UMORE

- COMPORTAMENTO
(tranquillo, iperattivo, capriccioso, ecc): il bambino è iperattivo, molto oppositivo, distratto, mostra una scarsa propensione alle regole, agli orari, ai limiti. Obbedisce con molta fatica e dietro rinforzi o minacce.
Ha paura per il gattino, che abbiamo preso da circa un anno, non vuole farlo uscire al balcone e nemmeno nelle stanze di casa.

In generale è difficilmente gestibile.
Ha paura di alcuni pupazzi piccoli: quando si trova in una stanza e si accorge della presenza di alcune statuette (Madonna, Gesù) chiede che vengano messe dentro i cassetti

- SCOLARIZZAZIONE
asilo nido: fino a 6 anni. Dalle 9:30 alle 12:30.Molto difficile accompagnarlo e molto difficile la permanenza in classe, dove partecipava con molta fatica alle attività. Non ha avuto insegnante di sostegno.

Scuola materna: è andato a scuola a 6 anni e mezzo. Ha avuto fin dal primo anno un assistente alla comunicazione, frequentando dalle 8:30 alle 11:30. Ha seguito un programma molto ridotto. Quest'anno abbiamo affiancato all'assistente per la comunicazione anche una insegnante di sostegno: 3 ore la prima e 2 ore la seconda, dunque il bambino osserva l'orario 8:30 - 13:30 (arriva sempre verso le 8:45). In classe sembra ben inserito, anche se con le sue peculiarità dovute alla iperattività, ecolalie, povertà di linguaggio.
Successive scuole ....... apprendimento ........ comportamento .........

RAPPORTI SOCIALI, occasioni di incontri con altri, parenti, amicizie, ambiente extrafamiliare: il bambino esce tutti i pomeriggi con il padre che lo porta fuori con sè ed alcuni amici. Il fine settimana e tutte le volte che è possibile il padre lo fa incontrare con alcuni amichetti trascorrendo i pomeriggi dei fine settimana. Lo stesso avviene durante le vacanze estive o le feste, quando si cerca di offrire una frequentazione con amici o parenti (ospitati nella casa a mare, in campagna, etc. etc).

- SITUAZIONE AMBIENTALE E FAMILIARE
altri conviventi (nonni, parenti, ecc): a casa vivono i genitori, la sorella ed il fratello. La nonna viene quasi tutti i giorni per pranzo e molte volte rimane anche nel pomeriggio.

Sono molto frequenti le visite di amici e parenti o presso amici e parenti, anche per più giorni (soprattutto a mare).

Organizzazione familiare per l'accudimento (orari dei genitori, nonni, baby sitter, ecc: fino a 3 anni il bambino è rimasto a casa con la nonna e la cugina, frequentando la ludoteca dell'altra cugina. Quando ha iniziato a frequentare la scuola materna, nei pomeriggi ha continuato ad andare in ludoteca. Da quando ha iniziato ad andare a scuola elementare la mattina viene vestito dalla mamma, accompagnato dal padre che lo riprende alle 13:30. Durante l'orario scolastico è seguito da una assistente alla comunicazione (3 ore) e un insegnante di sostegno (2 0re). Il pomeriggio viene seguito per due pomeriggi la settimana circa terapie comportamentali (2 ore per due pomeriggi), esce con il padre (dalle 15:00 alle 17:00) e poi rimane con la madre o la nonna, talvolta uscendo anche per fare visita a parenti.

Nei fine settimana il bambino esce con il padre che favorisce la frequentazione con amichetti, parenti e amici, coinvolgendolo in svariate attività sportive: bici, hoverboard, nuoto, escursioni naturalistiche, gite fuori porta, campeggi all’aperto etc. etc. Tutte attività che gradisce tantissimo e che non vorrebbe mai che finissero.

Quando la sera il bambino arriva stanco a casa, invece di avere un comportamento rilassato e calmo, è ancora più irrequieto: gira vorticosamente per casa, salendo sui divani, sui mobili e in generale sembra inarrestabile!

La mamma è molto permissiva. Il papà è molto più precettivo, anche se consente al bambino di fare molte attività. La sorella non dedica molto tempo. Il fratello maggiore (attualmente 18 anni) vive con grande disagio la situazione e cerca di stare lontano, almeno fuori casa. In generale non ha accettato il problema, anche se vuole bene al fratellino.

Il bambino è molto oppositivo e tende ad essere prepotente e imporre le sue esigenze. Passa molto tempo davanti alla TV e con il telefonino.

- EVENTI PARTICOLARI,

cambiamenti, trasferimenti, nascite, lutti, malattie di familiari, difficoltà, ecc.: nulla di particolarmente rilevante
Visite mediche, ospedale, altro......
Eventuali esami fatti e referti (Udito, vista, eeg, rmn,...): il bambino è stato diagnostica presso l'IRCCCS Oasi Maria SS di Troina, con un disturbo dello spettro autistico e ADHD. Analoghe diagnosi sono state fatte dall'Ospedale Santa Maria Le Scotte di Siena.

Altre osservazioni: il bambino ha avuto uno sviluppo apparentemente nella norma fino a 3 anni e mezzo, quando le maestre dell'asilo ci hanno segnalato alcune anomalie (non parlava e si isolava). In quel momento, come all'improvviso, è sorto il problema e, in effetti, ... non ha più parlato e si è isolato da tutti. Sono iniziate le visite mediche, i consulti, le terapie (psicomotricità, logopedia, terapia comportamentale). A circa 5 anni ha ripreso a parlare in un crescendo continuo, fino a quando sono esplose le ecolalie che lo affliggono da circa 4 anni, in maniera continua e molto spesso incontrollabile (a casa, in classe, in qualunque condizione). Da qualche mese sembra che il fenomeno si sia leggermente attenuato. Permangono, invece, le difficoltà linguistiche, l'iperattività, un forte disturbo dell'attenzione che lo condiziona non poco sia durante le attività scolastiche che durante il resto della giornata. Attualmente il bambino ha una grande voglia di giocare con altri bambini ma incontra grandi difficoltà per via del linguaggio inappropriato e delle ecolalie: durante tutta la giornata ripeta continuamente le scene di cartoni animati o altre scene di vita realmente vissute.

La situazione mi sembra complessa e difficile da capire. La diagnosi ricevuta non spiega alcunchè, anche se dà l'idea di sapere di cosa si tratti, falsamente, a mio avviso, perchè non si sa cos'è lo spettro autistico, se non una spiegazione tautologica. ( é autistico perchè ha sintomi autistici...)
Mi sembra che ci siano aspetti ambientali, l'allattamento protratto, il rapporto fisico stretto con la madre, dorme tuttora con lei, la troppa televisione, che fanno pensare allo 'pseudo-autismo',( link nella colonna qui a destra) ma il ritardo cognitivo notevole, sembrerebbe, farebbe pensare a qualche sindrome neurologica con ritardo mentale, a meno che non sia il risultato di una esperienza scolastica insufficiente. La vita extrascolastica descritta, col papà, ecc, sembra molto più adeguata...
Sembra esserci stata una crisi di sviluppo fra i tre e i cinque anni, con regressione o arresto dello sviluppo, in parte forse coincidente con l'uscita dall'alveo familiare esclusivo in cui prima stava, forse con un effetto traumatico del contatto col mondo esterno, l'asilo, gli accertamenti vari, gli interventi fatti che a volte costruiscono come una gabbia, una bolla, intorno al bambino,impedendogli esperienze normali, per 'proteggerlo'...
Mandatemi qualche video attuale per cercare di capirne di più.

Nei video che ho visto, quello in cui recita un augurio al papà per la sua festa, e poi in quello in cui è in casa con i familiari, non so se c'è la tv accesa, lui è al tavolo con dei giochi di costruzioni, e poi si alza e vuole essere rincorso dal papà, che sta facendo il video.
Negli altri due è ai 'salterini' o come si chiamano e mostra che non ha nessun problema motorio a fare salti e capriole
Devo dire che nei due video sopra non mostra alcun problema di sviluppo o comportamento: il contatto, l'attenzione, il linguaggio mi sembrano normali. Appare un ragazzo sveglio, intelligente. Non mi sembra che ci sia alcuna malattia specifica ( tanto meno quel calderone privo di senso che è lo spettro autistico) alla base dei problemi descritti. Anche l'ADHD è una diagnosi fantasma: se uno è 'iperattivo', cioè sempre in movimento, e facilmente distratto, allora viene detto che ha il Disturbo di attenzione con iperattività: una tautologia ovviamente, un sintomo trasformato in una malattia di cui non c'è la minima dimostrazione medica.
Mi mandereste, in copia, le sue pagelle di scuola avute finora?

Sono riuscito a vedere il lungo filmato in cui il ragazzo gira intorno al tavolo di cucina parlando fra sè, facendo vari suoni, ( che si confondono con quelli della televisione accesa...). Ma si interrompe alcune volte per venire dal papà che sta registrando a chiedergli cosa sta facendo, interessato, anche qui con modo di fare normalissimo.
Bisognerebbe sapere come è nata questa abitudine. Ripeto, non mi sembra un ragazzo 'malato', ma forse ha preso abitudini strane. Non ha altro da fare in quei momenti? Non c'è modo di interromperlo ?( visto che per la curiosità si interrompe da sè, per poi riprendere.) che succede se viene invitato a fare qualcosa... Non sarà che si annoia? Non fa qualche sport, qualche attività fuori di scuola ( a parte il Covid ora...)? Andate in bicicletta, a volte? Avete mai cambiato una gomma, ecc, forse gli interesserebbero cose pratiche, da fare... mi sa che imparerebbe in fretta.
Sareste disposti a chiacchierare con me in una video chiamata per parlare di queste cose? Con tutti insieme...
E qualcuno vorrebbe dargli dei farmaci... mi dice quali e perchè e a che scopo?

buonasera Dott. Benedetti,
Lei mi chiede com'è nata l'abitudine del bambino a girare intorno al tavolo: in realtà è una cosa che fa tutti i giorni, a tarda serata. Alcune volte, in estate, ma anche in inverno, ho portato il bambino a fare delle lunghe passeggiate che a lui piacciono tantissimo ma, al ritorno, se non è proprio distrutto, ripete il rituale. La mia sensazione, anzi, è che la stanchezza causi una sorta di eccesso di adrenalina che lo spinge a camminare per casa: in passato saliva e scendeva dai divani, dai tavoli, dai mobili, etc. etc. In realtà non c'è modo di interromperlo, nè attirando la sua attenzione, nè, tanto meno, invitandolo semplicemente a arrestarsi. In passato pensavo che facendolo stancare durante la giornata avrei evitato questo ma ho ottenuto risultati opposti, persino peggiorando le cose.
Il bambino fa molti sports e li fa molto bene: gli ho insegnato ad andare in bici, a nuotare, ad andare sull'hoverboard (cosa difficilissima!) e persino in moto (gli ho aggiustato un motorino da cross che aveva il fratellino ed ha imparato molto facilmente a guidarla). Di recente sta tornando a manifestare interesse per il calcio ma fino ad oggi non sono riuscito ad aggregarlo ad attività di sport di squadra. Considerato che negli ultimi tempi sta notevolmente migliorando, tanto che ha iniziato a frequentare un corso di Karate (non senza difficoltà dovute alla irrequietezza), voglio provare ad inserirlo nella pallamano, dove un c'è un istruttore particolarmente attento ed in grado di supportarlo. Prima del Covid frequentava quotidianamente una ludoteca che, però, non credo l'abbia aiutato molto, anzi da piccolino stava tutto il giorno davanti il videogiochi a guardare i più grandi giocare e non credo affatto che sia stato un male non averla più frequentata anche a causa della pandemia.
Ribadisco che proprio in questi ultimi giorni il bambino sta facendo tanti piccoli, costanti e quotidiani passi avanti, ma il problema dell'ecolalia persiste (anche se le maestre riferiscono che è più attenuato), così come esiste il problema del linguaggio, ancora molto povero e decontestualizzato (anche in questo caso, però, aumentano ogni giorno le frasi, seppur semplici, agganciate alla realtà: ad esempio, molto spesso prova a raccontare cosa ha fatto.
A breve le invierò le pagelle scolastiche ma le anticipo che è molto indietro con il programma: frequenta la quarta elementare e finalmente ha iniziato a leggere sillabando e fare qualche semplice operazione aritmetica. Il fatto che possa essere uno, due o tre anni indietro non è un problema, essendo più importante che il bambino acquisisca in tempi non troppo lontani le competenze necessarie per una vita regolare.
Mio figlio presenta molti aspetti di un bambino (o, come lo chiama lei, ragazzo) normalissimo, anzi, per certi versi, è veramente un fenomeno (soprattutto nelle attività motorie) ma, allo stesso tempo, presenza alcuni sintomi che gli impediscono di vivere bene nei contesti in cui si trova perchè i suoi coetanei non riescono ad "accettare" il fatto che uno di loro ripeta continuamente le frasi di cartoni animati piuttosto che frasi pronunciate da altri in contesti diversi, così come non riescono ad "agganciare" una discussione seppur semplice vista l'età dei protagonisti: ad esempio, quando uno dei suoi amichetti con i quali lo faccio uscire nei fine settimana gli chiede "cosa hai fatto stamattina a scuola", il bambino non risponde affatto perchè distratto in altri pensieri ovvero, quando non lo è, non riesce a farlo perchè sembra che non riesca ad elaborare il pensiero: si vede che prova inizialmente a sforzarsi ma poi non riesce e abbandona quasi frustrato.
Io sono perfettamente d'accordo con lei nel non voler somministrare alcun farmaco, ma vorrei aiutarlo ancora di più ad evitare le ecolalie, i versi ed i gridolini strani, così come gli eccessi motori. Lo vorrei aiutare nella concentrazione e consentirgli di elaborare correttamente un pensiero, pronunciarlo e partecipare attivamente ad una conversazione soprattutto con i coetanei. Devo dire che negli ultimi anni è migliorato tantissimo, essendo impensabile che potesse rimanere in classe ben 5 ore senza creare il pandemonio e, invece, ci siamo riusciti, così come siamo riusciti a fargli imparare e mangiare con le proprie mani, lavarsi, andare in bagno, vestirsi (a parte il rito dei lacci delle scarpe) e, in generale, fare molte delle cose che fanno i bambini alla sua età, ma sono consapevole che vi sono aspetti che gli impediscono di vivere una vita normale e che, forse, potrebbero essere attenuati o persino eliminati.
Mi faccia sapere quando le verrebbe meglio per la video chiamata, magari ci sentiamo prima telefonicamente per discutere dei particolari.
Grazie sempre

Per la videochiamata mi contatti per email, per favore.

buongiorno dott Benedetti, mi faccio sentire nuovamente dopo ...le vacanze estive durante le quali abbiamo cercato di organizzare una serie di iniziative per il bambino, nel tentativo di aiutarlo nelle sue difficoltà.
Infatti, lo abbiamo iscritto dapprima ad una sorta di Grest estivo al quale ha partecipato ma con qualche difficoltà, nel senso che non ha partecipato ai giochi di gruppo (se non per pochi minuti) ed è rimasto in piscina sostanzialmente da solo.
Poi l'ho iscritto in un altro Grest dove opera una persona che si è preso l'impegno di seguire da vicino il bambino che, quindi, è andato per 4 volte. L'iniziativa non è andata malissimo perchè il primo giorno è rimasto mezz'ora e l'ultimo giorno è rimasto tutto il tempo, ossia circa un'ora e mezza. Non ha seguito gli stessi giochi che facevano gli altri bambini ma, quanto meno, è rimasto insieme al gruppo facendo cose più semplici (il primo giorno si è messo accanto all'istruttore utilizzando il fischietto dietro istruzioni e gli altri giorni è stato accanto ad altri bambini nel tentativo di seguire, seppur distrattamente, il gioco).
Poi siamo andati a mare e siamo tornati il 26 agosto. Nel corso di questa estate abbiamo fatto venire a casa nostra due cuginetti, rispettivamente dell'età di 9 e 12 anni, con i quali mio figlio si è trovato benissimo. Avevamo provato l'esperienza anche l'anno scorso ma dopo 10 giorni l'abbiamo sospesa perchè ad un certo punto si era creata una netta frattura tra mio figlio, distratto e disinteressato, ed i due fratellini. Quest'anno, invece, devo dire che almeno per l'80% del tempo i tre cugini hanno giocato insieme ed hanno mantenuto un rapporto costante e soprattutto affettuoso.
Si è trattato di un grande passo avanti, anche perchè devo dire che in questo periodo si sono leggermente attenuate l'iperattività e l'ecolalia differita, mentre è uscita fuori una ecolalia immediata, nel senso che il bambino, da circa due mesi, ha iniziato a ripetere le frasi che pronuncia uno due cugini ed un amichetto di nome Giuseppe.
In sintesi, provo a descrivere lo stato attuale del bambino:
- a livello motorio il bambino svolge perfettamente alcune attività, quali il nuoto, la bici, la moto, l'hoverboard. Ha iniziato a giocare con la palla (da calcio e da pallamano) ma non riesce a coinvolgersi in pieno nel gioco;
- le ecolalie differite sono leggermente sfumate, ma sono spuntate le ecolalie immediate, in quanto ha iniziato a ripetere le frasi del cugino o dell'amichetto che ha iniziato ad imitare anche nei movimenti;
- il linguaggio sembra arricchirsi ogni giorno di qualche parola e persino di qualche frase compiuta, ma resta sempre il problema più grave, nel senso che il bambino non riesce a intraprendere una discussione; sembra che abbia in mente qualcosa che voglia dire, inizia sforzandosi, non riesce e poi si abbandona a frasi stereotipate;
- dal punto di vista comportamentale a me sembra che le cose non vadano male, in quanto il bambino ha voglia di stare insieme agli altri bambini, accetta volentieri la presenza di adulti. Il problema, semmai, risiede nel fatto che quando si trova in compagnia assume atteggiamenti bizzari soprattutto nel linguaggio che lo allontanano dai suoi interlocutori, soprattutto quando sono bambini. Per fortuna, come le dicevo, questa estate siamo riusciti ad avere la compagnia prolungata dei due cuginetti che sono stati di grandissimo supporto per mio figlio, perchè hanno accettato le difficoltà del bambino e lo hanno aiutato tantissimo. Adesso però le vacanze sono finite ed i cuginetti devono tornare a casa, che dista circa 2 ore, ed il timore mio e di mia moglie è che mio figlio resterà da solo.
Concludo sottoponendole quello che, secondo me, rappresenta il problema più grande e più invalidante che attualmente affligge mio figlio, ossia il linguaggio. Io sono convinto che se mio figlio riuscisse ad interloquire con i suoi amichetti, anche per scambiare poche e semplici informazioni, senza pretendere grandi ed approfondite capacità di analisi e elaborazione, troverebbe grande gratificazione che, a sua volta, lo aiuterebbe nella autostima, riducendo sia le ecolalie che gli altri problemi comportamentali (iperattività e distrazione). Questo è quanto avviene nei momenti di gioco durante i quali lui è pienamente coinvolto e durante i quali il bambino sembra "uno di loro", salvo poi tornare nel proprio mondo quando le cose diventano più complicate.
Ho voluto farle questo breve resoconto degli ultimi mesi perchè vorrei effettuare quel colloquio che avevamo concordato ma volevo pure metterla al corrente delle novità che, nelle more, si sono verificate.
Mi faccia sapere quando e come ritiene che si possa procedere.
Un caro saluto

Mi sembra quindi che sia in atto un'evoluzione positiva, che diminuiscano alcuni aspetti svantaggiosi e aumentino invece alcune capacità, di relazione e comunicazione e anche di linguaggio, pur con i limiti che descrive. Vediamo con la videochiamata.

L'osservazione fatto con la videochiamata, (un po' come un SOS Tata via whatsapp), mi ha confermato l'impressione che il bambino sia un ragazzo normale per la sua età, che però è stato frenato e trattenuto e alterato nella sua strada dagli ostacoli che ha trovato, dovuti direi quasi interamente alla diagnosi di autismo ricevuta nei primi anni. Da allora è stato considerato un bambino diverso, da trattare diversamente, e trattato quindi come un bambino ancor piccolo, senza regole, senza orari, a dormire ancora con i genitori, ecc. Anche le sue esperienza esterne, all'asilo a scuola, sono state deformate da questa gabbia della diagnosi di autismo in cui è stato messo, e tutti lo hanno visto come un essere diverso, da trattare con circospezione. I genitori che hanno saputo crescere bene i primi due figli, ora entrambi all'università, sono andati in crisi e hanno perso la strada che invece avevano seguito bene prima.
Direi che bisogna liberare il bambino da questa gabbia e trattarlo come un bambino normale, anche se inevitabilmente è rimasto indietro in tante cose, perché non ha avuto modo di fare esperienze positive e di imparare. Deve anche perdere i privilegi di orari, di posti a dormire, di accudimento come un bambino piccolo, ecc, che aveva finora in ragione della sua pretesa diversità. Vediamo di cominciare a fare questi cambiamenti in famiglia e poi vedremo che succederà.
Consiglio inoltre, per allargare un po' l'ottica sulle difficoltà evolutive dei bambini e i possibili rimedi, di guardare i metodi 'Son-Rise' e 'Gemiini' e le interviste di E.Tribulato, di Messina, su Crescibambino

grazie Dottore, condivido perfettamente quello che lei dice a proposito delle abitudini e delle regole comportamentali errate che abbiamo fatto seguire al ragazzo. Le sue parole sono state chiare e spero che in famiglia sapremo assumere quella determinazione nel superare gli errori del passato. Intanto il ragazzo sembra migliorare giorno per giorno, si tratta di piccole sfumature sia nel linguaggio, sia nel comportamento che nelle relazioni ma sono pur sempre piccoli passi avanti che a noi danno molta speranza e spinta. Da qualche giorno è iniziata una nuova era nella quale mio figlio sarà trattato non più da malato ma in maniera più adeguata e più consona alla sua età, ovviamente senza grandi traumi e stravolgimenti. La sensazione che abbiamo è che, rispetto alla fase della regressione, adesso stia vivendo una fase di "apertura" e, quindi, speriamo di poterlo aiutare a recuperare il tempo perduto, senza alcuna ansia nè fretta. A noi interessa che stia bene, sia sereno e sia soddisfatto della propria vita. Le faremo sapere presto come evolve la cosa e intanto la ringraziamo per la competenza e la cortesia.

Buongiorno dottor Benedetti, torno nuovamente a contattarla per riferirle quanto avvenuto negli ultimi giorni, dopo l’incontro in videochiamata con tutta la famiglia.
Lei ci aveva consigliato di iniziare a trattare il bambino (da lei definito ragazzo) in maniera diversa, senza privilegi, facendogli rispettare gli orari e le abitudini degli altri, dall’orario a scuola, al dormire da solo e così via, educandolo come i primi due figli.
Ci ha suggerito di consultare i suggerimenti del dott Tribulato, dal quale siamo stati, giorno 27 settembre. Il dottor Tribulato, gentilissimo e molto accogliente, ha osservato nostro figlio e ci ha suggerito il “gioco libero autogestito” e in generale ci ha invitato a togliere ogni regola, nella convinzione che il bambino, libero da regole e avvertendo il nostro affetto incondizionato, uscirà dalla condizione di sofferenza in cui si trova. La convinzione è che il bambino veda il mondo esterno come una realtà ostile e deve essere aiutato a capire che non è così attraverso noi genitori, i quali dovremmo fargli capire che gli vogliamo bene anche se fa cose sbagliate, sicche’ bisogna lasciarlo libero di fare sostanzialmente quello che gradisce, anche se sbagliato, senza alcun richiamo o rimprovero.
Noi abbiamo ascoltato bene questi suggerimenti e li abbiamo applicati quasi alla lettera, sebbene io giochi da tempo con mio figlio e per molto più di un ‘ora al giorno. Ho smesso però di chiedere di essere puntuale la mattina, di andare a dormire da solo, di sedersi a tavola a mangiare, insomma gli ho dato totale libertà senza riprenderlo mai nei comportamenti. Purtroppo l’evolversi è stata negativa sotto tutti i punti di vista: relazionale, comportamentale e persino cognitiva. Il bambino ha avuto un aumento delle ecolalie, ieri siamo andati a pranzo da una zia ed è stato tutto il tempo fuori (è una villetta con terreno intorno) senza avere contatti con altri, ovviamente non ha mangiato con noi, nei giorni scorsi è sembrato molto meno in sintonia con noi e con il mondo che lo circonda.
Ora, premesso che intendo continuare a giocare e vivere mio figlio con l’affetto e l’attenzione degli ultimi anni, giocando con lui, favorendo gli incontri con altri amici, io e mia moglie abbiamo molti dubbi intorno alla convenienza di non chiedere più il rispetto di regole, orari, abitudini e comportamenti che in generale dovremmo chiedere ad un bambino della sua età, così come peraltro sollecitato da lei.
Vorremmo capire qual è la sua opinione al riguardo perché non vorremmo rovinare i risultati di faticosissimo lavoro svolto negli ultimi anni.
Le scrivo per chiederle di aiutarci a capire cosa fare per evitare errori dolorosi per tutti noi.
Fermo restando che il dott Tribulato è un ottimo professionista e, soprattutto, una gran brava persona che ci ha messi a nostro agio e ci ha notevolmente rassicurati, probabilmente siamo noi a non avere compreso bene il metodo che ci ha suggerito ed è un vero peccato perchè siamo usciti dal suo centro con tanta tanta fiducia. Magari c'è da correggere qualcosa o da capire meglio cosa fare. La nostra impressione è che bisogna dare delle regole e bisogna pretendere il rispetto di comportamenti, dinamiche e routine normali perchè in questo modo il bambino/ragazzo sente di essere come gli altri e progressivamente potrebbe adeguarsi a loro.

Vi ho dato il consiglio di vedere altre opinioni sullo sviluppo dei bambini e sull'intervento nei bambini diagnosticati come 'autistici' rispetto a quelle dominanti oggi, per farvi un'idea della differenza di opinioni esistente. Un po' come le polemiche attuali sul covid e i rimedi. La scienza non è un dogma assoluto, anche se oggi molti parlano come se fosse la Bibbia, cioè Libri sacri che hanno valore assoluto. Più cercate di informarvi e di farvi una vostra idea e meglio è, penso, perchè come genitori siete le persone che possono avere più influenza su di lui e sul suo sviluppo.
Quelle che in realtà ci sono oggi sono tutte ipotesi, non ci sono prove scientifiche su quali ipotesi sono vere. Per questo è meglio vedere caso per caso senza basarsi sui Libri Sacri ( la teoria dello Spettro Autistico è oggi un 'libro sacro', secondo i credenti nell'Autismo) e cercare gli ostacoli che si possono vedere. Spesso dall'interno della famiglia questi ostacoli non si vedono, perchè le abitudini costituiscono spesso un velo che impedisce di vedere.
Vostro figlio sembra avere molte capacità, ma non le mette in atto e forse si adagia su vecchie abitudini che gli impediscono di crescere. Per prima cosa credo che sia bene, da parte delle persone che stanno con lui, non colludere con queste abitudini e cercare di togliere le abitudini, prima di tutto le vostre, che possono ostacolarlo. Ma per farlo credo che avete bisogno di qualcuno che vi accompagni passo passo, non basta un'indicazione della strada e poi proseguire da voi. C'è bisogno appunto di verificare come vanno le cose.
Lei dice che il ragazzino ( ha dieci anni, fra poco sarà in pubertà, allora sarà un ragazzo, anche fisicamente, non ha più l'aspetto di un bambino, mi sembra, provate a confrontarlo con le foto di qualche anno fa, ...) è regredito. Può darsi, oppure è una fase transitoria. Può darsi che i cambiamenti lo abbiano scosso e abbia bisogno di tempo. O sono stati troppi e troppo di colpo. Non so. E' tutto da verificare. Non ci sono indicazioni valide in assoluto per tutto e per tutti, bisogna calarle nella situazione reale. Se volete me ne potete parlare e si può verificare periodicamente, quello che fate voi e come reagisce lui.

concordo perfettamente sulla necessità di essere accompagnati da qualcuno nei passi che faremo e la ringrazio infinitamente della disponibilità. Procederemo, dunque, secondo le sue indicazioni nella strada del superamento delle vecchie abitudini (nostre e del ragazzino) e le faremo sapere a breve cosa accade e come reagisce. Siamo consapevoli che sarà un processo lungo e difficoltoso e sappiamo di poter andare incontro ad errori ma proveremo ad informarla di frequente per avere i suoi suggerimenti. Intanto le dico che i primi giorni di scuola è arrivato puntuale e le maestre hanno riportato notizie positive, quindi adesso riprendiamo sens'altro con le sane abitudini e poi vediamo cosa succedere. A presto e grazie ancora

Buongiorno Dottore Benedetti,
le scrivo a circa un mese dall’ultima volta per informarla degli sviluppi.
Abbiamo messo da parte il suggerimento di evitare regole e ripreso con le abitudini e le pratiche educative “normali”. Abbiamo ripreso a pretendere il rispetto dell’orario a scuola, lo abbiamo sollecitato a rispettare le regole della tavola e si è subito notato un ritorno ad un componento più adeguato.
Anche per rimediare all’assenza di momenti di svago e di amichetti, abbiamo iniziato a mandare il ragazzino a karate (martedì e giovedì) e pallamano (lunedì e venerdì). Pur mostrando difficoltà, sembra che faccia piccoli progressi: rimane per tutto il tempo (un’ora), con una concentrazione non sufficiente ma che sembra aumentare di volta in volta.
Nel frattempo lo stiamo mandando a fare i compiti presso un doposcuola, dove rimane per circa un’ora, tutto sommato abbastanza volentieri, anche se un paio di volte lo abbiamo dovuto far uscire dopo mezz’ora perché troppo agitato.
Nel frattempo sembra che vi siano piccoli miglioramenti a livello cognitivo, nel senso che di giorno in giorno riesce a formulare frasi e pensieri più articolati e coerenti.
I problemi rimangono sempre per la presenza di ecolalie e la forte difficoltà a partecipare ad una discussione: lui parla e ripete quasi sempre frasi e scene di cartoni animati.
Ribadisco, il fatto che stia partecipando ad attività di gruppo (karate e pallamano) migliorando di volta in volta ci conforta ma quello che ci preoccupa tantissimo è questa sua lontananza con la realtà e questa forte difficoltà a fare discorsi agganciati alla realtà quotidiana.
Stiamo valutando l’ipotesi di iniziare con il trattamento ABA perché ci hanno prospettato miglioramenti a livello cognitivo e vorremmo conoscere il suo giudizio su tutto ciò e soprattutto sulla terapia Aba perché vorremmo cercare di capire cosa fare per aiutare al meglio nostro figlio.

Il mio giudizio sul metodo ABA è negativo per quanto conosco della basi teoriche del metodo - basato essenzialmente sull'addestramento ad obbedire ai comandi ricevuti, mediante premio/punizione, variamente declinato - e per le esperienze riportate da varie famiglie nonchè per l'applicazione che ho potuto vedere in diversi video inviatimi. Ma ogni decisione va presa sul posto in base alla situazione globale. Comunque quellesul 'cognitivo' sono a mio avviso vuote chiacchere. Che conta è la persona globale, nella sua interezza, che non è fatta da pezzi staccati e assemblati insieme, come un elettrodomestico .
Potreste informarvi sui molti metodi esistenti, basati su principi diversi, per avere un'idea vostra. Alcuni sono indicati nella colonna qui a destra, nella voce 'metodi di facilitazione dello sviluppo'. Il dr Tribulato a Messina raccomanda il 'gioco libero autogestito', di cui potete leggere sempre in colonna destra.
Mi sembra un buon segno che il ragazzino abbia reagito bene, mi pare, dopo un primo momento di incertezza, al cambiamento del vostro modo educativo. Raccomando un atteggiamento realistico e di buon senso, naturale e spontaneo e non basato su psicologismi particolari.
Potrebbe essere utile un 'compagno grande', cioè un educatore domiciliare, per accompagnarlo ad esperienze fuori di casa, che da solo può essere difficili fare e con i genitori mantiene inevitabilmente una dipendenza che può essere bene invece ridurre progressivamente. Spesso il 'compagno grande' si rivela appunto molto utile. Poi, per cambiare abitudini e recuperare il tempo e le esperienze perdute ci vuole tempo e pazienza e verificare periodicamente la situazione. Forza e coraggio.

buongiorno dott. Benedetti,
le scrivo a distanza di tempo, durante il quale vi sono state parecchie fasi altalenanti.
Negli ultimi mesi dell'anno nostro figlio ha avuto una brutta influenza e, stranamente, questo stato di malessere ha influito parecchio a livello comportamentale. Il ragazzino è diventato molto più irrequieto, a scuola, in palestra e nel doposcuola: ad esempio, fino a quel momento aveva seguito abbastanza bene le lezioni di karate ed il maestro era molto contento ma poi ha avuto comportamenti strani e soprattutto ha disturbato la lezione, tanto di indurci a riflettere sulla convenienza nella prosecuzione. Un po’ meglio a pallamano e nel doposcuola, anche se l’irrequietezza si è fatta notare abbastanza.
Nei giorni successivi alla guarigione ha man mano ripreso il comportamento di prima ed è tornato ad essere molto più gestibile.
Durante le vacanze di natale sono venuti i cugini a casa e in una prima fase tutto è andato benissimo (abbiamo fatto molte cose insieme: bici, moto, bowling, cinema ed altro).
In una seconda fase il ragazzo è andato incontro ad una serie di problemi (aggressività, collera, ecolalie, molto più distratto). Con mia moglie abbiamo avuto il sospetto che, avendo somministrato un rimedio omeopatico per curare uno stato di raffreddamento (pulsatilla: per febbre, tosse e rinite), questo abbia influito negativamente, anche perché abbiamo notato che queste reazioni negative si sono sempre verificate ogni qualvolta abbiamo dovuto somministrare qualunque cosa: dai rimedi omeopatici a semplici anti infiammatori. In ogni caso si tratta di rimedi e/o farmaci molto leggeri.
Quando i cuginetti sono tornati a casa (2 gennaio) e non abbiamo più somministrato alcun rimedio, le cose hanno ripreso a migliorare. Abbiamo visto un sensibile miglioramento delle sue capacità di concentrazione e comunicative: ad esempio ha iniziato a montare i Lego da solo e abbiamo notato che ha iniziato ad esprimere concetti che prima non riusciva ad esternare.
Nel frattempo, però, le ecolalie sono ritornate ai livelli di qualche mese addietro ed anche gli episodi serali di iperattività che le avevo fatto notare attraverso il filmato di qualche tempo addietro: quando arriva la sera sembra un criceto in gabbia.
Anche la lettura è sensibilmente migliorata e pure la scrittura: ne ho approfittato delle vacanze di natale per fargli leggere messaggi di Babbo Natale e fargli mandare lettere di risposta.
Riassumendo, la nostra sensazione è che il ragazzo sia leggermente migliorato sotto il profilo cognitivo, mentre sotto l’aspetto comportamentale abbiamo fatto passi indietro, così come è regredito nel fenomeno delle ecolalie che, allo stato, rappresenta il fattore che più di tutti lo ostacola nei rapporti con il mondo esterno.
Non le nascondo che siamo andati incontro a momenti di ansia e sconforto, perché aver visto nostro figlio fare alcune conquiste (al bowling, piuttosto che al cinema come i suoi cugini) lo abbiamo visto tornare su vecchie problematiche, e questo ci ha creato non poco dolore e amarezza.
Vorremmo sapere cosa far di fronte ad alcuni problemi.
Cosa fare con le ecolalie? Dobbiamo intervenire? In che modo?
Cosa fare quando la sera inizia a girare per casa come un criceto andando incontro accompagnato dalle sempre presenti ecolalie?
Grazie in anticipo per la sua preziosa assistenza

dimenticavo, non abbiamo dimenticato il suo suggerimento sul "compagno grande", che ci sembra assolutamente utile, e ci siamo messi alla ricerca di una persona disponibile e adatta ma non è molto semplice dalle nostre parti trovare queste figure

Dovrebbero esserci educatori domiciliari forniti da Asl o comuni, per interventi domiciliari di questo tipo. Probabilmente è stato un periodo stressante, per vari motivi. Lei fa il paragone con i criceti, ma fanno così quelli in gabbia, non quelli liberi... Forse anche suo figlio in certi momenti si sente in gabbia e adotta quei comportamenti. Le ecolalie hanno lo stesso significato. Come degli scambi verbali che occupano la sua mente per non avere il vuoto. Potrebbe essere utile un rapporto con un o una psicoterapista che cerchi di raggiungerlo e entrare in contatto con lui, non per istruirlo ma per uno scambio a livello mentale, personale, per così dire. Cioè una psicoterapia non cognitivo-comportamentale, che di solito tende a darei istruzioni, direttive, ecc., ma interpersonale che cerca di favorire l'evoluzione superando i blocchi psicologici con un'esperienza di rapporto personale / mentale. Nella vostra regione c'è una scuola di psicoterapia di questo tipo, il CSMH . Potreste informarvi .

Condivido perfettamente il suo pensiero, ci vorrebbe proprio qualcuno in grado di porsi in relazione con mio figlio, per osservarlo e cercare di capire cosa lo condiziona. Noi cerchiamo continuamente di capire cosa possa influire, se c'è qualcosa che possa causare determinate reazioni o qualcosa che possa aiutarlo ad assumere comportamenti più "normali". In realtà abbiamo visto che le ecolalie sono presenti durante tutta la giornata, sia quando è fuori casa, sia quando è a casa, sia quando è solo che quando è in compagnia. Invece, l'eccessiva movimentazione si verifica la sera. Il punto nodale è proprio questo di comprendere cosa accade nella sua mente e come possiamo aiutarlo a superare queste difficoltà. Ovviamente noi non abbiamo gli strumenti e le competenze per addentrarci in simili meccanismi e la ricerca di un professionista che possa aiutarci rappresenta proprio l'obiettivo che vorremmo raggiungere. Ho preso nota della sua indicazione ed ho visto che la scuola CSMH ha una sede in regione e nei prossimi giorni proverò a prendere informazioni per capire se e come possano aiutarci. A breve le farò sapere e la terrò informato sull'evoluzione. Intanto la ringrazio

Buongiorno dott. Benedetti, Le scrivo a distanza di alcuni mesi, durante i quali abbiamo cercato di mettere in pratica i suoi consigli, primo fra tutti quello di far vivere nostro figlio secondo regole e abitudini regolari.
In questo lasso di tempo vi sono stati numerosi miglioramenti, sia sotto il profilo delle capacità di eseguire attività quotidiane, sia sotto l’aspetto comportamentale.
Il ragazzino ha iniziato ad andare a scuola da solo; va da solo pure a dopo-scuola e persino in palestra. Nuota benissimo, va benissimo in bici, sull’hoverboard, sulla mini moto e, in generale, a livello motorio è veramente in gamba e, soprattutto, è allo stesso livello dei ragazzini della sua età.
Sotto il profilo del linguaggio è migliorato notevolmente, perché adesso riesce ad elaborare e pronunciare frasi molto più articolate. In alcuni momenti si vede benissimo che vorrebbe esprimere un pensiero ma non trova le parole giuste, ma si vede che si sforza.
E’ migliorato pure nella lettura mentre nella scrittura i progressi sono inferiori: a settembre inizierà la prima media e, ovviamente, il suo livello di preparazione è di gran lunga inferiore ma per me questo non è un problema perché ritengo che sia importante il processo di continuo, seppur lento, miglioramento: l’importante è che impari a leggere, scrivere e fare di conto, il resto viene con l’esperienza quotidiana.
Ad oggi i veri problemi sono due: il primo è l’ecolalia. Non è migliorato, anzi, forse è peggiorato; parla sempre, ripetendo frasi dei personaggi dei cartoni animati e, talvolta, anche di storie vere vissute a scuola piuttosto che in altri contesti. Peraltro lo fa anche cercando di riprodurre le voci dei protagonisti e, quindi, sia delle maestre che dei bambini, usando, in questi casi, una vocina stridula che è veramente fastidiosa.
Il secondo problema, strettamente connesso al primo, è rappresentato dal fatto che la sua mente è costantemente distratta dalle scene dei cartoni animati, oppure da scene di vita vissuta. Durante la giornata, anche se sta andando in bici, nuota, gioca al videogiochi o altro, la sua mente è sempre a ricordare scene e frasi di cartoni animati ovvero di vita vissuta a scuola o in altri contesti, persino del periodo in cui era all’asilo!
Il vero problema è questo: la sua costante distrazione verso mondi e contesti diversi.
Questo è il vero problema, soprattutto nei rapporti con i coetanei i quali, dopo avere tentato uno, due e tre volte l’interlocuzione, si disinteressano e si rivolgono ad altri.
Io vorrei che qualcuno mi aiutasse a capire cosa fare.
Sono riuscito a fargli imparare tutto quello che c’è da imparare a livello motorio, insegnandogli anche a svolgere tutte le attività quotidiane, ma non riesco a entrare nella sua testa.
Non riesco ad attirare la sua attenzione e fare in modo che si fermi a parlare con me senza pensare ad altro.
Non riesco a correggere il problema dell’ecolalia che per mio figlio è il problema maggiore nella socializzazione perché gli altri ragazzini, non appena lo sentono parlare di frasi e cose astratte e bizzarre, se ne allontanano.
E la cosa peggiore è che lui se ne accorge e ci resta male.
La cosa peggiore è la sua consapevolezza immediata che le cose non vanno per come dovrebbero andare, percepisce perfettamente la reazione/il rifiuto degli altri ragazzini e ci resta male, tanto da ricordarsene anche a distanza di tempo.
Vorrei capire se c’è qualcuno che conosca la problematica e sappia come affrontrarla o, quanto meno, suggerire un metodo per intervenire. Io faccio altro, sono il papà, ma non ho studiato per conoscere questi problemi e non so più cosa fare.
Mi aiuti a capire o, quanto meno, a comprendere quale potrebbe essere la causa di questi problemi e cosa fare per attenuarli. Se ritiene potremmo venire per qualche giorno da Lei per una osservazione più approfondita.
Probabilmente sto sbagliando, ma il fatto che mio figlio sia costantemente cresciuto in questi anni, il fatto che abbia imparato dai propri sbagli, il fatto che abbia imparato regole e meccanismi, dovrebbe essere il segnale che è in possesso delle risorse per risolvere le difficoltà che ancora lo attanagliano. Almeno questa è la mia speranza, perché stiamo parlando di un ragazzino che è praticamente uguale ai suoi coetanei ma vive in un altro mondo ma se ne rende conto e, per questo, soffre.

Qualche tempo fa ho visto questa notizia https://www.costruiresalute.it/?q=news/autismo-presentato-il-progetto-co... sul 'compagno adulto ' di cui si era parlato tempo fa. Non mi ha detto se poi avete cercato uno psicoterapeuta per il ragazzino, per un lavoro psicoterapico con lui.
Questi mi sembrano gli strumenti che potrebbero aiutarvi, insieme a una consulenza familiare per accompagnarvi e darvi modo di trovare le strade migliori. Un po' quello che abbiamo cercato di fare qui, ma in contatto diretto e regolare.
Da quello che descrive l'evoluzione è positiva globalmente e continua, e questo è importante. I due problemi, che poi si riducono a uno, sono il rifugiarsi del ragazzino in scene viste in video o realmente avvenute che lui ripete, come riproducendole da sé con parole ecc, quasi come a teatro, che lo distraggono dal contesto. Mi sembra corrispondano a stereotipie motorie e verbali con una intensa attività immaginativa, così vengono chiamate oggi. Tuttavia sembra che lui anche se perso in queste fantasie sia in contatto con quello che succede intorno, memorizza scene , ci sta male ad essere lasciato perdere. Di solito prevale l'opinione, sia fra i genitori che fra gli specialisti che si occupano di questi problemi, di non interrompere queste scenette, perché sono un modo di scaricare la tensione e l'ansia, e impedendirle può peggiorare la situazione.
Di solito crescendo questi ragazzi/e imparano a farli solo in privato, meno in pubblico. Certo in lui sembrano occupare gran parte del tempo e dello spazio nella sua mente, anche se per fortuna un po' è rimasto libero ed ha potuto imparare le cose che ha detto. Credo anch'io che le risorse le abbia e il problema sia liberarle dai blocchi che le hanno impedite.
Le cause non si conoscono, ci sono ipotesi di tutti i tipi, nessuna dimostrata scientificamente.
Questa problematica oggi viene fatta ricadere nello spettro autistico e come sa pullulano i centri e i sedicenti esperti e le terapie proposte, di tutti i tipi e prive di reali riscontri scientifici. Io penso che caso per caso bisogna conoscere la situazione per trovare la strada migliore possibile. Quelli che vi ho indicato sono gli strumenti che conosco e possono essere utili. Se volete possiamo rivederci in videochiamata.

buongiorno, mi scuso per il ritardo ma, nel frattempo, sono accadute parecchie cose, tra le quali l'inizio della scuola e tutte le problematiche che ogni anno si presentano. Rispondo alla sua domanda a proposito dello psicoterapeuta: lo abbiamo cercato, nell’ambito della scuola di psicoterapia del tipo CSMH, siamo andati nel suo studio, dove ha voluto incontrare solo noi genitori e, dopo averci sentito parlare, ci ha invitati a portare nostro figlio presso alcuni centri specializzati in autismo in modo da far fare una diagnosi precisa, aggiungendo che non era in grado di intervenire sul ragazzino nemmeno in seguito. Mi ha molto deluso. Non abbiamo trovato altro in giro, tant'è che a luglio abbiamo deciso di tornare in quel centro (IESCUM) che si occupa di ABA dove abbiamo avuto la sensazione di una maggiore competenza, ma, ad oggi, non ci hanno contattato per esporci il loro progetto: il problema maggiore è la distanza.
Per il resto, proprio in questi giorni abbiamo finalmente trovato una figura che potrebbe darci quell’aiuto che lei ci aveva suggerito, ossia il c.d. “compagno grande”. Si tratta di un ragazzo che ha seguito un corso ASACOM, ha fatto tirocinio tutto lo scorso anno a scuola, è molto disponibile e sembra veramente sensibile alla problematica. Siamo usciti venerdì e ieri con mio figlio, che lo ha immediatamente “gradito”, avendo alcuni scambi e interlocuzioni, sebbene in questi giorni, probabilmente per l’inizio della scuola, sembra un po’ più “assente” e distante del solito e, quindi, l’avvicinamento è stato meno veloce del solito. A questo proposito volevo chiederle qualche suggerimento sull’impostazione della collaborazione con questa figura. Io pensavo di chiedere la sua presenza 2/3 volte la settimana per prendere il ragazzino e portarlo fuori, praticamente senza una meta prestabilita, ma lasciando che faccia quello che gradisce, soprattutto che possa interagire con i coetanei, ovunque, al parco giochi, in piazza, in palestra, al campo, in libertà. Insomma, quello che fino ad oggi ho tentato di fare io, ma, questa volta, con la presenza di un “compagno” più giovane, estraneo e, verosimilmente, con maggiori competenze. Questa novità dovrebbe giovare anche a me, nel senso di “staccarmi” un po’ dal ragazzino e poter vivere con maggiore “freschezza” i momenti in cui saremo insieme: praticamente da qualche anno stiamo insieme quasi H24!
Credo che un incontro in video telefonata con lei potrebbe essere sens’altro utile, se del caso anche con il “nuovo compagno” di mio figlio al quale potrebbe dare qualche utile suggerimento: devo confessarle che in questi sette anni ne ho sentite tante ma l’unico a non avermi deluso e, nel contempo, ad avermi aiutato è stato lei. Grazie infinite Dottore!
Mi faccia sapere quando e come impostare la video chiamata. Un caro saluto.

P.S. Ho preso nota del suo suggerimento a proposito del progetto "compagno adulto" anche per capire se e quale ausilio possano arrivare dalle istituzioni.

Sì, mi sembra che il programma accennato vada bene. Essenzialmente fare conoscenza, all'inizio in casa e poi accompagnandolo a fare esperienze di conoscenza del mondo esterno e delle varie situazioni sociali, con coetanei e non e magari esplorare occasioni di suo interesse, come attività sportive e altre, quello che l'ambiente intorno può offrire. Consiglio l'educatore di cercare di conoscerlo senza imporgli progetti precostituiti, ma cercando di seguirlo nei suoi interessi, specie all'inizio, evitando interventi educativi o direttivi e limitanti, finché possibile. Penso che una videochiamata possa essere più utile dopo un breve periodo di conoscenza. Resto comunque a disposizione. Mi scriva per email al momento di fissare.

buonasera Dott. Benedetti, da circa un paio di mesi il ragazzino ha intrapreso la relazione con il "compagno adulto", con il quale ha legato molto presto. Adesso ritengo necessario che sia noi, che il ragazzo che lo accompagna (molto disponibile e affettuoso) potremmo avere bisogno dei suoi suggerimenti e indirizzi. Mi faccia sapere quando possiamo fare la videochiamata.

9 novembre, coll con genitori e breve osserv di Andrea. Questi, ragazzino di undici anni, 1 media, si muove per casa autonomo, appena tornato da scuola, si prende da bere dal frigo, da sé, non gradisce di essere filmato. Le ecolalie sembrano in realtà stereotipie verbali complesse con intensa attività immaginativa., recedono quando è interessato a qualcosa, sembrano come un suo rifugio dal disagio. Sta facendo esperienze utili, anche di autonomia fuori casa, anche in qualche negozio.
Consigliato il Geminii per il suo interesse per l'inglese. E di non trattarlo più da bambino piccolo. A scuola e con educatore domiciliare sembra discretamente. Da continuare così, imparando dall'esperienza.

buongiorno Dottore, le scrivo a distanza di mesi perchè sono in una fase di forte crisi ed ho bisogno di che qualcuno mi dica cosa fare e come affrontare i miei problemi, dubbi e paure.
In questi mesi, dall'ultima volta che ci siamo sentiti, sono accadute molte cose importanti.
Il ragazzo ha iniziato a frequentare la scuola media, dove rimane anche i due pomeriggi in cui c'è refezione scolastica; ho insistito affinchè rimanesse perchè mi è sembrato un modo per fargli vivere momenti di socializzazione diversi dalla classe. L'esperimento sembra stia funzionando perchè rimane volentieri anche se mangia poco, ma anche questo credo che sia positivo perchè almeno assaggia cibi diversi.
Le cose in classe sembra non vadano male, anche se vi sono giorni in cui le ecolalie sono molto evidenti e disturbano la classe e talvolta è dispettoso con i compagni e sorgono conflitti.
Sembra che, comunque, il rapporto con i compagni di classe sia discreto, tanto che un paio di volte sono venuti a prenderlo il pomeriggio per uscire e lui ha molto gradito.
Il problema, quello grosso, è che mio figlio è, per così dire, "normale" in tutti gli aspetti: non ha difficoltà motorie, non ha problemi con la realtà che lo circonda, viaggia tranquillamente su qualunque mezzo di locomozione, ama stare all'aperto e al chiuso, ama stare nei luoghi affollati, non ha problemi con la musica, con le luci, insomma non presenta particolari problemi se non quello che lo affligge e penalizza in assoluto che è l'apparente dissociamento dalla realtà e le immancabili ecolalie. Dico apparente perchè sembra che lui parli ricordando altri momenti (cartoni animati piuttosto che scene di vita realmente vissuta) ma, in realtà, è perfettamente presente e percepisce tutto quello che si dice e accade intorno a lui.
Mio figlio è un ragazzo che ha una gran voglia di giocare e soprattutto di giocare con altri, preferibilmente della sua età, ma se ha una caratteristica è proprio quella della costante ricerca di persone con cui giocare: con la bici, con i video giochi, in piscina, con l'overboard, a nascondino, insomma in tutti i modi possibili.
Il problema è che, accanto alla sua pressochè totale "normalità" che gli consente di fare apparentemente tutto quello che fanno gli altri, ci sono poi le difficoltà dovute ad un comportamento che gli altri non riescono (o non vogliono) ad accettare: le ecolalie ed il dissociamento.
In pratica quando è in compagnia di qualcuno, nei momenti in cui non si gioca, non riesce (o non vuole) avviare alcuna interlocuzione con gli altri e se lo fanno gli altri lui è disinteressato alla conversazione: ieri, nel parco giochi di Ikea, ha incontrato un bambino più piccolo, con il quale hanno iniziato a giocare, ma, ad un certo punto, ha iniziato a fare discorsi strani ed incomprensibili (le solite frasi di cartoni animati) e quel bambino si è stufato allontanandosi.
A me tutto questo starebbe pure bene, se sapessi che lui è felice e sta bene, ma non è così perchè il ragazzo è costantemente alla ricerca della compagnia di amici (conosciuti da piccolo in ludoteca) che, però, viste le differenze, non ci sono più perchè preferiscono uscire tra loro e comunque non hanno la voglia (e forse la capacità) di prendersi cura di un coetaneo che è diverso da loro e che "viaggia su un'alltra frequenza".
Io sto provando con lo sport, con centri di integrazione, con un "compagno adulto", con la scuola, la refezione scolastica, ma tutto questo non sta migliorando le cose, perchè il mondo che ci circonda si allontana sempre di più, perchè le persone hanno i loro problemi e le loro esigenze e non hanno grande disponibilità a sopportare chi è diverso da loro.
Anche i miei amici, da quando hanno capito che sono in difficoltà e non possono prendere tutto quello che prendevano prima, si sono allontanati.
In classe lui chiede "quando usciamo" ma loro rispondono che non escono perchè hanno i compiti, ma è evidentemente una bugia perchè basta uscire e vederli in giro per il paese e quindi vuol dire che, nonostante una certa disponibilità, in realtà non vogliono caricarsi di questo problema ed io, sinceramente, non riesco a biasimarli, anche vista la giovane età.
Le scrivo perchè sono in crisi e non so veramente cosa fare per offrire a mio flglio il benessere di cui ha bisogno, non sono come fare in modo che possa stare con gli altri che, però, non hanno voglia di stare con lui.
Esiste una terapia? Un farmaco? Un centro specializzato? Un ... non so ...
grazie

Guardi, non userei il termini "dissociato", perché evoca disturbi psichiatrici diversi, e nemmeno quello 'ecolalie'. Meglio chiamarle 'stereotipie motorie complesse, accompagnate da intensa attività immaginativa", così vengono definite, ne parlo in una pagina sulle stereotipie nella colonna qui a destra.
Credo che per lui siano un rifugio nei momenti di tensione e di noia. Ci si è abituato e ne ha bisogno ogni tanto come un rifornimento e uno scarico.
Mi sembra che lui stia facendo esperienze utili per il suo sviluppo, a scuola , a casa e con il compagno adulto. La strada è lunga e bisogna non demordere e avete resistenza e forza per andare avanti. Così conoscerà un po' alla volta il mondo e il suo modo di funzionare ed imparerà ad adattarsi meglio. Con il compagno adulto e con lei potrete trovare dei gruppi in cui inserirsi nel dopo-scuola, tipo scout o altri gruppi e anche quelli con ragazzi in difficoltà, che se ben gestiti possono fargli fare altre esperienze utili, spesso meno frustranti che con i compagni di classe, che lo sfuggono.
L'obiettivo è che conosca sempre di più il funzionamento della società e che raggiunga una sempreaggior autonomia. I risultati migliori li ho visti in gruppi fondati e gestiti da genitori, come l'esperienza del gruppo 'Sipario' a Firenze, che ho seguito ai suoi inizi, anni fa. La diagnosi non contava ed a mio avviso non conta. Ci dia un'occhiata su internet. http://www.associazionesipario.it/

In effetti il termine “dissociazione” mi è parso inappropriato e, quindi, raccolgo sens’altro la sua puntualizzazione, anche perché, ascoltando i suoi suggerimenti, intendo tenermi lontano dalle definizioni e dalle diagnosi. Mi interessano i sintomi nella loro esatta dimensione. I termini autismo, spettro e simili non aggiungono né tolgono nulla a quello che è l’obiettivo di comprendere le difficoltà del ragazzo e le conseguenti azioni di aiuto e supporto.
Mi fa piacere che lei ritenga che stia facendo esperienze utili che gli stanno facendo comprendere come funziona il mondo e come confrontarsi con i vari momenti della giornata.
Mi conforta il fatto che, da quanto mi riferiscono, le “stereotipie verbali” si riducono grandemente a scuola e quando si reca al centro di integrazione piuttosto che quando è in altri luoghi pubblici, mentre sono aumentate quando è a casa: mi sono consolato pensando che il ragazzo abbia imparato a governare questi comportamenti fino al punto che alcuni giorni mi dicono che la giornata a scuola scorre in assenza di questi fenomeni.
Seguirò sens’altro il suo consiglio di proseguire nell’inserimento in contesti esterni e proprio in questi giorni ho provato a portarlo presso un altro centro sportivo dove viene praticata attività sportiva di gruppo con altri ragazzi in difficoltà, ma l’esperienza non è ancora iniziata perché mio figlio mi ha chiesto se c’era anche Giuseppe, il suo amico d’infanzia, e alla risposta negativa ha rifiutato di andare. Ovviamente insisterò e credo che riuscirò quanto meno a fare un tentativo, anche perché la piscina che ha frequentato fin’ora ha disatteso il progetto di passare da una fase iniziale di lezioni individuali per poi passare al gruppo che, per quanto mi riguarda, era la cosa importante, non avendo alcun interesse di far crescere un nuotatore perfetto ma un figlio in grado di inserirsi in contesti collettivi.
Sono andato a guardare i suoi studi sulle “stereotipie motorie complesse”, in particolare quelli della neurologa ceca e mi ha rincuorato leggere che il decorso sia generalmente benigno: lo spero con tutta la mia forza perché se così fosse saremmo di fronte alla soluzione di gran parte dei problemi e la cosa mi renderebbe la persona più felice del mondo. Attendo, invece, l’ammissione al gruppo della Jhon Hopkins University per trovare eventuali spunti o suggerimenti.
Ho letto, infine, il suo contributo sulle “Movimenti stereotipati con Attività Immaginativa” e mi è sembrato di rivedere mio figlio. Confesso che se tornassi indietro cambierei molte cose fatte in passato ma è pure vero che le stesse modalità sono state osservate con i primi due figli che non hanno mai manifestato difficoltà analoghe. Forse con il terzo abbiamo esagerato ma è pure vero che il piccolino è stato stimolato con esperienza di vita reale continue e interessanti e con tutta sincerità non potevo pensare che la visione dei cartoni – gli stessi guardati dai fratelli – potesse dar luogo a problemi di sorta. Oggi farei ben altro ed il rimorso mi tormenta quotidianamente.
L’unica cosa che mi da fiducia e forza sono le sue parole sull’importanza dei progressi, pure quelli più piccoli nel percorso di crescita.
I progressi ci sono, li noto ogni giorno, anche quelli più insignificanti, ogni parola in più, ogni frase in più, un sorriso ad una battuta, una reazione coerente: ci sono tutti, le sue competenze e la sua autonomia migliorano ogni giorno e sono quasi alla pari con i ragazzi della stessa età.
I nemici rimangono i “Movimenti stereotipati con Attività Immaginativa” che, in realtà, sono cresciuti con la aumentata capacità nel linguaggio; sono due facce della stessa medaglia ed io spero che con il tempo la prima lasci in pace il ragazzo e noi familiari.
Grazie!

Mi domando però se non ci sia forse qualcosa che un po' complica il suo rapporto con suo figlio.
Lei forse lo vuole modificare, vuole eliminare alcuni aspetti di lui che la disturbano. In realtà suo figlio può sentirsi non accettato dal padre per come è. I suoi difetti, chiamiamoli così, sono parte della sua personalità, lui non può amputarli via per farsi accettare. È come se per essere accettato dovesse tagliarsi via un braccio perché magari funziona meno bene o è deforme.
Anche con le sue difficoltà suo figlio è una persona, da riconoscere come tale con i suoi diritti ad essere accettato, e non a diventare un "come tu mi vuoi" , che finisce sempre male, come mostra Pirandello...
Non so se può esserci qualcosa di simile nella vostra situazione.
Non me ne voglia...

buongiorno Dottore, le scrivo a fine estate per raccontare cosa è accaduto dall'ultima volta che ci siamo sentiti e per avere i suoi preziosi consigli.
Intanto, devo dire che ho riletto il suo ultimo messaggio dove lei ipotizza che io potrei avere la voglia di eliminare alcuni aspetti di mio figlio che mi disturbano: devo dire che la sua osservazione non è del tutto peregrina, perchè in realtà io vorrei eliminare alcuni ... comportamenti di mio figlio e lo voglio con tutte le mie forze; non dormo nemmeno la notte per riflettere e capire cosa fare per eliminare alcune cose ma questo, che è il mio più grande desiderio, non è frutto di un desiderio di perfezione (gli altri due non sono perfetti ma vanno benissimo come sono) ma solo perchè quelle difficoltà sono proprio la causa della infelicità di mio figlio. Perchè mio figlio non vuole più stare con me, ma vuole stare con Paolo, Gabriele, Silvestro, Michele, Davide, Giovanni, ma loro non vogliono stare con lui perchè hanno interessi diversi: loro parlano di fantacalcio mentre mio figlio parla del castello della Bella e la bestia; loro parlano di motorini mentre mio figlio parla di Super Mario Bros. Quando li vedo giocare insieme con la Nintendo e mio figlio è uno di loro sono il papà più felice del mondo perchè mio figlio è "uno di loro", ma quando vedo che loro parlano e fanno cose dalle quali mio figlio si allontana o, peggio, non viene nemmeno chiamato e coinvolto, allora per me è lo sconforto peggiore e più profondo. Oggi, 1 settembre 2023, mio figlio ha praticamente raggiunto un livello di autonomia quasi ottimale: non ha difficoltà motorie, mangia, si lava, si veste, insomma fa tutto quello che un ragazzo della sua età sa fare. E' andato in gita scolastica per 3 giorni e mi dicono che è stato più autonomo e meno impegnativo di tanti altri. Anche le abilità linguistiche sono migliorate, perchè riesce ad elaborare ed esprimere frasi e concetti sempre più complessi ed ogni giorno che passa il suo vocabolario si arricchisce con una parola o, meglio, una frase nuova. L'unico, vero, problema è la sua costante astrazione dalla realtà, la sua mente è sempre concentrata su altro (la scena di un cartone, la scena a scuola, eccetera) ma non riesce ad affrontare una conversazione con "botta e risposta" e questo gli impedisce di vivere la vita come tutti i suoi coetanei. Adesso riprenderà la scuola, riprenderanno le uscite con il compagno adulto, sto organizzando il suo inserimento in un gruppo sportivo che accoglie altri ragazzi con difficoltà analoghe, e spero che tutto questo possa aiutarlo a ... "crescere" imparando tutto quello che la vita gli possa offrire, anche le cose negative. Mi chiedo, anzi le chiedo, se esiste qualcosa che possa aiutare mio figlio, se esiste qualcosa che potrei fare per aiutarlo ad aumentare il livello di interesse e partecipazione al mondo che lo circonda. Parlo di interesse perchè sono sicuro che lui percepisce perfettamente tutto quello che accade attorno a lui (anche dietro) ma non è interessato e questo disinteresse causa il disinteresse degli altri. Grazie sempre

Non esistono soluzioni miracolose.
Bisogna cercare di lasciare progredire lo sviluppo libero autonomo evitando se possibile ostacoli ed esperienze negative e favorendo quelle positive, ( difficile specificare meglio...) in modo da imparare come funziona il mondo e le persone e come entrare a farne parte. Bisogna anche lasciare che sia lui a esprimere preferenze e scelte, dove possibile. Bisognerebbe che trovasse qualche interesse che lo appassiona, anche se raro, che faccia da traino al suo desiderio di conoscere.
Un gruppo, sportivo o altro, in cui trovare un suo posto e fate amicizie e esperienze condivise può essere importante. A volte più della scuola.

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.