omicidio/suicidio per una diagnosi di autismo

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Tragico episodio legato alla diagnosi di autismo

Si legge sui giornali che a Treviso pochi giorni fa un padre di 44 anni ha ucciso il figlio di 2 anni e subito dopo se stesso lasciando una lettera in cui indica il motivo del tragico gesto nella paura del domani per suo bambino, a cui era stata fatta, a quanto si legge, una diagnosi di autismo Indubbiamente la diagnosi di una grave malattia in un bambino piccolo - purtroppo tumori, leucemie, distrofie, e altre toccano anche i bambini piccoli - getta nello sconforto molti genitori, e qualcuno in un momento di debolezza e paura può arrivare a gesti estremi come questo. Non è la prima volta, purtroppo, che si verificano tragedie simili. Ma qui, trattandosi di una diagnosi di 'autismo', che al giorno d'oggi viene data con sempre più facilità, ad avviso mio e di molti erroneamente , sotto la voce 'Disturbo dello Spettro Autistico', mi domando se in realtà quella diagnosi non fosse sbagliata, e quelle morti ancora più ingiustificate e assurde.
A leggere l'articolo sul Gazzettino i dubbi mi vengono confermati: il bambino probabilmente aveva solo un ritardo del linguaggio, ma la piovra multi-disciplinare, che pensa di produrre competenze mettendo insieme tante incompetenze, spesso crea mostri, appunto, come temeva quel padre...
Oggi molti, sia specialisti che operatori sanitari che insegnanti ecc, parlano di autismo come se fosse quasi una banalità, e tartassano le famiglie con bambini piccoli quasi non lasciandole vivere, se appena un bambino non segue i parametri attesi e le tabelle di sviluppo in vigore. Oggi poi la parola 'autismo' è quasi un vezzo alla moda, magari nella sua versione 'ad alto livello di funzionamento', e persone famose vanno pubblicizzando di essere loro stesse 'affette da sindrome di Asperger' ( considerata fino a poco tempo fa una forma di autismo che secondo alcuni avevano personaggi come Mozart e Einstein e altri). Ma per la maggior parte delle persone una diagnosi di autismo è una catastrofe, la cosa peggiore che può capitare a un figlio, e molti specialisti e operatori non si rendono conto della gravità delle loro parole. La diagnosi di autismo viene data oggi spesso con leggerezza, quasi sottovalutando il significato catastrofico che ancora ha per tutti i genitori, che vengono quasi sempre lasciati soli a reggerne il peso. E qualcuno non ce la fa.

Lettera inviata a diversi giornali:
"La tragica vicenda di Treviso, il padre che uccide il figlio e si uccide per la diagnosi di autismo che era stata fatta, deve richiamare l'attenzione a quanto sta succedendo a troppe famiglie con bambini piccoli, che al minimo segno di difficoltà o anomalie di sviluppo ricevono diagnosi simili. Purtroppo come in altre situazioni ‘ci voleva il morto’, anzi due simili terribili morti, per avvisare che non si può andare avanti così: troppe famiglie sono gettate nella disperazione da diagnosi improvvide e sbagliate, e lasciate poi sole a reggere un peso insopportabile. Non si può tacere e colludere con il disastro causato dalla nuova concezione dello ‘spettro autistico’ che si è diffusa ovunque nell’ultimo decennio, senza alcuna reale ed effettiva base scientifica, e la conseguente organizzazione dei servizi sanitari per l'infanzia. Il fantasma dell’autismo incombe su troppe culle per lasciar tutto com'è. E’ urgente riconsiderare l'organizzazione educativa scolastica e sanitaria che coinvolge i bambini piccoli e le loro famiglie in una vera e propria ‘caccia all’autismo’ che sta producendo danni incalcolabili. Le autorità sanitarie non possono essere giustificate dall’impegno per la pandemia Covid, nel trascurare quest'altra pandemia dello ‘Spettro Autistico’ molto più disastrosa per i bambini piccoli. Non intervenire per cambiare le cose è colpevole come continuare a intervenire in modo sbagliato."

Commenti

Buonasera Dottore.
Sono una delle mamme che ha creato il gruppo GIADE su telegram.
Gruppo di sostegno e autoaiuto per i genitori con bimbi in difficoltà evolutive.
Penso di poter parlare a nome di tutti dicendo che ciò che è capitato ci è sembrata una tragedia in qualche modo annunciata.
Nel nostro gruppo arrivano sempre più genitori con storie sempre più assurde, segnale che ormai la faccenda è sfuggita di mano. Si attenzionano bimbi sempre più precocemente e restringendo sempre di più i parametri di ciò che dovrebbe essere considerato "norma".
Io stessa mi creda, a volte sono incredula per ciò che viene raccontato e per le situazioni terribili che i genitori son costretti a vivere, spesso per semplici ritardi o differenze della norma.
Bisogna avere una grande forza e lucidità per sopravvivere a questo massacro che viene perpetrato a danno di famiglie e bambini.
Non conosco ovviamente la situazione della famiglia coinvolta nella tragedia ma non mi viene difficile pensare che questo padre potrebbe essere cascato nella trappola mentale, come tutti noi, ma che non abbia trovato sufficienti aiuti e strumenti per reagire.
Ho ragione di credere che non sarà la prima né l'ultima volta se qualcosa non cambia e qualcuno non denuncia la situazione.
Volevo condividerle un articolo trovato in rete oggi che fa luce sulla questione diagnostica del bambino. (visto che la cartella clinica è stata consegnata in procura).
Da quello che pare, il bimbo aveva una diagnosi conclamata di spettro autistico.
Diagnosi che era stata data dopo una serie di colloqui "interdisciplinari" e che l'"obbiettivo era inserirlo in un programma precoce che avrebbe scongiurato futuri handicap.
https://www.ilgazzettino.it/nordest/treviso/omicidio_castello_godego_aut...
Anche qui si parla dell'autismo con la solita confusione, dicendo che probabilmente il problema del bambino sarebbe stato "lieve".
Che autismo non vuol dire handicap.
Magari l'intento è quello di far presente che nessuno di loro aveva tolto speranza al genitore.
Il problema è che una volta emessa questa diagnosi che inevitabilmente ti precipita nello sconforto, ti metti a fare ricerche su ricerche in rete e ti convinci ogni giorno di più che tuo figlio abbia tutti i segnali e che il rischio (nel migliore dei casi) è una vita da disadattato.
La rete è una trappola terribile nella quale viene detto tutto e il contrario di tutto e c'è una grande confusione di "malattie" e condizioni possibili associate a questi segnali (non parla, non indica).
E mai, dico mai, si mette in discussione che questi "segnali" siano sintomi di "qualcosa".
Che sia un "livello 1" o "livello 3" come dicono gli esperti, sono bambini che dovranno convivere con questa "condizione" tutta la vita.
Che condizione sarà.. Nessuno sa dirtelo, ma c'è. Questo conta.
I clinici poi sanno essere a volte anche più spietati. Perché lungi dal seguire questa corrente "positivista" (che poi forse è in parte responsabile della crescita di queste diagnosi) spesso fanno profezie unicamente basandosi sull'etichetta diagnostica, vista sempre e comunque come" grave".
Un genitore non sa più cosa credere e a chi ma ciò che poi capita spesso è che in tutto questo dolore il bambino è dimenticato.
Affidato alle terapiste. Spesso non compreso.
Spesso più in difficoltà di prima.
Ai genitori non viene dato nessun supporto.
I genitori devono "affidarsi". Non conta ciò che vedono, ciò che capiscono.
Sono degli illusi che mentono a loro stessi per non ammettere le difficoltà del loro bambino.
Una maternità /paternità rubata.
Che nessuno ti restituirà anche quando a otto/dieci anni, capisci molto bene che tuo figlio è una persona come le altre, forse non perfetta, forse con ancora le sue difficoltà, ma lontana dagli incubi che ti hanno perseguitato.
Noi tutti speriamo che questa vicenda così triste possa portare alla luce la situazione di bambini e famiglie finiti in questa trappola per far riflettere sulla pericolosità di ciò che sta succedendo.
Speriamo si possa trovare il modo per farci sentire e sollevare un dramma silenzioso di cui solo poche persone come lei si occupano.
Grazie a nome di tutti

Grazie del suo contributo. Penso che bisogna fare qualcosa per portare all'attenzione questa grave situazione, anche per prevenire altre possibili tragedie. Speriamo che qualcuno non segua l'esempio di questo genitore. Come gruppo di genitori probabilmente potreste avere più ascolto. Dall'interno di istituzioni, associazioni, servizi e specialisti il mondo dell'autismo sembra inamovibile.

Aggiungo che oggi si assiste a una specie di 'furore diagnostico', quasi un'esigenza insopprimibile di classificare ed etichettare ogni bambino che non corrisponde all'immagine perfetta di soldatino socialmente corretto obbediente agli adulti che oggi circola. Questo furore lui sì pervasivo ha invaso tutti i luoghi dei bambini, nidi, scuole, centri e servizi sanitari e relativi educatori e insegnanti e operatori, e ogni bambino deve avere la sua brava diagnosi appiccicata disponibile sul mercato, dall'autismo' alla 'disprassia' all''iperattività' o ADHD, ai 'Disturbi di Apprendimento', per non parlare dei 'Disturbi Bipolari' ancora non diffusi da noi come nei paesi anglosassoni, e altri coniati dal DSM5, la bibbia psichiatrica americana. Questa, principale fonte di formazione degli operatori della salute mentale degli ultimi decenni, è la principale responsabile della recente evoluzione della psichiatria a livello mondiale e direi che costituisce una minaccia per la salute mentale e la vita stessa delle persone.

Grazie per quello che fate quotidianamente mettendo al corrente i genitori di ciò che sta accadendo in Italia grazie a pediatri e neuropsichiatri, pensare che anche a nostro figlio un pediatra aveva "diagnosticato" autismo a 24 mesi perché diceva poche parole e nel suo studio la diagnosi è stata fatta chiamandolo per nome urlando e vedendo quindi che non si girava l'ha subito catalogato così ed è stato indirizzato dal neuropsichiatra. Anche a noi stava venendo la depressione dopo questa notizia. Poi per fortuna ho scoperto il portale del dottor Benedetti e sono riuscita ad evitargli di essere etichettato, ma la rabbia dentro è ancora tanta per quanto mi riguarda.Tra l'altro questo tizio è un pediatra convenzionato con la Asl che si è spacciato anche per neuropsichiatra per convincerci (ho scoperto invece che non aveva alcun titolo da neuropsichiatra). Il bambino oggi a 39 mesi parla bene e non ha nessun problema.
Continua in maniera imperterrita comunque la caccia alle streghe relativa ai finti bambini autistici e ADHD anche grazie alla compiacenza delle scuole che in molti casi (anche a partire dalle materne) per evitare troppo sforzo dietro a bambini che richiedono più impegno (semplicemente perché nel loro ambiente casalingo spesso non hanno gli stimoli giusti e vivono esperienze un po' limitanti per la loro età) appoggiano le etichette dei neuropsichiatri senza vedere i bambini come realmente sono...questo fa comodo a tutti tranne che ai bambini e ai loro genitori, uniche vittime di questo sistema infamante. Poi adesso hanno iniziato a trasmettere sul canale Rai Yoyo (dedicato ai bambini) una serie, Pablo sì chiama, che ha per protagonista un bambino autistico...ormai non sanno più cosa escogitare per alimentare questa vera e propria caccia alle streghe.

Vi leggo e rimango scioccata. Senza parole. Ogni circostanza, ogni situazione, ogni episodio raccontato parla di me, della mia piccola Sara e della mia famiglia. Da quando quel maledetto 4 dicembre 2019 una neuropsichiatra dell'Asl di Napoli, a differenza di altri neuropsichiatri consultati privatamente, diagnisticò a mia figlia Sara "Disturbo dello Spettro autistico ad alto funzionamento" a soli 30 mesi, dopo 30 minuti di osservazione. Nulla ci venne chiesto sulle nostre abitudini familiari, sul fatto che io lavorassi 12 ore al giorno e che la bambina fosse stata esposta a televisione e smartphone per diverse ore a causa della mia assenza e di altri problemi familiari. Non interessava a nessuno. Non interessava a nessuno che la bambina guardasse negli occhi, si girasse quasi sempre quando veniva chiamata, sorridesse o comprendesse perfettamente gli stati d'animo. Non parlava e giocava spesso da sola, elementi più che sufficienti per fare diagnosi. Non ho mai pensato di farla finita ma è stata dura, durissima. Ho sviluppato una forma di insonnia che perdura ancora oggi, il rapporto con mia figlia ha perso di naturalezza, le chiedevo in continuazione di nominarmi gli oggetti o di che colore fossero, se non rispondeva andavo in crisi, mi chiudevo in bagno a piangere, senza contare che intanto nasceva la mia seconda figlia che ho allattato pochissimo e che ho affidato molto spesso alle cure di mio marito. Mi hanno rubato la maternità, mi hanno rubato la gioia di essere madre, la felicità nel vedere i progressi di mia figlia, sempre troppo indietro rispetto alle tabelle che vedono le bambine di 24 mesi parlare fluentemente e comportarsi come piccole mamme casalinghe. Oggi, a distanza di un anno e mezzo da quella diagnosi, mia figlia frequenta un centro per psicomotricità e logopedia, i passi avanti sono stati notevoli ma io sento ancora che non siamo sulla strada giusta. Sono sempre più convinta che il problema sia in casa, nel modo in cui ci relazioniamo alla bambina e nelle nostre abitudini. Per questo credo che cominceremo presto un percorso di psicoterapia con il dottor Benedetti. Vorrei inoltre , se fosse possibile, anche aderire al gruppo GIADE. Grazie per i vostri post, siete la luce in fondo al nostro tunnel.

Purtroppo siamo in tanti ad aver vissuto queste situazioni terrificanti, ormai è chiaro...ho capito che noi genitori non dobbiamo farci condizionare da pediatri e maestre che valutano in maniera inappropriata i nostri figli, dobbiamo evitare con i bambini l'utilizzo di smartphone e TV che ostacolano il linguaggio e le interazioni e andare avanti per la nostra strada, seguiti solo da persone che veramente desiderano comprendere le difficoltà dei nostri figli per riuscire a superarle, come il dottor Benedetti, e non fidarsi di chi fa terrorismo psicologico a beneficio delle proprie tasche.

Sei la benvenuta Angela, così come chiunque sia in cerca di confronto sereno e costruttivo con altri genitori
Aggiungo il link https://t.me/joinchat/Q3_arB1NzN50A0OQhvEsew

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.