Lo spettro autistico e i costi economici per la collettività, sfogo di una mamma

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Buonasera dottore scrivo come mamma di una bambina di 5 anni, intrappolata da due nella rete dello spettro autistico, ma vorrei condividere con lei e con chi vorrà leggere una riflessione non tanto sulla diagnosi e cura quanto sul costo economico per lo Stato italiano che tale diagnosi si porta dietro e dell' ingerenza del privato/convenzionato che come una piovra allarga i suoi tentacoli sui soldi e i poteri dello Stato in maniera silenziosa e preoccupante. Ieri ne ho avuto la prova lampante
Dopo appena un anno e mezzo che mia figlia é stata presa in carico dalla Usl territoriale, é passata a un centro privato convenzionato perché a a detta della NPi della USl loro sono intasati dai bambini del nido ormai. Vengono dati una cinquantina di ore di terapia a mia figlia, Ieri all' incontro con la nuova NPi scopro che le terapie non saranno individuali ma in coppia e mi suona un primo campanello che mi dice quindi loro riscuoteranno il doppio dalla Usl e nessuno poi mi dirà e controllerà quante ne faremo.
Poi la gentile dottoressa mi dice che si occuperanno loro della revisione della L.104 e senza grandi dubbi mi chiede quando scadeva giusto per arrivare in tempo a rinnovarla, dando per scontato il rinnovo al passaggio di grado scolastico, la strada é già tracciata per loro senza nemmeno aver visto la bambina. Una piccola cliente autistica crescerà e senza alcun diritto di mostrare le sue capacità sarà un handicappata per lo stato così garantirà a tanti di lavorare e qui mi suona il secondo campanello e Mi domando come é possibile che un ente privato possa entrare nel merito di una valutazione delicata come un handicap, un ente con un profondo conflitto di interessi come potrà dare un parere super partes su mia figlia?mettersi in mezzo con la scuola e tutto il resto...Mi domando se É leggittima questa procedura?in altre regioni funziona così ? sarei curiosa di saperlo e se qualcuno che si occupa di diritto amministrativo mi sa indicare i termini di legge per cui é legittimata questa cosa. Io la trovo una cosa vergognosa l' ennesimo rospo che non voglio ingollare

L'ingerenza del convenzionato é un grande problema forse dell'organizzazione sanitaria in generale , visto il caso Lombardia, ma dovrebbe far riflettere.
I costi per lo Stato di tutto questo sistema autismo sarebbero da calcolare e denunciare. Solo mia figlia che é una bambina ad alto funzionamento (come gli elettrodomestici a++) fa lavorare una media di 5 persone tutte pagate dallo Stato senza contare le ore di consulenza, progettazione etc che staranno dietro ai progetti educativi etc etc, tutti quei fogli dietro cui si nascondono i dottori senza neppure visitare più il bambino senza sapere chi é e come sta la sua famiglia ma retribuiti in qualche modo. Chi controlla poi che i conti tornino?

Il bello é che in questa quarantena mia figlia di tutta questa gente non ne ha viste neppure una eppure è andata avanti come prima se non forse meglio! Un costo inutile dettato sullo dal sistema di cui famiglie e bambini sono un ingranaggio inascoltato.
Chiediamoci in tempi di magra come attraversiamo e attraverseremo visto il debito pubblico quanto é il costo e le speculazioni di tutto questo baraccone autismo? Costi che ricadranno sulla generazione futura sempre che fra gli adulti di domani ci siano persone normali e non autistiche .

Esattamente quello che penso io! Grazie per aver condiviso questa riflessione.

Grazie al dott. Benedetti per aver pubblicato il mio sfogo,
Grazie @demetra , mi fa piacere non essere sola in queste riflessioni
Sbollita la rabbia ho deciso che nei prossimi mesi mi confronterò con un avvocato o profesisonistaper capire se ci sono illegittimità nella delega di tutte queste prerogative dell'Usl al convenzionato (in special modo il discorso della L.104) .Io vivo in Toscana , credo che ogni regione viaggi a sè...Vi aggiornerò qui sul Blog

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.