Ritardo psicomotorio (gemelle di 34 mesi)

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Buongiorno Professore, è da tempo che la seguo e finalmente prendo il coraggio di scriverle.
Ho 2 bimbe, gemelle omozigoti, nate leggermente premature (36 sett.) ma piccole per l’età gestazionale (l'ultimo mese, dalle 32 settimane circa, sono state come" monitorate” in utero ma si sono formate senza aumentare sostanzialmente il peso), una delle 2 UGR.
Alla nascita hanno respirato da subito da sole e dimostrato grande adattamento al mondo. Sono state 20 giorni in neonatologia per raggiungere il peso necessario alla dimissione.
Al controllo dei 13 mesi una delle 2 bimbe non ha risposto perfettamente alle stimolazioni del follow up in NPN, determinando l'indicazione di ritardo psicomotorio.
La bimba A. , mi dissero, risultava un pò indietro rispetto anche ai 12 mesi, pur avendo una grande socialità. Effettivamente, non aveva mai lallato (feci notare subito questo) nonostante avesse sempre vocalizzato molto da neonata. Scopriremmo in seguito (su nostra intuizione e successive indagini) che aveva un'ipoacusia trasmissiva da catarro, dovuta alle febbri avute durante l'inserimento al nido.
Mi si parlò di necessità di "facilitarla", immaginando un percorso di psicomotricità, con successiva logopedia, nel quale includere per sicurezza anche la sorellina G. (ex UGR).
All'epoca non capii bene cosa le mie figlie avrebbero dovuto fare e non facevano. Riprovammo a casa alcuni dei giochini fatti in ambulatorio e le bimbe li fecero (come trovare l'oggetto nascosto). Questa sensazione di incertezza mi accompagna tuttora, generando in me un’ansia da osservazione e confronto, nel tentativo di capire cosa non vada nelle mie bimbe.

I successivi confronti con gli specialisti non sono sempre stati esaustivi. Le bimbe sono nate in un’ASL diversa dalla residenza e demandate per la presa in carico in quella di residenza, che ha fatto ciò solo sotto mia insistenza non vedendo nessuna gravità nelle piccole. In seguito, siamo state spostate in un centro convenzionato dove la figura del NPI cambia ogni 6 mesi e le valutazioni vengono quindi effettuate solo attraverso i nostri racconti. Da poco più di un anno fanno 2 sedute di psicomotricità e 1 di logopedia a settimana. Le terapiste – molto brave per fortuna - sottolineano la loro grande spinta comunicativa, un riallineamento nei tempi dell'attenzione con l'età per A. e un recupero sul piano motorio, particolarmente visibile in G.. Loro sono il nostro vero punto di riferimento.
Lo sviluppo delle acquisizioni delle 2 piccole, oggi 3 anni e 2 mesi ,è stato ed è caratterizzato da tratti di grande ambivalenza e situazioni borderline, seppur globali:
- camminato tardi (G. a 20 mesi e A. a 22 mesi) ma acquisizione di tutti i passaggi posturali da molto tempo prima (per capirci, non camminavano sole, ma lo facevano afferrando il dito degli altri, salivano e scendevano dai mobili, strisciavano e gattonavano)- G. in quella fase pesava 9Kg e noi pensammo che non si sentiva abbastanza forte da abbandonare il nostro dito, appena lo fece iniziò a correre; A. ci sembrava invece più instabile, nonostante un peso migliore, in seguito ci domandammo se l’ipoacusia avesse potuto influire
- mangiano tutto, hanno iniziato a masticare i solidi prima di avere i denti e gestito ottimamente bocconi anche grandi
- rapporto con il sonno altalenante: fasi serene si alternano a fasi con risvegli. Abbiamo notato dei movimenti delle mani prima di addormentarsi come nel ripeter il racconto della giornata. A. non lo fa più da tempo, G. lo fa più frequentemente, ma solo prima di addormentarsi.
- sono sicuramente in ritardo nel linguaggio (hanno un vocabolario ridottissimo e non sempre chiaro) ma un'ottima comprensione (parere nostro e delle terapiste), notevole spinta comunicativa (è impossibile non interagire con loro, hanno una forte comunicazione non verbale, si fanno comprendere, eseguono consegne e sono attratte dalle persone)
Abbiamo in famiglia parlatori tardivi, ma non le vedo pronte alla famosa esplosione seppur apprendano nuove parole da qualche settimana con più frequenza. L'associazione di due parole è rara e senza verbi.
Rispondono alle domande: Come ti chiami? Come si chiama la sorellina? Dov’è mamma/papà? Dove vuoi stare? Quanti anni hai? Come fa il cane, etc…? Lo vuoi? Hai capito? Hai fame?
- hanno un rapporto con l’ambiente adeguato: usano gli oggetti in maniera strumentale (penne, posate, chiavi, telefono), hanno il senso del pericolo, dribblano gli ostacoli, salgono le scale alternando i piedi ma se sono tante si appoggiano; sono esuberanti ma se c’è un animale si fermano per osservare le sue reazioni e farsi conoscere pian piano; hanno memoria dei luoghi e dei tragitti
- imitano i balletti, giocano anche simbolicamente da tempo (mettono a nanna i pupazzi, danno da mangiare alle bambole), giocano sia insieme che da sole (A. è più focalizzata)
- fanno da tempo le capriole, si arrampicano, corrono, stanno con un piede, saltano su due (G. è più agile)
- hanno ancora una certa riluttanza ai “no”, è migliorata la gestione della frustrazione ma a volte persiste, soprattutto se sono stanche
- mettono ancora a volte gli oggetti in bocca, togliendoli appena gli si dice di non farlo; hanno abbandonato il ciuccio senza drammi “regalandolo ai gattini” (storia nella quale si riconoscono); abbiamo tolto il panno di giorno (per la notte, aspetto per mia scelta)
- G. si abbassa pantaloni e mutandine per andare in bagno, A. idem e tira l’acqua. Provano a vestirsi e svestirsi. Infilano i chiodini nella tavolozza, amano la plastilina
- nel disegnare, i tratti sono ancora acerbi: G. ha un tratto ellittico, A. vuole che disegniamo l’omino e fa una linea come per ricopiarlo, sa comporre dei segni ellittici ma lo fa meno spesso di G., pur volendo disegnare di più

Le bimbe non hanno mai fatto dei test oggettivi. Non hanno mai fatto una RM. Non c’è insomma una diagnosi vera.
In autunno abbiamo vissuto un momento di grande difficoltà. Dopo uno dei colloqui che di prassi le nostre terapiste organizzano con le educatrici del nido, emerse la preoccupazione di quest’ultime nel non vederle giocare né con gli altri bimbi né fra loro, oltre che nel notare una forte riluttanza ai no.
Per noi fu una doccia gelata. Innanzitutto, per l’averlo saputo in questo modo e non direttamente. E soprattutto perché non riconoscevamo, né noi né le terapiste, il quadro che ci veniva riportato, sia perché le bimbe vivevano un momento di grandi progressi nella terapia sia perché passavano il tempo a casa giocando insieme. Peraltro, in ogni occasione di incontro con altri bimbi le vedevamo felici e partecipative, seppur con modalità diverse. G. si inserisce con più facilità nei gruppi, A. è molto aperta verso gli altri (saluta tutti, abbraccia le persone se le vede tristi) ma preferisce gruppi piccoli. Inoltre, non capivamo come mai fossero molto cercate da alcuni bimbi, se presente quest’isolamento. G. e A., a discapito del loro notevole ritardo linguistico, sono due bimbe definite da tutti gli specialisti che le hanno viste “estremamente comunicative”. Vederle in difficoltà sul loro punto di forza ci preoccupò moltissimo.
Le terapiste all'inizio pensarono all'inserimento del sostegno per l'anno venturo alla materna, per facilitare il rapporto 1 a 1, ma in seguito vedendo i progressi delle bimbe concordammo che forse l’ambiente del nido non era in realtà, in quel momento, favorevole. Era stata una fase infatti di grandi cambiamenti: trasloco, spannolinamento, cameretta. Le reazioni delle bimbe erano state viste come capricci. A mio avviso, potevano essere i segni di questo vissuto e la probabile difficoltà ad adattarsi con amichetti che linguisticamente andavano avanti e scoprivano nuovi modi di interagire, che loro ancora non avevano e non hanno.

A Dicembre si è finalmente deciso di colmare la mancanza di informazioni oggettive e siamo state nuovamente dirottati verso la prima ASL. La NPI che le ha visitate si occupa di sindromi genetiche e abbiamo concordato un percorso atto a scoprire e/o escludere eventuali problemi di questo tipo. Tuttavia, considerando l’emergenza Coronavirus e le liste d’attesa, credo che solo in estate potremmo fare un set di indagini ed esami più oggettivi (Griffiths, etc..)
Da questa visita emerse l’esistenza nelle bimbe di paramorfismi “normali” (occhi allungati come la mamma, bocca grande come il papà, etc…),non immediatamente riconducibili ad una qualche sindrome. La NPI ci disse che le trovava si un po' indietro ma con una buona relazione e che l’importante era che pur con tempi più lenti le acquisizioni arrivassero. Le trovò un po' ipercinetiche, in difficoltà con la frustrazione, ma non escluse una reazione alla situazione (lungo viaggio, attese, etc..) e ci consigliò una terapia comportamentale. Pur sottolineando l’importanza di analisi oggettive ci disse che non vedeva nulla di veramente preoccupante.
La nostra psicomotricista non ritenne utile la terapia comportamentale perché le bimbe, secondo la sua osservazione, non necessitavano ancora di interventi così rigorosi.

Ad oggi, devo ammettere, che con il compimento dei tre anni, entrambe le bimbe hanno guadagnato, pur nella loro vivacità, una calma che non gli conoscevamo: sostano di più sulle attività, si fermano a guardare la televisione, giocano anche da sole pur cercando spesso la nostra presenza.
La situazione al nido, che non abbiamo cambiato per non aggiungere cambiamenti su cambiamenti, è migliorata. Le bimbe giocano tra loro, meno in maniera strutturata con gli altri. Giocano però con gli altri bimbi se abbiamo visite a casa.

Io e mio marito alterniamo fasi di grande ansia a momenti di serenità, pensando che la prematurità e la gemellarità (un rapporto spesso di 2 a 1) abbia influito in questo ritardo ma che entrambe stanno dimostrando la resilienza giusta per recuperare. Io credo molto nell’esperienza ambientale e sottolineo ai medici che non sempre le bimbe sono state messe di fronte alle stesse esperienze degli altri bimbi, per problemi di gestione familiare (sono spesso stata sola, soprattutto quando erano piccole nella quotidianità, per via dei turni di lavoro di mio marito e oggi capita frequentemente la situazione inversa). Dall’altro hanno vissuto ovviamente anche esperienze alternative (mamma/papà in mezzo che abbraccia 2 bimbe insieme, imparare a rispettare i turni, a condividere, a dare un biscotto). A volte penso che il nostro modo di crescerle non le ha esposte ad alcune esperienze, a cui i bimbi di oggi sono soliti e lì i paragoni. Ad esempio, hanno scoperto tardi cartoni animati e cellulare. Di conseguenza, hanno imparato solo una volta che li hanno visti i balletti che i loro compagni magari fanno già. Le porto pochissimo al parco giochi, perché una scappa sullo scivolo e l’altra vorrebbe l’altalena, ma utilizzo spiaggia e campagna come alternative. Per cui magari non sanno arrampicarsi sulle reti ma provano a scalare piccole roccette.
Da mamma mi chiedo se questi ritardi possano essere recuperati nel tempo e in concreto quali siano le strategie, le stimolazioni necessarie per aiutare le mie cucciole.
Mi rendo conto che il mio racconto è molto confusionario e la mia domanda non possa avere risposte certe. Mi scuso in anticipo, Cordiali saluti

Una mamma molto preoccupata

Commenti

Dalla sua descrizione di quanto vedete 'a casa', sembra che alle bimbe manchi solo la parola, e le osservazioni delle educatrici del nido mi sembrano da prendere con le pinze, di questi tempi. Il loro sviluppo sembra procedere con un modico ritardo sugli 'orari' previsti, per camminare e parlare: si potrebbe pensare quindi a un'immaturità motoria, cui qualcuno dà il nome di 'disprassia', trasformando il sintomo in malattia, a mio avviso indebitamente. Ma lo sviluppo sembra procedere in modo armonico e continuo e quindi dovrebbe continuare garantendo le normali acquisizioni, spontaneamente, senza necessità di interventi particolari. Anche quelli fatti penso siano inutili, bastava probabilmente seguire periodicamente l'andamento dello sviluppo, a livello globale.

Non ci sono indagini oggettive per lo sviluppo , a parte gli esami medici/biologici ( EEG, Risonanza, cromosomi, ecc). I test psicologici e di prestazioni non hanno nessuna oggettività, a mio avviso (sarebbe come valutare lo stato del motore di un treno in ritardo misurando i suoi tempi...) e sono inutili se non ingannevoli, e da evitare, a meno che uno non voglia chiedere i provvedimenti della Legge 180 per l''handicap, cosa che mi sembra assolutamente fuori luogo...
Cosa vogliono dire gli acronimi UGR e NPN, scusate la mia ignoranza?

La ringrazio per la sua celere risposta.
UGR: ritardo di crescita intrauterino
NPN: Neuropsichiatria neonatale
Le bimbe sono state seguite li fino ai 13 mesi.
Non abbiamo mai pensato di riferirci della legge 180 e per prima sono spaventata da questi test perchè mi sembrano a volte molto standardizzati. Avrei però preferito fosse stata fatta loro l'ecografia cerebrale alla nascita (fatta invece solo a 8 mesi) e l'RM, per avere un quadro più chiaro.
Per la scuola materna abbiamo optato per una scuola con un approccio attendista, basato sull'osservazione del gioco libero dei bimbi.
Secondo lei, quindi, dovremmo "solo" aspettare e monitorare?
La ringrazio ancora

Mi è rimasto nella penna di chiedervi di integrare le notizie con quelle indicate nel questionario, colonna qui a sinistra, e di mandarmi qualche filmato per vedere le bimbe insieme a voi, se volete. Meglio in youtube, per i miei dispositivi un po' antiquati, ma va bene anche con altri mezzi, spesso.

QUESTIONARIO SULLO SVILUPPO PSICOMOTORIO SIMBOLICO-LINGUISTICO E RELAZIONALE
composizione familiare: mamma, papà, A. e G. (da maggio 2018 a Ottobre 2019 ha vissuto con noi anche la nonna paterna, che frequentano tuttora il finesettimana)
età dei componenti: mamma 40, papà 43, bimbe 3 anni e 2 mesi;
altre notizie ( bilinguismo, immigrazione, ecc.): per circa un mese l’anno abbiamo come nostra ospite un’amica tedesca, ma le bimbe sono esposte alla lingua solo in quella fase e in maniera indiretta
età del bambino/a (data di nascita): gennaio 2013
problemi in gravidanza: gravidanza considerata a rischio per monocorialità, seguite da ospedale locale, ginecologa della mamma e ospedale di 3° livello.
Stato di salute della mamma: ottimo fino al parto (esami in linea, pressione nella norma, dopo il parto non sono riuscita ad espellere tutti i liquidi col cesareo e ho rischiato una gestosi post-gravidica, non verificatasi per fortuna). Ho avuto l’utero contratto per tutta la gravidanza, ma emerse essere una mia condizione intrinseca. Mai avuto contrazioni rischiose e collo dell’utero lungo fino al parto.
Stato delle bimbe:
A 32 sett. circa si evidenziò una diminuzione del liquido. Sono stata monitorata e in seguito ricoverata per circa 20 giorni fino al parto. I livelli del liquido aumentarono e le bimbe furono monitorate anche 2 volte al giorno fino al giorno del parto, flussi perfetti.
A. risultò con un valore di 2,6 alla translucenza nucale, fatta amniocentesi su entrambe le bimbe, risultati ok. A. ha avuto una crescita regolare fino alla 32 sett., si stimava il suo peso alle 36 settimane sui 2,600 Kg, in realtà peserà 1,900Kg
G. aveva un flusso diastolico alternante, sistematosi col tempo, situazione che preoccupò molto all’iniziò. Sembrava usufruire di una porzione di placenta più povera. Flussi in seguito perfetti fino al parto.
NASCITA
a che settimana: 36 settimane
Parto ( naturale, cesareo - eventuali motivi-, difficoltà): Cesareo elettivo
alla nascita : peso, altezza, circonferenza cranica: A. 1900Kg per 43 cm, G. 1500Kg per 40 cm ...
(eventuali curve di accrescimento epoche successive) Ultime misurazioni a Novembre: A. 12Kg per 90 cm, G. 11 Kg per 89 cm
indice di Apgar: 1'…9 entrambe…./ 5'……….. durata del ricovero in ospedale: 23 giorni, di cui solo 3 in intensiva. A. sarebbe potuta essere dimessa prima, ma G. era ancora sotto i 2 Kg.
PRIMI MESI
allattamento: materno ……. artificiale ……… a orario o a richiesta... difficoltà...
Allattamento misto per 5 mesi e mezzo, con paracapezzolo: le bimbe si attaccavano, ma non stimolavano abbastanza la montata. Abbiamo comunque proseguito, il mio latte era la loro aggiunta. Allattate singolarmente. Hanno sempre accettato entrambi i metodi, prendendo volentieri il seno anche se conoscevano il biberon. Si sono staccate da sole, quando hanno iniziato ad avere i primi fastidi gengivali

inizio pappine, minestrine, ecc...
svezzamento (DISTACCO DAL SENO, o dal biberon, se allattamento artificiale), età ……… facile ... difficile ....eventuali difficoltà....
Svezzamento attorno ai 6 mesi: A. senza la minima difficoltà, G. ha avuto un passaggio intermedio durato 3 giorni di pappe lattee e poi è partita. Hanno bevuto l’acqua dai sei mesi dal cucchiaino e in seguito dal bicchiere
La dentizione è arrivata tardi (verso l’anno, come me) ma mangiavano il pane e qualche cibo solido dai 10 mesi

ritmo sonno veglia nei primi mesi, orari, difficoltà...Dormivano tra una poppata e l’altra, ma si svegliavano spesso per mangiare. Verso i 6 mesi davo io loro un biberon mentre dormivano. Attorno ai 9 mesi G. ha sofferto di pavor per un periodo.
Quando le allattavo, le tenevo con me addosso e si addormentavano, una volta per ciascuna. Poi, continuavano serene nella loro culla.
Più in là stavo spesso sdraiata in mezzo a loro. Da quando però hanno iniziato ad esplorare il mondo circostante, questo era diventato più un gioco che un modo per rilassarle e hanno imparato a dormire nelle proprie culle. Per accompagnarle nel sonno, cantavo. E a turno davo loro la mano.
In generale i primi mesi vivevano un momento di difficoltà la sera, dove piangevano molto e si volevano in braccio. Il sonno notturno arrivava dopo l’una di notte, regolandosi verso le 22:30/23 verso i 7 mesi e in seguito verso le 20:45,21 intorno ai 15 mesi

persone che lo accudivano...eventuale ritorno al lavoro della mamma: a quanti mesi?... reazioni del bimbo?
Dal rientro in ospedale ai 3 mesi circa mamma e papà. In seguito, prevalentemente la mamma. Dai 5/6 mesi circa, le sere che il papà lavorava, andavamo a trovare i nonni materni la sera, per avere un aiuto viste le crisi serali, che così sono sparite.
8 mesi: inserimento graduale al nido (poche ore al mattino), io sono rientrata al lavoro ai loro 9 mesi, per poche ore al giorno
15 mesi: orario nido 10-16
In seguito (dai 20 mesi circa) 8-16
Reazioni: nessun problema particolare. Oggi hanno a volte un momento di pianto al distacco, che ci hanno assicurato finisce appena andiamo via.
EPOCA SUCCESSIVA
alimentazione...
A. assaggia tutto con grande piacere (adora frutta e verdura), è un’ottima forchetta, curiosa, ma si autoregola. Se sazia, rifiuta anche cose che le piacciono molto.
G. mangia meno, ma quasi tutto. Assaggia anche cose nuove (un esempio: asparagi crudi raccolti in campagna)
Apprezzano i diversi sapori.
Mangiano da sole, ma la sera chiedono la nostra attenzione e si contratta (un po' da sole e un po' noi)
sonno ...., orari e modalità (dove dorme, come si addormenta, ecc)
Attualmente si addormentano verso le 21:30/22, quando vanno al nido, e vengono svegliate attorno alle 7 (non si riesce a farle addormentare prima). Dormono anche il pomeriggio.
Alternano momenti di sonno sereno, dove dormono tutta la notte, a volte anche sole, a fasi di sonno più instabile con risvegli notturni, dove non riprendono sonno per ore. In quelle fasi parlottano, a volte ridono, non sono inquiete, ma noi non le lasciamo sole, perché altrimenti la bimba sveglia tende a cercare la sorella.
Hanno dormito nelle loro culle fino ai 2 anni e mezzo, in camera con noi. Ora dormono nella loro stanza, su un materasso posizionato sul pavimento (ormai saltavano dalle culle).
Chiedono la nostra presenza per addormentarsi. Se le accompagno io, purtroppo spesso crollo e non riesco ad alzarmi dopo. Il papà è più forte. Il proseguio della notte dipende dai risvegli, che comunque avvengono anche se siamo lì.
G. muove spesso le mani prima di addormentarsi. È una cosa che prima facevano entrambe, a volte anche in auto. A. ha smesso, G. lo fa solo prima di addormentarsi. Accompagna il movimento al chiacchiericcio, come che stesse raccontandosi qualcosa.

abitudini ( ciuccio, biberon, orsacchiotto, copertina, ecc) .....
Hanno preso il ciuccio solo per dormire. A settembre abbiamo iniziato a raccontare loro una storia per abbandonarlo e durante le vacanze di Natale lo abbiamo lasciato. L’hanno cercato solo 2 volte, senza drammi.
Bevono un biberon di latte prima di dormire per questioni di tempo. Quando abbiamo più tempo sostituiamo con tazza e cucchiaio, senza problemi.

tempo video: televisione, telefonini, tablet...
Non possono usare da sole il telefonino. Da qualche mese guardiamo insieme i video con canzoncine e balletti per farli insieme (circa 20 minuti, non tutti i giorni)
Tv: da dopo i due anni, solo alcuni cartoni. Hanno iniziato ad apprezzarla veramente ora. Adorano un cartone in particolare, che guardano circa mezz’ora al giorno.
- SVILUPPO PSICO-MOTORIO:
dove veniva tenuto preferenzialmente dopo i primi mesi, da sveglio: in braccio, nel lettino, nel box, sul passeggino, sul tappeto, libero di muoversi ecc. ....

Non potendole tenere spesso in braccio insieme, le mettevo su un divano dove potevano vederci e dove mi sdraiavo con loro per averle entrambe vicine per le coccole. Da quando hanno iniziato a girarsi le ho messe sopra alcune coperte e tappetoni morbidi per terra. La sdraietta è stata usata solo per la pappa e una mezz’ora di nanna prima di cena. Non abbiamo usato il box perché la reazione di G. ci ha fatto capire che si sentiva chiusa.
Nelle passeggiate abbiamo usato prima un’unica navicella, poi un passeggino doppio. In generale, G. non amava il passeggino. A. all’inizio era più tranquilla, ma appena hanno imparato a stare in piedi avrebbero voluto muoversi più liberamente, anche se ancora non camminavano autonome. Abbiamo optato per i marsupi per bimbi se presente anche il papà e per uscire il più possibile in 2 per farle muovere. Non era sempre facile, ma siamo state supportate da nonna e zia.

seduto da solo a che età .....6/7 mesi

primi spostamenti a che età e come: rotolando, strisciando, uso del girello ...non ricordo bene, era sempre estate quando hanno iniziato a rotolare . G. ha iniziato a gattonare verso gli 11 mesi, A. strisciava e ha imparato a gattonare dopo aver imparato ad alzarsi. G. si alzava verso gli 11 mesi. A. attorno ai 13 mesi su di me, ma non riusciva a mettersi da sdraiata a seduta senza appoggi. Verso i 15 mesi ha fatto il passaggio, aveva però già lo schema del passo a 14/15 mesi.

primi passi da solo........ G.: schema del passo a 14 mesi circa, ai 17/18 mesi camminava sorreggendosi al dito di un adulto (lasciato “morbido”), a 20 da sola, stabilissima, pronta a correre
A. ha seguito lo stesso schema, meno stabile, con uno stacco di circa 2 mesi.

capacità motorie attuali....: entrambe corrono, saltano, stanno con un piede solo, scalano piccoli ostacoli (G. piccole rocce, A. sale e scende da un Bobcat – è un mezzo escavatore reale, non giocattolo - fino al sedile guidatore), salgono e scendono da sedie e divani. G. è più agile. A. è particolarmente coraggiosa in acqua

controllo sfinterico (pipì e popò nel vasino/wc) a che età.....G. ad Agosto, dopo una settimana. Avvisava anche la notte. Ha avuto una regressione quando la sorellina è diventata autonoma. Oggi va abbastanza bene, qualche incidente se distratta da altre cose. Si alza e abbassa da sola i vestiti. Tuttavia, a volte quando avverte, scappa via per gioco.
A. a ottobre, dopo un tentativo ad agosto nel quale tratteneva troppo e ci rimaneva malissimo se le scappava. Decisi di ritentare, perché spannolinare 2 bimbe insieme, spesso sola (peraltro viveva con noi la nonna anziana, che le ama e amiamo molto, ma era difficile gestire più necessità in quel momento) mi rendeva ansiosa e non volevo scaricare su di lei questi sentimenti.
A ottobre la bimba reagì male all’inizio, ma io proseguii. La tenni a casa con la nonna materna per qualche giorno. Ormai si toglieva il panno da sola, faceva le scale, mi seguiva in bagno e si toccava se faceva la pipì pur indossando il panno, cercando la “pozza”in terra. Per me era pronta ma aveva bisogno di essere accompagnata.

Per il nido fu un periodo difficile. Una bimba oppositiva e l’altra che riprese a far pipì.
In 10 giorni anche A. imparò. A casa, nostra e dei nonni, si gestiva bene. Al nido meno, dipendeva molto dalla maestra. Io insistetti facendo presente che non parlando tanto, bisognava seguire “il loro linguaggio” (A. emetteva un suono preciso per avvisare, poi imparò a prendere per mano la maestra).
Anche lei ha qualche momento di defaillance ogni tanto, ma in genere è precisa. Fino a qualche giorno fa si puliva anche da sola. Ora è più presa dal vestirsi. Tira l’acqua da sola.
Entrambe usavano il wc. Da fine Gennaio, dopo una febbre, A. vuole usare solo il vasino (qui a casa). Da una settimana anche G. la imita.

- SVILUPPO RELAZIONALE
RELAZIONE e COMUNICAZIONE nel primo anno di vita
primi sorrisi ...non ricordo bene, ma presto, nei primi mesi
curiosità verso oggetti e persone, attenzione, seguire con lo sguardo: da presto anche qui (i controlli in reparto sono stati tutti a posto fino ai 13 mesi)
Modi di comunicare e richiamare l'attenzione.: i primi tempi pianto, ma modi diversi di piangere
Successivamente:
facilità a capirlo e interagire...Mi è difficile rispondere: io e le bimbe abbiamo sempre “comunicato”. Ho sempre parlato loro, raccontato cosa facevo, cantato. Ho avuto con loro anche momenti di stanchezza e nervosismo per il pianto frequente, ma non le ho mai lasciate piangere da sole. Credevo fosse meglio un’esclamazione di stanchezza, seguita da un abbraccio, all’indifferenza del “tanto smetterà”. E ho sempre avuto la sensazione che ci fosse un filo di comprensione tra noi.

facilità al pianto e facilità a consolarlo, coccolarlo, ecc ...Bastava prenderle in braccio. G. amava stare al collo. Le calmava anche la voce. Amavano e amano il contatto fisico.
reazione di fronte a persone e ambienti nuovi (diffidenza, paura, pianto...) ...Curiose, sorridenti, felici di vedere persone, di uscire
modalità di accudimento: ansioso, apprensivo, preoccupato, tranquillo, sicuro ...Forse anche troppo “easy”: le bimbe potevano stare con me, usare i mestolini in cucina, mettere in bocca, stare in terra, sporcarsi con la pappa, la sabbia, etc... Hanno delle regole da rispettare e devono chiedere scusa.
Un certo nervosismo nei momenti di grande stanchezza, corretto col tempo chiedendo aiuto a amici e familiari.

FIGURE PRINCIPALI cui è attaccato............ Entrambe: genitori (siamo interscambiabili), nonni (3), una mia zia, zii paterni, padrini e madrine
i bambino è abituato a vedere altri adulti, parenti, amici?.....Si, abbiamo visite ogni finesettimana. Vedono i nonni più volte a settimana. Non tutti i nostri amici hanno figli, ma cerchiamo di frequentare altri bimbi, anche se non riusciamo ogni settimana.
REAZIONI AL DISTACCO dai genitori................All’asilo, a volte, un piccolo pianto. Se lasciate dai nonni o da mia zia sono serene
INTERESSE E CURIOSITÀ VERSO LE PERSONE .... adulti ...... bambini.....A. è un po' outsider, soprattutto nei grandi gruppi (ad es: festa di carnevale, compleanni). Si vede però che si diverte, perché è un dramma portarla via. Saluta le altre persone, anche per strada. E’ molto incuriosita dai bimbi di tutte le età. Prova molta tenerezza per i bimbi piccoli. Nelle occasioni di incontro con altri bimbi, G. la sovrasta un po'. A. piace molto ai bimbi più grandi, con i quali gioca con più facilità. In generale, se incontra altre persone interagisce con sorrisi, dà un libro e chiede di leggerlo (a gesti), abbraccia per salutare , da un bacio quando va via anche senza chiederglielo. Se ci sono ospiti a cena vuole sedersi vicino e chiede (a gesti) loro le diano da mangiare.
G. si inserisce anche in gruppo, cerca di capire le regole del gioco e vi si attiene. È molto tenera verso gli altri. Saluta se entra in un luogo e quando va via. Se arriva qualcuno manifesta molto apertamente la sua gioia.
Entrambe amano stare con la gente, sono affettuose e interessate.
Hanno una forte relazione tra loro, ma non sono simbiotiche. Giocano insieme, litigano, si abbracciano, si consolano a vicenda, condividono il cibo. G. cerca moltissimo A. ma le ruba spesso le cose. A. sta iniziando ora a difendersi con piccole astuzie.
CONDIVISIONE cerca di coinvolgere, condividere interessi, attività, stati d'animo? cerca l'attenzione delle altre persone, magari per farsi battere le mani, o dire bravo, ecc? Attivamente.... Solo passivamente .... Non è interessato a condividere ...
Cercano entrambe la costante interazione con le persone. Nei nostri riguardi in maniera a volte estenuante. G. ha molto bisogno del contatto fisico. Ci chiama moltissime volte per averci vicino e mostrarci qualcosa o solo stare insieme mentre lei fa qualcosa. A. ci vuole spesso vicino per guardare i libri. In generale, G. cerca la presenza di entrambi, ma in particolar modo del papà. A. di entrambi, ma in particolar modo della mamma. Si battono le mani da sole se fanno qualcosa di positivo, a volte dicono “ava”. G. “sgrida” la sorella o noi se facciamo qualcosa che non va (tipo “sporcare “ per terra). Prendono il telefono per chiamare i nonni.
- SVILUPPO SIMBOLICO - LINGUISTICO
LINGUAGGIO (età di inizio dei vari punti indicati):
lallazione, gorgheggi... G. 10 mesi, lallazione/A. gorgheggi verso i 6 mesi, nessuna lallazione fino ai 18 mesi (soffrì di ipoacusia trasmissiva)
prime parole ......G. 10 mesi mamma (verso i 13 mesi smise di dirla, poi riprese)/A. 18 mesi (mamma)
due parole insieme ...G. inizia ora, ma senza verbi e raramente (associazione tipo: papà nanna etc…Dice da tempo Ciao Ciao)
uso del no e del sì ....A. dice entrambi (il si come sibilo), usa anche la testa/G. dice no, per il si dice “mHm”, usa anche la testa
frase minima (verbo e sostantivo )....no
capacità di dialogo: a parole ... senza parole...Entrambe mixano gesti e parole. Provano a raccontare piccoli avvenimenti, danno risposte. G. è “loquace”, a suo modo parla in continuazione. A. lo fa meno, deve avere uno scopo preciso. Usano alcune parole con significati diversi (secondo me, non articolano bene tutti i suoni) e le contestualizzano attraverso la comunicazione non verbale. I gesti che usano sono un vero e proprio linguaggio, si potrebbero declinare in un loro “dizionario”, li usano intenzionalmente e contestualmente.

INTERESSE E CURIOSITÀ PER GLI OGGETTI
USO DEI GIOCHI e degli oggetti ( gioco funzionale ....imitativo .....rappresentativo ), descrivete come usa giochi e oggetti.
A. gioca volentieri con plastilina, chiodini e costruzioni. Con la plastilina prepara la pappa per le bambole. Ama travestirsi e ballare. Vuole spesso guardare libri insieme. Adora giocare nell’acqua e con l’acqua (ama fare i travasi).
G. ama giocare con la palla, costruire dei lettini immaginari per i pelouche, coccolarli nella copertina. Adora ballare e travestirsi. Gioca anche lei con le costruzioni, ma meno di A. Adora agende e fogli. Gioca anche con trenini e macchinine. Costruisce finte torte di compleanno mettendo insieme piccoli contenitori di colori e canta a suo modo la canzoncina “Tanti Auguri”(dice “a te”), soffiando le candeline e battendo le mani.
DISEGNO SPONTANEO
scarabocchio , linee, cerchi... omino-testone ... figure, casetta, ecc ...
A. vuole che le si disegni l’omino e sembra lo voglia riprodurre, ma in genere fa una linea. È in grado di fare segni ellittici.
G. fa in genere segni ellittici.
ATTENZIONE nelle varie attività e interessi: breve ... lunga .... ...
Migliorata rispetto al passato, dove passavano da un’attività all’altra. Durante le sedute lavorano molto bene, soprattutto A.
A casa sostano di più sulle attività. Se giochiamo per esempio con la plastilina ci sediamo sulle seggioline per la pappa e stanno anche 30/40 minuti. Se sono più libere, si muovono di più, ma capita , non so come spiegarlo, di non sentirle perché sono assorte (soprattutto nel vestirsi/svestirsi).
COMPRENSIONE DELLE COSE E DELLE RICHIESTE ....A nostro avviso ottima, parliamo con loro con discorsi anche lunghi. La sera sto iniziando a raccontare delle storie (senza libri, per vedere se ascoltano). Stanno iniziando a rispondere a domande astratte “sei contenta? Ti piace? Chi è il mio amore? Mi vuoi bene?”
COMUNICAZIONE DEI SUOI BISOGNI E DESIDERI ....Ci chiamano, ci conducono dove vogliono, indicano e fanno il segno del “dammi”, fanno “si”/no con la testa, oppure lo dicono. G. se ha sonno dice “Nanna”, se ha fame si mette il dito sulla guancia. Entrambe chiedono da bere, sia a voce che coi gesti e nominano alcuni alimenti (cracker, latte, caramella, G. anche cioccolata, A. seada – è un dolce tipico).
UMORE
- COMPORTAMENTO
(tranquillo, iperattivo, capriccioso, ecc)....,Abbiamo notato che sono estremamente tranquille se sole (senza la sorella). A volte capricciose, a volte quasi ragionevoli. Se c’è molta gente a casa, cercano di attirare l’attenzione facendo marachelle. Erano spesso molto in movimento, ora molto più “centrate”. Dalla nonna siamo riuscite a farle cenare (il tempo di un primo e secondo) senza seggioloni
adesione a regole, orari, limiti, ....In questi giorni a casa è più difficile avere orari regolari con la nanna. Hanno alcune regole da rispettare: si mangia in tavola, non si sta in piedi sul divano, non si prende in mano il cellulare, non si picchia se arrabbiate. Si beve sedute e si mangia la merendina in tavola o comunque sedute sul divano. A volte rispettano da subito, a volte sfidano. In generale, con A. funziona spiegare la conseguenza (verso i 2 anni e mezzo ha iniziato a capire frasi tipo “Se urli, andiamo via”, “dobbiamo uscire dal bagnetto, altrimenti la sorellina è da sola e piange”)
obbedienza agli adulti .....Dipende. Con me un po' di più, il papà pur essendo più severo deve imporsi più spesso. Al nido lamentano soprattutto da parte di A. il voler uscire dalla stanza dei piccoli per andare nelle altre stanze.
reazione a divieti, frustrazioni ....Dipende, a volte basta dire “non si fa” e smettono. Altre volte non basta. A. ha, soprattutto se stanca, meno accettazione della frustrazione. Ha ripreso a fare scenate, si mette a correre verso la porta o la vetrata ( ma si ferma senza sbattere) e a volte alza le mani (aveva smesso). Dopo, a volte, viene a chiedere scusa autonomamente. Altre volte, se rimproverata ride e fa la stupidina, anche al nido. G. passa anche lei tra fasi di ragionevolezza e momenti di provocazione dove fa esattamente quello che le si chiede di non fare. Funziona solo il time out: allontanarle dal luogo dove stanno facendo il capriccio per qualche istante. A volte, però, se io vado via., ho notato che si fanno la pipì addosso. Questo mi dispiace molto, perché credo che sentano troppo questa “punizione” per cui cerchiamo di non usarla, se non come ultima chance.
capricci, bizze ...
paure, fissazioni....non credo siano fissazioni, se A. vuole fare un gioco (tipo mettersi da sola l’acqua nel bicchiere cerca in tutti i modi di chiederti di farglielo fare). Anche G. è così, quando si tratta del “far da sole”. Ci cercano molto, ma vogliono “far da sole”.
- SCOLARIZZAZIONE
asilo nido ………. A che età ……………. Reazioni eventuali ………….Dagli 8 mesi, le troviamo serene al rientro.
Scuola materna …………….. eventuali difficoltà di inserimento, ambientamento............
Successive scuole ....... apprendimento ........ comportamento .........
RAPPORTI SOCIALI, occasioni di incontri con altri, parenti, amicizie, ambiente extrafamiliare ........ ...Abbiamo una rete familiare e amicale solida. In settimana, per via del lavoro, vediamo solo i nonni e a volte una mia zia. Il finesettimana anche altre persone.
- SITUAZIONE AMBIENTALE E FAMILIARE
altri conviventi (nonni, parenti, ecc) ………… inserimento sociale della famiglia (emigrati, trasferiti, ecc).... contatti sociali...La nonna paterna ha avuto bisogno di “compagnia” per una certa fase (ho scritto sopra) e abbiamo vissuto insieme. Prima eravamo comunque vicini. Da Ottobre viviamo nella nostra nuova casa, fuori città. Abbiamo comunque rapporti frequenti (sta spesso il finesettimana da noi)
Organizzazione familiare per l'accudimento (orari dei genitori, nonni, baby sitter, ecc: descrivete come siete organizzati, la giornata tipo del bambino e della famiglia).......
Entrambi lavoriamo, il papà stagionale ma con ritmi molto intensi (circa 8/10 mesi l’anno). Quest’anno è rimasto più tempo a casa e si occupa spesso delle bimbe. Io lavoro come insegnante e cerco di concentrare il lavoro extra-lezioni durante i loro orari del nido e la notte.
La nostra giornata tipo inizia alle 7 meno 10. Ritiriamo le bimbe alle 16. Le bimbe vanno al nido 4 giorni a settimana. Nel pomeriggio si gioca con loro, mi aiutano a svuotare la lavastoviglie, cena insieme, bagnetto (G. ultimamente lo ama meno, siamo tornati alla vaschetta – A. non teme nulla, doccia o vasca), latte, cartone animato, lavaggio denti e nanna.
Due volte a settimana vediamo i nonni materni. Il finesettimana e un’altra volta a settimana vedono la nonna paterna. In genere, il finesettimana vediamo altri amici o persone care, soprattutto qui a casa da noi.
Quando stiamo a casa, cerchiamo di giocare fuori.

modalità educative (permissive, ferme, severe, variabili, orari di sonno, dove dorme, chi 'comanda': adulti o bimbo? ecc .....).........,
Ci sono delle regole da seguire. Io sono molto “easy” su alcune cose (ho dato loro, per esempio, alcuni vestiti con i quali possono giocare e sperimentare/ se sono agitate nel sonno stiamo con loro), più rigida su altre (non si mettono in disordine i cassetti, non si entra nello studiolo dove ci sono i documenti da sole, si mangia sedute, se si va a nanna si va a nanna). Mio marito la pensa come me, ma lui sarebbe un po' meno propenso a far usare loro oggetti della vita quotidiana. Cerchiamo di raggiungere un compromesso
tempo video (cioè passato alla televisione, video-giochi, telefonino ecc)ho risposto sopra
- EVENTI PARTICOLARI,
cambiamenti, trasferimenti, nascite, lutti, malattie di familiari, difficoltà, ecc....Ci siamo trasferiti a ottobre e nel giro di due mesi abbiamo rivisto mamma cambiato luogo, casa, stanza, lasciato la culla, finito lo spannolinamento, lasciato il ciuccio.
Visite mediche, ospedale, altro......
Neonatologia post nascita, 3 controlli di follow-up fino ai 13 mesi. Oggi terapia logopedica 1 seduta asettimana, 2 sedute di psicomotricità
Eventuali esami fatti e referti (Udito, vista, eeg, rmn,...)
I controlli fatti in neonatologia e ABR ai 3 mesi perfetti
Hanno fatto un secondo ABR ai 18 mesi: G. perfetto, A. ipoacusia trasmissiva
Abbiamo fatto seguire la bimba da un otorino e da un tecnico audiologico. Non siamo riusciti a rifare l’ABR, perché non si addormentava. Abbiamo fatto un test audiometrico-comportamentale, che la trovò in grado di sentire la voce del papà, ma la mia solo se non presenti rumori da frastuono attorno (TV).
Da rivalutare
Ad oggi , a mio avviso, sente bene se messa frontale, ma sente anche se sussurro (ad es: le chiedo un abbraccio o un bacio)

Altre osservazioni ……….
Verso Dicembre, A. ha avuto dei momenti in cui mandava l’occhio destro all’indietro, quando molto stanca e sbadigliava. La pediatra e l’ultima NPI che la visitarono mi chiesero di monitorarla, vedere se c’erano altri sintomi (nessuno) e vedere se passava da solo o persisteva. Sospettavano un Tic o stimolazioni cerebrali. Oggi non lo fa più.
G. lo ha fatto alcune volte, ma raramente
..................

Mi scuso, è lunghissimo

Le ho inviato alcuni video tramite Google Drive, con età diverse). G.è la bimba più magrolina, A. quella più pienotta. Purtroppo, se proviamo a filmarle oggi si inibiscono un pò. Ci abbiamo provato comunque.
La ringraziamo ancora moltissimo per la sua disponibilità. Credo che per tutti i genitori che vivono situazioni simili sia un aiuto enorme incontrare uno specialista, anche se virtualmente, che osservi davvero i bambini, nelle loro sfaccettature quotidiane e non solo all'interno del momento ambulatoriale.

Ps:nell'ultimo video, quello fuori cartella, hanno 2 anni e mezzo.

Ho letto il questionario, da cui esce la storia di uno sviluppo molto vissuto e coinvolgente, e visto i video attuali, e quello col papà a 30 mesi. Direi che a parte il linguaggio, lo sviluppo globale delle bimbe è nella norma, così come le loro capacità in tutti i campi. Non vedo quindi nessun ritardo psicomotorio.
Il linguaggio invece non è ancora partito, ed è rimasto più o meno uguale a 30 mesi, quindi non sembra in fase di prossima partenza. Siamo nell'ambito di una difficoltà specifica del linguaggio, in entrambe le bimbe, che mi sembrano molto simili fisicamente, una forse più pacata dell'altra, più irrequieta. Le cause sono assolutamente sconosciute, molti bambini imparano anche dopo i tre o quatto anni. Ho notizia recente di un bambino partito col linguaggio dopo sei anni. Non vedo cosa possa servire la psicomotricità e anche la logopedia per me serve a poco. Non mi sembra che finora abbiano avuto molto effetto questi interventi. Rischiano di essere palliativi, 'per fare qualcosa'. Servono forse a tranquillizzare e tacitare le maestre.
Non mi sembra che l'ipoacusia incida molto, ma va comunque curata per essere sicuri che la bimba senta bene.
Invece i video mi stimolano dei commenti sulla situazione ambientale. Mi sembra che ci sia una eccessiva 'stimolazione' didattica e troppo interventismo dei genitori, forse pressati a dare stimoli, parlare, ecc. Rischia però di essere troppo ed avere un effetto contrario di far confusione e interferire con le iniziative delle bimbe, che forse interferiscono anche l'una con l'altra disturbandosi. Niente di 'patologico' finora, direi, ma proverei a cambiare qualche cosa.
I bambini imparano a parlare sentendo gli adulti che parlano fra loro, per imitazione. Invece un bombardamento di parole rivolto direttamente a loro può avere un effetto contrario, così come un eccessivo stimolo didattico. Possono trattenersi per paura di non parlare bene, non essere abbastanza brave.
Forse c'è nell'ambiente un certo perfezionismo, che magari traspare in una certa ossessione per la pulizia? Un bisogno che tutto funzioni bene, senza cose negative ( comprensibile ed umano, ovviamente), ma che può disturbare un po'. Consiglierei ai genitori di essere un po' meno 'entranti' e di essere più attenti a rispondere a richieste delle bambine, che a fare loro proposte. Più silenziosi e più attenti a osservarle per intervenire solo in caso di bisogno o a richiesta. Lascerei le bambine più libere di fare da sè, entro certi limiti, e cavarsela da sè, dando anche loro magari la possibilità di stare da sole, senza stare sempre insieme obbligatoriamente. Capisco che non è facile organizzarsi. Anche a scuola forse sarebbe utile ora metterle in classi o gruppi diversi, almeno per momenti della giornata, se non è già così. Insomma penso che abbiano bisogno di un terreno più libero da interventi esterni per sviluppare il linguaggio naturalmente, visto per il resto le loro capacità sono normali.

La ringrazio moltissimo per la pazienza di aver letto e visto il tutto. E' assolutamente vera la sua osservazione sul fatto che siamo un pò interventisti, soprattutto io. Da quando ci è stata "diagnosticato" questo ritardo, ci siamo sentiti dire che la stimolazione era fondamentale e io ho vissuto anche con alcuni sensi di colpa il nostro vissuto. Per fortuna, siamo circondati da buone risorse parentali e amicali che hanno buon senso e con le quali possiamo confrontarci liberamente. Riflettiamo molto sul fatto (nonni, noi, amici) che le bimbe vengano come "anticipate". Un discorso a sè è poi la loro continua interazione con noi. Caratterialmente, le bimbe ci cercano molto ed in parte questo atteggiamento è sempre esistito e credo sia dettato dal loro bisogno/desiderio di affermarsi singolarmente.
In un certo qual senso abbiamo accolto bene l'idea delle sedute terapiche perché erano un momento singolo, per ciascuna. Per la scuola materna abbiamo optato per una scuola che ha si classi, ma anche gruppi di interesse, nel quali i bimbi vengono coinvolti al di là della sezione di appartenenza.
Sul perfezionismo invece...magari lo fossimo. La casa è spesso un campo di battaglia.
Le chiedo un'ultima cosa: le difficoltà nel sonno, il movimento delle mani prima di addormentarsi, il muovere spesso le braccia se felici, i risvegli frequenti, gli occhi che nei momenti di stanchezza andavano all'indietro.
So che il sistema nervoso dei bimbi matura col tempo. Tuttavia,mi pongo la domanda se a 3 anni sia ancora normale avere "quest' eccitabilità", come se non riuscissero a "scaricare" l'energia che hanno.
Oltre alla grande stanchezza per tutti, mi chiedo come aiutarle davvero. E, a questo punto, se debba farlo o aspettare che la natura faccia il suo pezzo di strada.
La ringrazio veramente.

Il 'perfezionismo' a volte può tollerare anche campi di battaglia, ma traspare da varie cose, sempre con i limiti di una valutazione a distanza. Le bimbe non hanno malattie o disturbi di sorta da 'aiutare'. Giustamente a tredici mesi le avevano dimesse dal follow-up. Sono alle prese a mio avviso con una situazione per loro non ottimale che quindi le ostacola un po', causando questi segni che dice. Le bimbe e il loro svilupppo si aiuta e facilita diminuendo gli ostacoli ambientali, che non è facile vedere, anche se compaiono anche nell'adagio delle 'buone intenzioni' che lastricano la via... Di questi tempi 'per il bene dei bambini' si fanno a volte cose pessime ( non è il vostro caso). Meglio lasciare libera la strada naturale, che non fare interventi artificiali, è più facile che siano di ostacolo questi.
Lasciate loro modo e spazio di sviluppare e seguire le loro iniziative, individualmente, in modo da sperimentarsi e far pratica liberamente. Specie a casa, tanto a scuola dovranno seguire regole e limiti e turni ecc ecc.
Forse potrebbe essere utile una consulenza periodica a tutta la famiglia insieme, in modo da vedere i vari modi di esprimersi e comunicare e gestire le situazioni, e forse trovare modi più utili. I terapisti familiari con esperienza di famiglie con bambini piccoli, potrebbero aiutare. Un po' come SOS TATA, l'avete mai vista in tv?

La ringrazio moltissimo per le sue riflessioni. No, in realtà, non abbiamo mai guardato SOS TATA, pur avendone sentito parlare.
Cercheremo di trovare il modo di lasciarle più libere e favorire degli spazi di autonomia singola.
Credo che un ostacolo momentaneo che stanno vivendo è legato alla mia necessità di lavorare in "smart working" (un pò come pensassero "mamma è a casa e non è con me?").
Su questo non ho molte soluzioni, se non il tempo.
I risvegli notturni ci preoccupano, perchè durano ore.
Noi genitori ( a turno) le accompagniamo nella loro stanza per dormire. Quando si addormentano andiamo via. In genere, soprattutto A., ad un certo punto si sveglia e viene a cercarci. Uno di noi la riaccompagna e se siamo fortunati A. si riaddormenta, ma ultimamente il risveglio dura ore. E comunque restiamo lì.
Non usciamo dalla stanza per farle capire che la notte si dorme e si dorme nella propria stanza. Vorremmo, ovviamente, che il prossimo passaggio sia "si dorme nella stanza e da sole". Su questo siamo in alto mare. Su altre cose so anche essere severa se serve, ma su questo fronte no. Tanti bimbi cercano di finire nel lettone e quindi mi chiedo se non sia proprio un bisogno a quest'età, che vada un pò accompagnato.
Non saprei.
La ringrazio ancora. Buona giornata

Può darsi che sia un periodo di maggior stress per tutti, anche per il coronavirus, il cambio di routine, ecc. Le regole abituali forse vanno cambiate in base alle esigenze. A volte bisogna 'salvare il salvabile' e rinunciare alle linee prefissate, sul dormire, ecc, come mi sembra cominicate a pensare. Whatever works... Magari una babysitter ( senza coronavirus ) per stare con loro mentre la mamma deve lavorare in casa... L'obiettivo forse ora è superare il periodo con i minori danni possibili. Sospendere per un periodo le sedute e vedere come va? Anche per risparmiare le forze della famiglia...

Si, ha ragione, ne parlavamo proprio stamattina.
Le bimbe stanno col papà quando io lavoro e viceversa.
Le sedute sono state sospese per forza maggiore.
Ne approfitteremo per stare più tempo insieme.
La ringraziamo ancora moltissimo, anche da parte delle piccoline

Forse bisogna cambiare atteggiamento in generale verso i bambini: cercare di conoscerli bene, e permettere loro di conoscerci, invece che volerli educare e guidare. Se ci si conosce e si è in rapporto, si collabora molto meglio e anche i bambini collaborano meglio se si sentono riconosciuti e rispettati dagli adulti. Tutti i bambini, di qualsiasi età e comunque siano. La Montessori aveva scoperto queste cose molto tempo fa, credo che sia bene rileggerla. Aggiornateci sull'evoluzione, se volete.

Buonasera Professore, la ricontatto perché volevo sottoporle un video che sono riuscita a fare a G., dove spero (il video è un po' buio) si possano vedere i movimenti delle mani di cui le parlavo. La bimba fa questi movimenti soprattutto prima di addormentarsi, spesso li accompagna con la voce, se la fermo mi guarda un po' sorpresa, come se non capisse perché intervengo. In genere, hanno sempre mosso le mani e anche A. lo fa a volte, ma non vistosamente come G.
Entrambe sfarfallano se felici e mettono la bocca come per pronunciare un prolungato “ohh”, se sono eccitate positivamente da qualcosa.
Finora ho interpretato questo loro atteggiamento come un bisogno di compensare la difficoltà espressiva verbale e di scaricare le emozioni, ma andando avanti nel tempo, mi preoccupa molto perché non capisco se possa nascondere dei problemi. Da quando fu “segnalato” il ritardo vivo sempre nell’altalena tra speranza e paura (sia di sottovalutare che di sopravvalutare le difficoltà delle mie bimbe).
Le ho allegato anche due disegni che hanno fatto da poco. (La scelta dei colori è relativa, nel senso che ne avevano pochi di fronte). I tratti sono fatti dalle bimbe, le figure da noi genitori su loro richiesta.
Grazie e mi scusi se la disturbo nuovamente.

In effetti si vede molto poco perchè è buio e anche perchè è troppo vicino e non si vede tutta la bimba. Non riesco ad aprire le foto dei disegni, non so perchè.
I movimenti delle mani senza scopo, ripetitivi, in momenti particolari di tensione o emozione, sono considerabili forse fra le cosiddette 'stereotipie motorie', che non sono un segno di autismo, perchè si ritrovano in bambini per il resto senza difficoltà. Non hanno un effetto nocivo sui bambini, mentre può averlo l'atteggiamento delle persone intorno che li guardano male... Se ne parla in una pagina indicata nella colonna qui a destra.
Non ci sono problemi 'nascosti', come nel caso del virus che può essere anche asintomatico.
C'è il ritardo del linguaggio, come vi dicevo, che si svilupperà probabilmente nei prossimi tempi, in modo spontaneo. C'è tempo e non esistono metodi per insegnare a parlare. La cosa più importante è capirsi e comunicare nei modi possibili, come con i bambini sordi, che imparano a leggere i movimenti labiali. Ma loro non sono sorde e capiscono il linguaggio. Non hanno ancora imparato a produrlo, per motivi sconosciuti.

La ringrazio ancora. Le ho condiviso nuovamente le foto dei disegni. Leggerò gli approfondimenti sulle stereotipie motorie e cercherò di non "mettere" io per prima problemi alle mie figlie.
Grazie ancora, spero di ridisturbarla solo tra tanto tempo, magari per aggiornarla sullo stato delle bimbe.

Ps: nel disegno hanno tratti ancora acerbi, però per loro i segni che producono iniziano ad avere dei significati. Per G. siamo noi, i nonni, la sorella. Per A. sono l'omino, il sole, il serpentello.
Grazie ancora e un augurio di resilienza per tutti, in questi tempi difficili.

Ho visto le foto.
E' ancora presto per i disegni. Anche qui l'epoca di inizio è variabile... Lasciatele che usino a loro piacimento pennarelli e colori ( su dei fogli...), senza limitarle e tantomeno insegnare loro o farle colorare figure preformate, lasciandole libere di usare i colori che vogliono senza chiedere il nome dei colori. (come regola generale evitate di 'interrogarle'...) Benissimo che diano significati ai loro segni.

Buongiorno Dottore, purtroppo non conosco bene YouTube per cui le ho condiviso una cartella su Drive.
Le sue parole sulla tabella delle "norme" mi hanno molto colpito perchè è esattamente così che mi sento. Vivo perennemente in bilico tra il mio istinto di mamma e il tarlo del "non essere abbastanza accorta" nel notare difficoltà e ritardi e non aiutare le mie bimbe come avrebbero bisogno.
Quando nei vari incontri di routine, che purtroppo sono sempre con neuropsichiatri differenti, mi si chiede se usufruiamo della 104 ho i brividi perchè guardando mie figlie mi pare palese che non serva. Tuttavia penso che se me lo si domanda evidentemente potrebbero rientrare nella casistica di coloro che ne hanno diritto e come mamma mi sento travolta dal dubbio. Questa condizione è estremamente difficile sul piano psicologico e sicuramente influenza il mio comportamento con le bambine..
Le ho condiviso dei video girati negli ultimi mesi.

Tra le due bimbe, quella che mi preoccupa di più è X(tra le 2 è la bimba più "pienotta", che sta in acqua nel video "Piscinetta"). X ha un carattere molto forte, spesso oppositivo e soggetto a crisi se non ottiene quello che vuole. Ha difficoltà nell'addormentamento, sembra faccia di tutto per tenersi sveglia e non abbandonarsi al sonno. Durante le sue crisi si lascia andare a "corpo morto" a terra se si prova a spostarla, si arrabbia, lancia via oggetti o cibo e a volte prova a mordermi (cosa che non faceva più da tantissimo tempo). Porta ancora spesso le cose alla bocca, anche se molto meno rispetto a prima. Se la rimprovero e la lascio "sbollire" in camera o sul seggiolino spesso si fa la pipì addosso. E questo mi fa pensare che faccia fatica a gestire le tante emozioni che prova e che forse queste crisi non siano solo "capricci". Questi episodi sono ancora "normali"a quest'età? Vorrei trovare un modo per comunicare con lei, non farla sentire incompresa ma tenere comunque il mio ruolo saldo, che a volte deve dire per forza dei no (" il cioccolato si mangia dopo", "ora non si guarda la TV", etc...).
Porta ancora il pannolino se dorme. Sto provando a toglierlo ora, iniziando dal sonnellino. E' molto affettuosa, curiosa, ama gironzolare e scoprire. Non socializza però molto coi bimbi della sua età ed è piuttosto dispersiva nel gioco. Nel video girato a casa può vedere un'infinità di giochi sparsi per terra. Gliel'ho inviato per farle vedere come si intrattengono le bimbe quando sono a casa. Entrambe adorano il libri e colorare. Sono molto attratte dalla TV che cerco di dosare. Richiedono spesso la mia presenza o quella del papà. Non si intrattengono vicendevolmente, salvo giocare a volte insieme ma per brevi momenti e sempre con giochi motori.

Le crisi di X sono in genere brevi ma il suo carattere oppositivo ne rende difficile, a volte, la gestione. Ad esempio, in spiaggia, al mare. Sto cercando di farle incontrare con un gruppetto di bimbi della loro età. Entrambe vorrebbero in realtà esplorare la spiaggia piuttosto che stare sedute a fare castelli. Poco male - e in parte glielo faccio anche fare- se non fosse che prendono direzioni diverse e quest'anno il Covid rende tutto più complesso. Mentre però Y è abbastanza gestibile, X cerca sempre di superare il "no". Per tenerla vicina devo coinvolgerla in qualche attività con me. La cosa che mi sorprende è che nel suo girovagare va verso altre persone, quindi non credo sia timida o poco socievole, ma è come "non pronta" per relazionarsi con gli altri bimbi. E questo mi preoccupa, insieme alla sua difficoltà nell'accettare le regole, anche in previsione della scuola materna.
Credo che il linguaggio giochi un suo ruolo, ma mi domando se sia la causa di queste difficoltà o un sintomo di un quadro più ampio.

Un altro elemento di cui le parlai a suo tempo è il persistere, soprattutto se stanche, di movimenti delle mani e del viso. Le ho condiviso un video di diverso tempo fà, non sono riuscita a trovare un momento simile in questi tempi. Ora i movimenti, anche su X (la bimba del video), sono meno marcati. Lei tende a mettersi seduta e sembra ripeta gesti quotidiani, spesso parlotta. Y lo fa meno, ma anche lei ha questi momenti particolari: strizza gli occhi, ridacchia, sospira.

La ringrazio in anticipo per il suo parere e i suoi consigli.

Un video è troppo scuro. Non posso vedere i movimenti che dice... Nella piscinetta e insieme nel carrettino non rilevo nulla di particolare, salvo che non comunicano, quasi. Ma forse c'è una comunicazione intuitiva, senza parole e senza gesti...Quando saltano sul materasso ( forse sarebbe meglio più lontano dal muro, per sicurezza...) c'è caos e confusione, saltano e si divertono. Nel video in casa le bambine cercano di interagire sempre con la mamma che fa il filmato. Questo forse è un aspetto tecnico che rendo poco significativi i filmati. Meglio se ci fosse una quarta persona che registra, a parte, e la mamma è libera di interagire. Manca un po' forse il gioco più concentrato, simbolico, autonomo... Le bambine capiscono il linguaggio e rispondono, con le azioni, ma hanno poca produzione comunicativa, sia a parole che non. Forse dovrebbero avere dei momenti separati e più concentrati, meno caotici, per favorire un'attività più pensata e con significato.
Quindi oltre al problema di linguaggio non vedo altro. Ma non sono sufficienti i filmati per ora. Escluderei ovviamente 'autismo' ( e sordità), il livello intellettivo e di comprensione dell'ambiente mi sembra adeguato all'età, i comportamenti di opposizione e capricci o bizze sembrano reattivi a contrasti e conflitti ambientali. Ho l'impressione che Lei 'parli troppo' e riempia tutto lo spazio a disposizione per parlare, ma è una semplice impressione dai video. Quasi una colonna sonora che però ha poco significato reale. Mi faccia vedere anche le bimbe col padre, a volte, o con altre persone. Fra l'altro non riesco a distinguerle.

Buonasera Dottore, mi scuso per il ritardo nel risponderle. Abbiamo fatto qualche video con me e con il papà, appena possibile glieli invio.
A volte, ho anch'io l'impressione di "parlare" troppo, forse spinta dall'illusione di stimolarle. Sto cercando di cambiare metodo e di essere meno invasiva. Da un mesetto circa, stiamo riuscendo a frequentare, al mare,un piccolo gruppo di bimbi, tutti treenni. Quello che noto è che G. interagisce abbastanza, gioca anche con gli altri e comunque si sofferma maggiormente sulle cose. A. è invece più "esplorativa", fa amicizia soprattutto con le figure adulte, ma la vedo molto schiva verso gli altri bimbi. Partecipa più facilmente a giochi motori ed è in una fase in cui mi richiede spesso e mi sembra più gelosa, sia della sorella sia degli altri bimbi, con i quali gioco anch'io. Il girovagare in spiaggia sta venendo sostituito pian piano dallo stare in acqua, che è il suo elemento naturale. Mentre G. non ama particolarmente fare il bagnetto, A. adora stare in acqua, è piuttosto temeraria senza essere tuttavia spericolata.
Per il gioco simbolico, G. mette a letto le bambole, le siede sulla seggiolina come per farle mangiare, mette loro il bavaglino. A. gioca meno, ma se ha davanti un bambolotto gli da da mangiare o lo porta a spasso. Se giocano con la plastilina, G. mi chiede di farle gli animali, A. prepara il "gelato" o Il "panino" per il papà.
Le capacità attentive sul gioco sono migliorate rispetto a qualche mese fa, ma osservando gli altri bimbi noto che si soffermano comunque meno, in particolare A., che tuttavia ricerca spesso dei momenti di "calma", dove si sdraia sul divano con un libro o un gioco. Spesso, ma solo se a casa, parlotta da sola durante queste fasi e sembra fantasticare o rivivere dei momenti.
Resta per me preoccupante il rapporto con il sonno. Sembra che quando molto felici o eccitate da una bella giornata facciano fatica a "scaricare" le emozioni. Se questo accade si svegliano e passano ore prima che si riaddormentino. A volte ciò riguarda una sola; a volte, probabilmente disturbate vicendevolmente, entrambe. Ovviamente si crea un circolo vizioso perché affrontano la giornata successiva più stanche o irritabili, anche se con una buona dose di energia.
La mia paura su possibili disturbi (neurologici, epilessia,..?) nasce dal sussistere insieme di queste condizioni: i disturbi del sonno, un generale ritardo delle acquisizioni, i movimenti delle mani e a volte degli occhi, il ritardo nel linguaggio, le difficoltà comportamentali ( in A. ).
Mi sto attivando per approfondire e fare eventualmente degli esami di tipo strumentale, ma ritengo prezioso il suo parere al riguardo.
Per il momento la ringrazio, le mando al più presto i video.

Attendo i video.
Non vedo quale malattia neurologica potrebbe esserci. Non ci sono sintomi neurologici significativi. Nelle difficoltà del sonno dei bambini non c'è nulla di neurologico. I movimenti strani oggi vanno di moda , fra tic, stereotipie, conseguenze di infezioni streptococciche... Gli aspetti comportamentali non hanno ugualmente niente di 'neurologico'. O almeno nessun esame conosciuto lo dimostra...
Nei ritardi di linguaggio comunque a tre anni è utile fare un eeg nel sonno per escludere la sindrome di Landau-Kleffner, però improbabile. E' una forma rara di epilessia che va curata con farmaci specifici.
Credo che domini il quadro generale una situazione di stanchezza e stress dovuto ai tre anni molto impegnativi e faticosi che avete passato, e la difficoltà di tenere in equilibrio la 'barca'. La situazione però mi sembra rientri nei limiti della norma e le bimbe siano in evoluzione, non ferme. I tempi e le velocità possono essere variabili... Essenziale mi sembra mantenere pazienza e resistenza e andare avanti tenendo salda la barra. Comunque aspetto i video.

Buonasera Dottore, sono riuscita ad inoltrarle alcuni video.
Come le accennavo la scorsa volta siamo seguiti da un altro ospedale per accertamenti più approfonditi. Nella visita di follow up le bambine sono state trovate con un leggero impaccio motorio (non grave), disturbo espressivo del linguaggio, iperattività e capacità attentiva ridotta, dismorfismi (questi, mi è stato detto la scorsa volta, presenti più o meno in tutti noi, non caratterizzanti diciamo – ad es: occhi allungati, bocca grande, etc…).
Durante la visita, come sempre accade in queste occasioni, le bambine hanno esplorato la stanza, passando da un oggetto ad un altro. Questa volta le ho viste meno sorridenti e comunicative del solito, complice anche il lungo viaggio fatto con il grande caldo e secondo me un po' di insofferenza. Tipo alle domande: “dici alla dottoressa come ti chiami?”, A. mi rispose “No”.
Come di consueto hanno esplorato tutto lo spazio attorno a sé, soffermandosi ognuna su cose diverse, ma per pochissimo tempo. C’è da dire che gli unici giochi a disposizione erano un cavallino e una cucinetta (senza pentole, cucchiai, etc.). A. ha giocato con il cavallino e poi si è interessata ad un armadio dove c’erano un borsone e altri oggetti. G. ha giocato con il cavallino, ha preso un orsetto per pochissimo, ha cercato di scarabocchiare qualcosa e poi è andata sul tappeto a fare le capriole e a sdraiarsi.
La dottoressa che le ha visitate le ha trovate “andate avanti” rispetto all’ultima visita, però vede dei disturbi del comportamento. Sostiene la necessità di accertamenti, che effettueremo in regime di ricovero considerando la nostra distanza dall’ospedale e il fatto che ad oggi le bambine non hanno mai fatto né esami strumentali né test.
Mi ha domandato se avessimo la 104 e ho risposto che al momento abbiamo un’indicazione di ritardo psicomotorio per cui non l’abbiamo mai richiesta.
Io ho chiesto se già a 3 anni e mezzo fosse possibile diagnosticare un’ iperattività, cosa che peraltro non credo mie figlie abbiano, e la neuropsichiatra mi ha detto che lei non la stava diagnosticando ma stava osservando solo i comportamenti durante la visita.
Dottore, io sono assolutamente consapevole del fatto che le mie bambine abbiano un’attenzione e una capacità di focalizzazione minore rispetto agli altri, così come vedo che sono più “attive” ed esplorative. Detto questo, forse anche spinta dal timore di entrare in un ulteriore tunnel di ambiguità, sono fermamente convinta non soffrano di ADHD per questi motivi:
- si soffermano in attività come lo sfogliare un libro o una rivista di immagini, con l’adulto e/o da sole (oggi abbiamo sfogliato e commentato insieme una rivista di 50 pagine)
- pur se sedute nel seggiolino, quindi assicurate con la cintura, fanno attività come giocare con la pasta fatta in casa o la plastilina oppure dipingere (dai 15 ai 40 minuti).
- guardano la televisione per lo più rilassate. Comprendo l’effetto “imbambolante” tuttavia in quel frangente interagiscono anche con noi.
- all’aperto non hanno comportamenti pericolosi (si spostano se sentono o vedono arrivare un’auto quando passeggiamo; in campagna le lascio libere e anche ben lontane da me, se stanno curiosando in giro; al parco, corrono libere ma si fermano per aspettarmi, paradossalmente se chiedo loro di stare ferme a volte per provocazione scappano ma sempre nelle vicinanze, per fermarle basta dire loro che sto andando via)
Vedo chiaramente il ritardo nel linguaggio, i disturbi nel sonno, l’essere più in movimento degli altri, l’aver bisogno di stare nel seggiolino per stare sedute a mangiare, la soglia di frustrazione a volte bassa (soprattutto se stanche), i temper tantrum di A., il gioco meno “ricco” ma non posso dire non abbiano gioco simbolico, soprattutto G.
Vanno sicuramente molto “a fasi”: 3 mesi fa A. giocava tantissimo a fare torte con la sabbia e a dare da mangiare alle bambole, ora non è più attratta da queste cose. G. gioca più spesso con le bambole, prepara finte insalate con le foglie, si costruisce casette coi cuscini dove va a “leggere”. A. cerca molto dei suoi momenti di quiete dove fantastica nel suo mondo piuttosto che giocare e vorrebbe partecipare alle attività dei “grandi”, ma anche lei ha dei brevi momenti di gioco simbolico. Ieri ha lavato una bambola, l’ha asciugata e ha messo sul vasino un’altra bambola. Al che le ho detto “ha fatto la pipì e la dobbiamo asciugare”, lei ha cercato la carta igienica e l’ha pulita. Ho notato che sempre più spesso prende con sé un pupazzo o una bambola e li porta dove va lei. Se gioca con la plastilina prepara finti gelati per il papà e se le avvicino una bambola glieli fa assaggiare.
Insomma, vedo le differenze con gli altri bimbi e le loro difficoltà. Sono consapevole che nei tempi odierni i loro comportamenti coincidano con tanti “sintomi” di disturbi evolutivi. Tuttavia vedo però il loro reagire e interagire con il mondo circostante, la grande voglia di stare con gli altri, l’essere molto affettuose, la curiosità, la gioia di vivere, la voglia di fare e di imitare.
Sono in continua evoluzione: fino a 10 giorni fa, A. risultava schiva di fronte a piccoli gruppi di bambini, già dopo una settimana era più sorridente, ad una cena di due giorni fà era nuovamente incuriosita e cercava di intromettersi nei loro giochi.
Un’altra osservazione che mi convince della mia sensazione che le bimbe non soffrano di forme di iperattività “patologica” è il fatto che ci occupiamo di loro in rapporto 1 a 2: la nonna riesce a gestirle da sola, io e mio marito ovviamente, altresì la zia e questo non è sempre usuale nelle famiglie con gemelli. Non dico assolutamente che sia sempre semplice, ma è fattibile nella maggior parte delle situazioni.
Il papà è quello che soffre di più del loro “esplorare” perché è spesso oberato di 1000 incombenze e averle attorno che toccano e spostano non è sempre semplice. Io e la nonna tendiamo a coinvolgerle di più nelle attività che facciamo: devo fare le pulizie, do loro uno straccetto; scarico la lavastoviglie? mi faccio aiutare da loro, compresi piatti di ceramica e bicchieri di vetro (che non hanno mai rotto); per stendere mi faccio passare i vestiti dalla lavatrice e così via.
Un altro elemento che mi lascia sorpresa è il non considerare il loro rapporto con il sonno. Se riposano sono ovviamente altre bambine. Io per prima mi chiedo il perché dei loro disturbi del sonno ma per ora ho potuto solo notare una difficoltà nello scaricare le emozioni, anche positive (ed effettivamente questo è un sintomo dei bambini iperattivi). Tuttavia, nessuno mia ha mai proposto di tenere un diario del sonno o di fare un ciclo di melatonina, insomma di intervenire su questo fronte.
Sono molto spaventata dalle visite che ci si prospettano, pur ritenendo necessari soprattutto gli esami strumentali, nella consapevolezza che per come le conosco, in ambiente ospedaliero non risponderanno positivamente ai test e alle osservazioni. A me resterà sempre il grande dubbio tra il vederle “diverse, come tutti noi siamo, ma in salute” e il “non riuscire ad accettare che abbiano dei problemi”.
Quali sono i limiti tra vivacità e disturbo? Capriccio e disturbo? Opposizione e disturbo? Come deve essere un bimbo di 3-4 anni? Quanta attenzione deve essere in grado di tenere? Per quanto tempo? Forse mi illudo, ma se penso ai bambini che ho incontrato nella mia vita, anche da piccola, ricordo bene che fosse normale avere le ginocchia sbucciate, disobbedire, essere sgridati, correre. Mia madre non si è mai chiesta se i suoi figli avessero delle basse “capacità attentive” o “dei disturbi comportamentali”. Non mi fraintenda, capisco benissimo il grande aiuto delle nuove visioni, tuttavia a volte mi domando se si abbia in mente cosa siano i bambini realmente.

Sono consapevole dell’importanza degli approcci ambientali ed educativi, soprattutto in previsione della scuola (altro tema che mi spaventa non poco). Sto cercando di farle stare con altri bimbi, chiedo loro di mettere a posto i giochi (anche se devo usare una motivazione, tipo per vedere i cartoni animati), sto evitando di lasciare in giro troppi giocattoli e di contenere la tv, facendole stare il più possibile all’aperto o anche “annoiare”, in modo che possano scegliere come impegnare il tempo. Inoltre, un’attività per volta: se abbiamo amici a cena, magari evitiamo la giornata in spiaggia, etc… Per la gestione dei capricci, cerco di essere molto assertiva e coerente.
Aspetto un suo parere e spero dei consigli in merito. La ringrazio come sempre per la sua grande disponibilità.

Ho visto i video. Le bambine in diversi contesti sono presenti all'ambiente, si muovono senza problemi, attente e rispondono alle indicazioni ambientali. C'è che non parlano, praticamente e fors, dai ilmati, non sono libere di seguire loro iniziative, separatamente, ma sono sempre subissate dagli interventi degli adulti, a fin di bene, per carità, ma credo che sia proprio il contrario di quanto la Montessori indicava, per favorire lo sviluppo dei bambini ( vedete il libro sui bambini fino a tre anni nella cononna a destra).
Non credo ci sia nessuna patologia neurologica,spero che l'iter iniziato non si trasformi in un tunnel e un inutile calvario. Vi consiglierei di fare solo gli esami medici neurologici, che almeno escluderanno epilessia e alterazione cerebrali ( se faranno anche la RMN). I test sono un inutile iattura che vi sconsiglierei, inutile perchè sono fasulli e non aiutano minimamente a capire, pericolosi perchè possono dare etichettepericolose. Ad esempio l'ADOS regala diagnosi di autismo a tutti, assolutamente senza alcuna credibilità e utilità.
Lasciate crescere più liberamente le bimbe, fare le loro esperienze e diminuite il bombardamento di stimoli che voi fate loro. State invece a guardarle, a osservarle, senza parlare troppo, aspettando le loro richieste. Devono essere liberate, ho l'impressione, non stimolate. E c'è poi un certo caos, confusione, che è quello che fa parlare di 'iperattività'. Ma anche questa è solo una parola, non corrisponde a nessuna 'patologia' neurologica vera. Anche se se ne parla molto e in america viene diagnosticata al 10 % dei bambini che vengono riempiti di anfetamine per 'curarli'. E vediamo come va la società americana...
Lasci perdere disturbi del sonno e quant'altro, non so perchè se 'è messa in mente. Avranno sonni agitati e inquieti, ma non c'è nessun 'disturbo del sonno 'neurologico'. Rischia di riempirsi la testa di panzane inutili e pericolose che circolano in ogni dove.
L'unica difficoltà reale è il ritardo del linguaggio espressivo, cioè del parlare, non del capire. Non si sa quali sono le cause, tanto meno ci sono 'terapie' utili conosciute, per lo più il linguaggio migliora spontaneamente, qualche bambino parla anche a 5 o 6 anni. Quei pochi che non parlano in modo sufficiente hanno fatto sempre anni di logopedia e altro, inutilmente, che forse li hanno disturbati più che aiutati. Speriamo che possano avere buone esperienza a scuola materna. Ma resistete all'indicazione del sostegno, visto che hanno un comportamento accettabile, sembrerebbe, e non dovrebbero essere fonte di problemi. Hanno bisogno di fare utili esperienza ma liberamente e senza stress. La loro evoluzione futura non dipende, penso, nè dagli esami che farete nè dagli interventi, ma solo dal trovare una situazione e delle esperienze adeguate.
Spero che anche in spiaggia, ma anchein casa, ecc, sia solo per il filmato che state loro sopra continuamente, e che invece in altri momenti le lasciate più libere, pur sotto la vostra sorveglianza. Gli adulti devono solo badare che non ci siano pericoli, per il resto lasciare i bambini fare da sè, intervenendo solo a richiesta, mai prima, nemmeno per 'aiutarli', ma solo per necessità reali.

Buongiorno Dottore, ho letto con attenzione le sue osservazioni per le quali la ringrazio moltissimo.
E' assolutamente vero che il mettere un'etichetta ai propri figli generi dei "disturbi" nella relazione. Ormai sono 3 anni che osservo le mie piccole chiedendomi sempre se sia normale o no un determinato atteggiamento/comportamento. A volte mi rifugio nei vecchi metodi: parlare con altri genitori, zii, nonni. Persone che parlano di bambini in "carne ed ossa".
I problemi del sonno mi affliggono perché incidono sul vivere la quotidianità di tutti. A., in particolar modo, avendo un carattere ribelle può diventare molto difficile se stanca e vedo ne soffre anche lei. Il fatto che appunto manchi il linguaggio rende oltremodo difficile capire cosa possa turbarla.
Anch'io rivesto molta speranza nella scuola materna, ma sono anche consapevole che ci sono alcuni atteggiamenti delle bimbe - il non riuscire a stare sedute a lungo, per esempio - che in un ambiente "di regole" le farà osservare come più problematiche.
La confusione che nomina è una cosa su cui sto riflettendo molto. Da quando le bimbe sono nate hanno respirato un'aria un pò particolare: reduci da un trasloco e in procinto di compierne un secondo in una nuova casa in costruzione. Può sembrare banale ma ciò comporta: stanze con scatole, ambienti magari chiusi a chiave perché contengono strumenti e attrezzi potenzialmente pericolosi, etc.. Sempre in relazione ai discorsi che mi sono sentita fare in passato ("vanno stimolate") ho sempre cercato di lasciarle libere nel gestire giochi e spazi, e dal momento che passavano diverso tempo con me da sola, di coinvolgerle nelle attività. Ora che la nostra vita va regolarizzandosi (le scatole pian piano spariscono, gli attrezzi idem, etc...) mi chiedo quanto anche questo ambiente un pò particolare abbia inciso in curiosità/divieto, caos, etc...
Per questo motivo sto cercando di non lasciare troppi giochi sparsi, ma di variarli, mettendoli su piccole mensole (questo è un consiglio montessoriano) a loro disposizione. Ho eliminato ceste e scatole, che venivano per lo più rovesciate e fine. Sto insistendo sul mettere a posto prima di passare ad una nuova attività. Lo facciamo insieme, quasi come un gioco.
Spero che il tempo sia nostro amico.
Per il momento, la ringraziamo ancora tantissimo per la sua disponibilità.

Signora, io ho l'impressione che sia un po' troppo sopra alle sue figlie. Le lasci più libere e non le 'stimoli' troppo. Lei da piccola che esperienza ha avuta, libera o guidata e controllata? Sta rifacendo quanto ha avuto Lei, o magari il contrario? Pensi che quasi sempre gli 'stimoli' degli adulti in realtà interferiscono con l'esperienza dei bambini e li disturbano, almeno fino a 3, 4 anni...

Credo che il mio 'stare sopra' sia nato circa 2 anni fa', dall'idea che il ritardo delle bimbe potesse essere dovuto ad un'inadeguatezza di stimoli creata dal dover gestire 2 piccoline insieme o meglio che il suo recupero potesse essere coadiuvato da una stimolazione migliore.
La mia educazione è stata in realtà guidata da regole ma direi piuttosto libera: tipica bambina cresciuta con sorella e cugini, giochi all'aperto, estati al mare. Peraltro ho bellissimi ricordi di quei tempi e la nostra idea di vivere in campagna nasce da lì. Mie figlie hanno avuto ancora più opportunità di socializzazione, sia per il tipo di vita che conduciamo (famiglia, amici, lavoro) sia perché vedo che a loro piace veramente stare con gli altri. Io invece, fuori dalla mia cerchia, ero timidissima e insicura.
Ad ogni modo, sto cercando di 'assolvermi' ed accettare che le difficoltà delle bimbe, soprattutto nel linguaggio, fanno parte del loro percorso. E in fin dei conti le vedo felici e con la propria personalità.
Io e mio marito cercheremo di star loro accanto e di far percorrere ad ognuna la propria strada.
La ringraziamo tutti ancora.

Bene, dateci aggiornamenti sull'evoluzione,per favore.

Buongiorno Dottore,
volevo aggiornarla sui progressi delle bimbe, rispetto alle ultime informazioni che le scrissi privatamente. G. sta procedendo piuttosto bene, ai miei occhi. Seppur lontani da un’esplosione del linguaggio, che probabilmente nel nostro caso non sarà mai come da manuale, la comunicazione sta andando avanti. La bimba prova a dialogare pur con un vocabolario estremamente ristretto e non totalmente intellegibile da parte degli estranei. Si aiuta tuttavia con la gestualità ed è molto socievole. Sta progredendo notevolmente nel gioco, durante il quale appare più concentrata e coinvolta.
A. è la bimba che al momento mi preoccupa di più. Il linguaggio è ancora acerbo, anche se in leggero miglioramento. La bimba alterna momenti in cui interagisce in modo piuttosto vivace, con scherzi e brevi racconti (anche qui sostenuti dalla gestualità), ad altri momenti nei quali è più difficile catturare la sua attenzione. Da qualche mese ha lo sguardo spesso sfuggente, mi guarda soprattutto se giochiamo o vuole “parlarmi”, o mentre mi chiama. Ma difficilmente risponde al suo nome. Non credo abbia problemi di udito, perché magari fa ciò che le chiedo senza però guardarmi.
Nel gioco mi sembra viva una fase un po' disorganizzata, ma credo dipenda dal fatto che non abbiamo trovato la condizione ideale. Mi spiego meglio: è interessata a giochi non comuni, come truccare il viso, giocare a fare il muratore. Quindi, quando ne ha l’occasione, la vedo ben concentrata. E si vede che sono cose che la coinvolgono. Le piace molto manipolare, cucinare, giocare con il didò e ha ripreso interesse per lo scarabocchiare.
Continua a portare spesso gli oggetti alla bocca, cammina sulle punte e cerca spesso di stare a piedi nudi.
Come sa io non ho mai pensato che le bimbe fossero autistiche, tuttavia mi rendo conto che col passare del tempo A. sta intensificando degli atteggiamenti precisi. Continuo a pensare che non abbiano a che fare con lo spettro, ma non so se possano nascondere delle difficoltà e soprattutto se possano essere segni di un disagio o di un problema bisognoso di aiuto.
Anche nel caso di A. la comprensione va avanti, così come la capacità di trovare soluzioni e l’imparare.
Ho cercato di seguire i suoi consigli, lasciando le bimbe molto libere nelle loro attività ludiche. Se lo richiedono sto loro accanto e gioco con loro, facendomi indirizzare dalle loro fantasie. Ed è un’attività che adorano entrambe.
Nella relazione con gli altri bimbi sono diventate più combattive. G. ha un’ottima interazione. A. appare molto più timida e solitaria, ma non asociale (si vede che le piace incontrare persone). Nelle giornate buone gioca serenamente, nelle altre è più sfuggente.
Vorrei avere, per favore, un suo parere sulle difficoltà di A.
La ringrazio

Oggi le bambine dovrebbero avere 3 anni e 9 mesi, se non sbaglio. Il linguaggio come dico più volte può sbocciare anche negli anni successivi, anche a 6 anni... Mi sembra che nel tempo lei ha alternato per quale era più preoccupata..., ora per A, che è un po' più indietro nel linguaggio e sembra in una fase meno facile da capire. Per poterla capire meglio ( e anche la sorella), bisognerebbe liberarsi dalle paure di 'malattie' , che fanno come dei paraocchi che impediscono di osservarle non per cercare 'sintomi e segni' di quelle malattie, ma per capire cosa passa per la loro testa e a che cosa reagiscono, cioè che motivi abbiano per i comportamenti che la preoccupano.
Lo sviluppo è sempre fatto di fasi più semplici ed altre più complicate... Sono entrambe in evoluzione ( e questo è un dato importante), e anche A alterna periodi diversi: 'disagi' e 'problemi' sono pane quotidiano, ogni giorno ha il suo affanno, come dice qualcuno, e ogni bimbo ha il suo daffare ad affrontare le difficoltà di ogni giorno. Non dipendono da 'malattie', ma da problemi o difficoltà della vita, più o meno facili da vedere e affrontare ( che hanno anche i bambini, basta vederle!).
Se ci si libera del pensiero delle malattie, ci si può dedicare a questi altri aspetti in modo più utile, badando più che altro ad osservare e aspettare di capire, intervenendo il meno possibile. Un po' come nel "guardami giocare" di una pagina recente, colonna destra, che vi consiglio di adottare.
Che abbiano o meno 'malattie' certe o inventate, i bambini hanno bisogno di essere capiti e di essere lasciati liberi di crescere con i loro tempi e le loro inclinazioni.

Le bimbe hanno compiuto 4 anni. In realtà, è proprio il discorso sul capire le difficoltà che mi preoccupa. Come dice lei, a prescindere dal quadro patologico o meno, ognuno ha i suoi perchè. Io sto cercando di comprendere i perchè di A., ma pur essendo sua madre non sono certa di riuscirci. E sono anche consapevole di avere il mio fardello di pregiudizi, dovuti in parte al sistema e alle esperienze che abbiamo vissuto. In A. vedo un carattere ribelle, vuol fare come dice lei e il "come dice lei" è spesso una spinta verso l'autonomia, che io trovo molto positiva, ma va anche incanalata, soprattutto in relazione alla vita "in comunità". D'altro canto cerca spesso la mia attenzione, perchè credo sia gelosa della sorellina e perchè semplicemente è una bimba mammona. Su questo fronte, io cerco di essere rassicurante. E vedo che è un buon equilibrio.
Tuttavia, noto che ha spesso necessità di toccare, manipolare, assaggiare. E' sempre stata molto curiosa, ma penso sia anche una forma un pò compulsiva. E non avendo dalla nostra il linguaggio faccio davvero molta fatica a capire cosa possa essere e soprattutto a comprendere come aiutarla a "sublimare" questa necessità.
Lo sguardo sfuggente credo nasca dalla fatica di "muoversi" in un mondo, dove le vengono fatte delle richieste di comunicazione, che fa fatica a gestire. Questa è una mia personale visione. La bimba prima non era così. E' sempre stata un pò outsider, ma si voltava al suo nome e guardava dritto negli occhi.
Come le dicevo è molto gelosa della sorellina, ma le vuole un gran bene. Giocano spesso insieme, litigano. Come tante sorelle, insomma.
La cosa che mi rincuora, e per la quale forse mi sente meno preoccupata di altre volte, è la voglia di imparare e fare in entrambe.
Questo mi fa ben sperare.

Bene, se passiamo dal chiedersi "cosa sarà", al chiederci "cosa vuol dire", nel senso di significato per la bambina e occuparci della bambina come persona che pensa e ha sentimenti ed emozioni , e non di 'sintomi', abbiamo fatto un bel passo avanti. L'altro è di rispettare i desideri e la volontà della bambina, che deve imparare ad aderire alle regole e ai limiti sociali, crescendo, ma autonomamente, dall'esperienza. "Incanalare" mi sembra più adatto per i liquidi, i fluidi, che per le persone. Non tiene conto degli individui e della loro libertà e autonomia. Anche un albero può essere "incanalato" dal giardiniere, per così dire,diventando qualcosa di diverso, artificioso, dall'albero che diventerebbe naturalmente.
Forse l'esempio del buon pastore è più adatto ( e famoso, ovviamente), che bada che le pecore non si disperdano, non siano in pericolo, le lascia libere di pascolare tenendole d'occhio e a fine giornata le raduna per la notte. Bisogna forse anche rinunciare alla pretesa ( un po' onnipotente) di poter influire sullo sviluppo, che dipende da una quantità di fattori anche sconosciuti e invisibili. Meglio limitarsi a evitare gli errori conoscibili. Bisogna anche non voler "capire" in modo assoluto, intrusivo, quasi entrando nella testa di una persona, ma affinare le nostre capacità di capire le sue comunicazioni. Bisogna capire la sua lingua prima che lei impari la nostra.
La vita in comunità la impara stando in comunità, a casa impara la vita di casa ( che è una comunità diversa, con dinamiche diverse). Dall'esperienza, non dalla teoria.
Non ho ben presente la situazione a scuola.

Mi scuso per il ritardo. Purtroppo, la scuola è stato un tasto molto doloroso. Abbiamo tentato l'inserimento alla materna a Ottobre. Le insegnanti, informate delle difficoltà delle bimbe, ci riportarono la presenza di comportamenti inadeguati per entrambe: bambine che passavano da un gioco all'altro, che non mettevano a posto i giocattoli, che non stavano sedute durante l'appello. Purtroppo, non fu possibile creare una vera collaborazione tra noi e la scuola. Alle bimbe non fu mai concesso di restare oltre le 2 h e 30. Incontrammo le maestre due volte, ma durante l'ultimo incontro ci furono dette delle frasi molto spiacevoli come che che nelle bimbe "non si intravedeva nessun lato positivo " e " che anche se portavano a buon fine una richiesta, tanto il giorno dopo glielo si sarebbe dovuto ripetere". Decidemmo di ritirarle.
Quest'esperienza ci segnò molto e avemmo paura di tentare un nuovo inserimento, che speriamo invece possibile a settembre.
Le bimbe frequentano oggi un centro didattico e circa due volte a settimana incontrano un gruppo di coetanei.

Avete avuto esperienze molto spiacevoli. Bisogna a volte sopportare gli aspetti negativi per prendere quelli positivi, se non ci sono alternative praticabili. Se le bambine si trovano abbastanza volentieri in un ambiente, il giudizio delle maestre conta poco. Maestre e operatori vari passano, mentre sono i genitori che restano. Spero che troviate una scuola disponibile. Ma perchè aspettare settembre?

Aspettiamo settembre, perché, sinceramente, quando abbiamo ritirato le bimbe abbiamo avuto moltissima paura.
Lei riceve ogni giorno racconti da parte di tanti genitori e si sarà reso conto che il rapporto con la scuola, in particolar modo dell'infanzia e primaria, può essere molto difficile.
Sicuramente, nelle nostre scuole non sono presenti condizioni ottimali: le classi sono troppo numerose, le insegnanti hanno poche ore di compresenza, etc...
Lei nomina spesso la Montessori. Nel mondo della scuola se ne parla continuamente, ma il nostro Paese conta appena 138 scuole che seguono il suo approccio, per la maggior parte private. E' un elemento di riflessione.
Per noi, il primo impatto con la scuola dell'infanzia fu un trauma. Ci fu fatto capire che le bambine non riuscivano ad adattarsi al contesto scolastico (un mese dopo il loro inserimento con una frequenza di due ore al giorno). Era come non avessero i "prerequisiti" necessari.
Oggi sono più lucida e continuo a pensare che i "prerequisiti" si debbano costruire con le esperienze e con la relazione. Ma in quel momento, reduci dai test Griffiths e dalla RM (le scrissi a Ottobre privatamente), eravamo molto fragili e mi sono sentita di dover proteggere le bambine.
Sto acquisendo la consapevolezza che ci aspetteranno anni difficili e dovremmo imparare a dare alla scuola il suo "spazio", importante ma non assoluto. Altrimenti, per i bimbi "meno tipici", e per i loro genitori, diventa tutto molto pesante e doloroso.

C'è il rischio che lo 'scalino' fra casa e scuola (mondo esterno) diventa più grande e più difficile da fare per le bambine. Gli adulti dovrebbero cercare di diminuire le distanze, evitando di acuire i contrasti, per facilitare le bambine. In quelle due ore e mezzo che restavano a scuola le bambine si trovavano male?, andavano malvolentieri?, erano isolate dai compagni? Spesso è più un problema per gli adulti che per i bambini. Anche se quello che dice si contesti scolastici sempre meno 'amichevoli' per i bambini e sempre più 'didattici' e dogmatici è vero. Comunque le bambine non hanno bisogno di test e accertamenti, e nemmeno di 'terapie' varie e più o meno attendibili, mentre hanno bisogno di esperienze nell'ambiente extrafamiliare

Buonasera Dottore, volevo condividere con lei il percorso delle mie due bimbe.
Ad oggi hanno 4 anni e 4 mesi. Abbiamo fatto qualche piccolo progresso. Innanzitutto, la piccola A. non ha più quel disagio di qualche mese fà: lo sguardo è sempre presente ed espressivo, non fugge e interagisce in modo molto sentito. Resta sempre una bimba dal carattere forte, ma è più ubbidiente e collaborativa.
Il sonno notturno è migliorato anche lei, che era la bimba dal sonno più facile ai risvegli. Questi capitano ancora, sempre dovuti al parlare nel sonno. Ma sono aumentate esponenzialmente le notti senza interruzioni, passate nel proprio lettino e nella propria cameretta, senza noi genitori. Continuiamo ad accompagnarle e aspettare che dormano, ma poi le lasciamo riposare da sole.
Se ricorda le bimbe avevano molta voglia di imitarci. G. ora taglia con coltello e forchetta, vuole aiutarmi nelle piccole faccende domestiche, porta il cibo ai cagnolini e annaffia le piante. Anche A. vuole imitare ciò che facciamo, lava da sola la frutta, carica la lavastoviglie e mette in ordine i giochi se glielo chiedo.
Tra zone rosse e Covid, abbiamo sospeso le interazioni sociali con altri bimbi per oltre due mesi. Le abbiamo riprese da pochissimo tempo, ma abbiamo notato che G. è sempre molto affettuosa, abbraccia i suoi amici e cerca di avvicinarsi ai gruppi di bambini che non conosce. A., la bimba più schiva, restituisce i giochi e l’abbiamo sorpresa a collaborare con il suo amichetto facendo una torre di cubi, nonostante non lo vedesse da mesi. Abbraccia gli adulti che conosce e da volentieri la mano per passeggiare. Se un bimbo piange, entrambe si avvicinano per capire cosa è accaduto, anche se non lo conoscono.
Il disegno è sempre acerbo ma stanno comparendo, ogni tanto, dei cerchi dove sembrano voler inserire occhi, naso e bocca. A modo loro. I loro scarabocchi, per loro, hanno comunque un significato.
Sono maturate su piccole cose come il saper aspettare: se per esempio compro loro un dolcino ma gli dico che lo mangeremo a casa, anche se lascio loro in mano “l’oggetto del desiderio” aspettano di arrivare a casa e avere il permesso, anche se passa magari un’ora dal momento dell’acquisto. Se si entra a comprare una cosa “buona” in un supermercato, in automatico, entrambe ne prendono due: una per sé e una per la sorella.
La nota dolente è sempre il linguaggio, in notevole ritardo. Sono migliorati i suoni, ma è rimasta l’abitudine di produrre solo la prima sillaba delle parole, elemento che rende molto difficile l’intelligibilità del loro parlato. Non fanno frasi standard, ma mettono insieme suoni-parola. La loro mimica e la gestione dello spazio consente loro di farsi capire e perfino di raccontare, ma ovviamente siamo molto preoccupati. La produzione dei “suoni-frase” è aumentata, nel senso che usano molto più il verbale rispetto a prima.
La capacità di comprensione delle bimbe era nella norma ed è proseguita consentendoci di avere un dialogo ricco, dove sono sempre più presenti astrazioni, sfumature in senso figurato, brevi “botta e risposta”, racconti.
Le faccio alcuni esempi concreti. G. racconta “Ahi, miao, qua” per dire che il gatto le ha graffiato la manina. A. indica un bruco su un libro e se le dico “Che bello. Ma cosa diventa?” mima il battito delle ali. Anche lei racconta cose come “Muu, nonno” e nel frattempo si batte il petto e fa il cenno dell’accarezzare. Traduzione: “da nonno, io ho accarezzato la mucca”.
Insomma, con loro, noi parliamo come parliamo con gli altri e riusciamo a comunicare ma siamo ben consapevoli del gap presente.
Un’altra cosa che ho notato, sulla quale però forse erroneamente non ho preoccupazioni, nel caso me lo segnali, è il gioco un po' “alternativo”.
Il gioco simbolico è presente, ma non ha tempi particolarmente lunghi. G. in questo è più strutturata. Usano i giocattoli in modo un po' particolare. Per esempio, anziché fare torri dritte con le costruzioni, le uniscono in modo un po' strambo. Per fare la torre preferiscono usare i brick della panna o le scatolette del gatto. Però c’è stato un periodo dove con un piccolo assemblaggio di costruzioni fingevano di creare draghi o leoni. Ogni tanto prendono una bambola o un pupazzo, lo curano, lo mettono a letto, gli danno da mangiare. Soprattutto G. La sorella preferisce invece mascherarsi. Indossa cappelli, occhiali, fa finta di essere un’ape o una farfalla. Costruiscono spesso casette con i cuscini dove portano con sé pupazzi, libri e oggetti che scelgono con cura.
Entrambe adorano colorare, anche se lo fanno molto maldestramente, e guardare i libri. Ascoltano volentieri le filastrocche e la musica.
Tendono a cercare molto la nostra presenza, anche perché siamo un po' la loro voce verso il mondo. La loro attività preferita è metterci seduti con un libro a nominare le immagini e raccontare brevi storie. A quest’attività partecipano moltissimo, guidando loro la scelta delle immagini, indicando e facendomi capire che devo fare loro domande o dire come si chiama una cosa. Se non capisco, me la mimano, in modo piuttosto fantasioso e questo da un lato ci fa veramente divertire, dall’altro non le nego che mi rendo conto di quanta resilienza mettano in atto ogni giorno e spero che non soffrano troppo.
Per colmare quel gradino "casa-scuola" di cui parlava nella sua ultima risposta, a breve le bimbe inizieranno a frequentare un centro estivo con l'operatrice che se ne è occupata quest'inverno al centro didattico. A settembre tenteremo una nuova scuola materna, sperando di essere più "forti" dello scorso anno.
Mi piacerebbe come sempre avere un suo parere e consiglio.
La ringrazio sentitamente.

Bene, mi sembra che ci siano quindi progressi su tutta la linea e che l'intoppo resti solo il linguaggio. Siamo sicuri che ci sentano bene? (scrupolo mio...). L'EEG nel sonno l'hanno fatto? ( altro scrupolo). Altre cause 'mediche' non sembrano esserci.
Altrimenti resta da pensare che potrebbero essere di quelle situazioni che parlano dopo i 4, 5 e anche i 6 anni, senza che si sappia perchè.
E se facessero l'esperienza di stare separate? Non ricordo se l'hanno mai fatta. A scuola o al centro estivo e a volte con i genitori e parenti, alternandosi. Cercate comunque di cogliere sempre le loro comunicazioni e rispondere e dialogare, anche con segni e immagini accompagnate con parole, come nella tecnica della comunicazione alternativa ( non per la comprensione ma per la produzione...), senza stressarle con richiesta di prestazioni e di risposte. Anche nel disegno lasciatele libere di sperimentare a loro piacimento ( nei limiti del foglio ) e così per il resto.
Se credete possiamo una volta vederci e parlarci per videochiamata, anche con le bimbe. Eventuamente scrivetemi per email per fissare (istruzioni sulla pagina dei consulti online privati).

Grazie per la sua risposta.
Le bambine hanno fatto due ABR: il primo qualche mese dopo la nascita, dove risultarono con un udito perfetto. Il secondo ABR fu fatto a 18 mesi. G. perfetto, A. risultò affetta da ipoacusia trasmissiva, dovuta a ostruzioni da catarro. Fummo seguiti per circa un anno da un otorino e da un audiologo per controlli periodici.
Credo questo abbia influito, ma in realtà la sorella ha lo stesso problema.
In fase di ricovero, lo scorso ottobre, richiesi l'EEG nel sonno, ma i medici si limitarono all'RM, che fu buona per G. e con dei segni di sofferenza perinatale per A.
Il che poteva spiegare l'iniziale ritardo di A. anche verso la sorella. Tuttavia, ad oggi, il quadro delle due bimbe è molto simile.
Io e mio marito in realtà non siamo parlatori tardivi. I casi familiari di parlatori tardivi si sono risolti intorno ai 3 anni, 3 anni e mezzo (zio materno e cuginetto delle bimbe). Abbiamo però due casi di ritardo cognitivo, di cui uno lievissimo, l'altro lieve (cugini materni) e un caso di mutismo selettivo (cugino del papà).
Mi paiono situazioni un pò diverse rispetto alle bimbe, che non sono per nulla disinteressate alla comunicazione, anzi.
Volevo proporle anch'io una videochiamata, sperando in un minimo di collaborazione da parte delle bimbe.

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AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.