ritardo del linguaggio?

CONSULTI PER BAMBINI ADOLESCENTI E FAMIGLIE

Buongiorno dottore, sono la mamma di un bimbo di 29 mesi (è nato l' 8 Agosto 2016). Le scrivo perchè sono ormai in uno stato di preoccupazione e sconforto da circa un anno, ovvero da quando il bambino avrebbe dovuto cominciare a parlare (cosa che invece non è avvenuta). Le riporto i dati salienti:

composizione familiare: mamma (30 anni) babbo (34 anni) Francesco (29 mesi)

problemi in gravidanza: mi fu riscontrata una toxoplasmosi contratta in epoca precedente alla gravidanza o perinatale per la quale ho seguito cura antibiotica in gravidanza, fatto amniocentesi (negativa) e follow up alla nascita del bambino per il primo anno (tutto negativo)

NASCITA
a che settimana 40+9.
Parto naturale
alla nascita : peso 3,910 kg, altezza 53 cm, circonferenza cranica 35 cm
curve di accrescimento epoche successive: sempre crescita nel terzo percentile

PRIMI MESI
allattamento: materno a richiesta
inizio pappine, minestrine, a 6 mesi (nessun problema con il cibo, il bambino mangia di tutto senza problemi)
Il distacco dal seno è stato lungo, ha mantenuto la modalità di addormentarsi al seno fino ai 27 mesi, attualmente non ha nè ciccio nè poppa
ritmo sonno veglia: il bimbo ha avuto fin da subito orari bilanciati, dormiva la notte e anche alcune ore durante il giorno
persone che lo accudivano: mamma principalmente con aiuto delle nonne
eventuale ritorno al lavoro della mamma: ho ripreso il lavoro quando aveva 7 mesi ma lavoravo solo alcune ore (2ore) il pomeriggio, poi ai 18 mesi del bambino ho ripreso il lavoro la mattina e lui è stato inserito al nido (solo la mattina).

EPOCA SUCCESSIVA
alimentazione: il bambino mangia da solo e di tutto; sonno: dorme spesso nel letto con noi (se riesco ad addormentarlo in braccio lo metto nel suo lettino, ma raramente) il pomeriggio dorme spesso (due ore circa, da solo) tempo video: attualmente guarda poco la tv, gli piacciono solo alcuni cartoni, di più le canzoni dello zecchino d'oro (era più attratto dalla tv da piccolo)

- SVILUPPO PSICO-MOTORIO:
dove veniva tenuto preferenzialmente dopo i primi mesi, da sveglio: in braccio e poi libero di muoversi quando ne è stato capace (9 mesi circa)
seduto da solo a che età 6-7 mesi
primi spostamenti a che età e come: rotolando e strisciando 8-9 mesi
primi passi da solo: 12 mesi
capacità motorie attuali: corre, salta, si arrampica, fa le scale con il mio aiuto
controllo sfinterico (pipì e popò nel vasino/wc): ha ancora il pannolino

- SVILUPPO RELAZIONALE
RELAZIONE e COMUNICAZIONE nel primo anno di vita
primi sorrisi: pochi mesi (3 mesi)
curiosità verso oggetti e persone, attenzione,seguire con lo sguardo: il bambino è sempre stato molto curioso e attento, lo sguardo è vivace e furbo, contatto oculare sempre presente
Modi di comunicare e richiamare l'attenzione: fino ai 24 mesi ha usato il pianto per comunicare e poco la gestualità (ci portava per mano dove voleva)
Successivamente: comparso il pointing a 26 mesi, attualmente indica emettendo un suono: aaa, talvolta dice no, per chiamarmi a volte maaa mamm ma possono passare anche dei giorni in cui non mi chiama vocalmente
facilità a capirlo e interagire: si fa capire bene e interagisce con gli adulti
facilità al pianto e facilità a consolarlo: piange facilmente ma si fa consolare sia da me che dalle nonne o dalle maestre del nido
reazione di fronte a persone e ambienti nuovi: è un bambino diffidente e un po' timido ma quando poi ha preso confidenza si apre
modalità di accudimento: forse troppo protettivo, un po' viziato

FIGURE PRINCIPALI: mamma babbo nonni (al nido bimbi e tate)

REAZIONI AL DISTACCO: l'inserimento al nido è stato positivo, in alcune occasioni il bambino ha pianto ma si è lasciato consolare dalle maestre

INTERESSE E CURIOSITÀ VERSO LE PERSONE : curioso verso gli altri bambini ma non sempre

CONDIVISIONE: con la mamma è sempre stata presente con gli altri si è aperto da poco, attualmente gli piace condividere interessi (porta giocattoli, mostra libri, batte le manine, chiede le coccole o i bacini, se ha pura si rifugia in braccio)

- SVILUPPO SIMBOLICO - LINGUISTICO
LINGUAGGIO (età di inizio dei vari punti indicati):
lallazione, gorgheggi: 7-8 mesi
prime parole a 12 mesi mamm, bu (lo usava per dire no), aua (acqua detto alcune volte, ora non lo dice più), brum (macchinina)
due parole insieme mai
uso del no e del sì : fa no con la manina o con la testa, vocalmente lo dice raramente
frase minima (verbo e sostantivo ) mai
capacità di dialogo ì: interagisce senza parole
INTERESSE E CURIOSITÀ PER GLI OGGETTI
USO DEI GIOCHI e degli oggetti: gli piace giocare con le macchinine (le fa viaggiare correttamente) con alcuni pupazzi (li abbraccia, gli da da mangiare, li mette a nanna)gli piace farsi leggere i libri e lui indica i personaggi che conosce, gioca con le costruzioni (fa la torre); gioca con gli incastrini e li mette correttamente
DISEGNO SPONTANEO
scarabocchio, linee, cerchi, ultimamente prova a fare la faccia e la macchinina

ATTENZIONE nelle varie attività: se l'attività lo interessa mantiene l'attenzione anche a lungo altrimenti è più breve

COMPRENSIONE DELLE COSE E DELLE RICHIESTE : la comprensione è buona, migliorata molto da settembre, esegue tutte le richieste (se non lo fa è perchè è stanco o stressato ma capisce)es: portami la palla.. prendi l'acqua... chiudi la porta etc

COMUNICAZIONE DEI SUOI BISOGNI E DESIDERI : butta le braccia se vuole essere preso, indica cosa vuole, se ha sonno imita il verso di fare la nanna, se ha fame indica la cucina o il frigo

- COMPORTAMENTO
GENERALMENTE tranquillo se lasciato libero di giocare con quello che vuole, talvolta diventa capriccioso e tollera poco i no.
adesione a regole, orari, limiti: segue abbastanza bene le regole a volte facendo capricci
obbedienza agli adulti: si
reazione a divieti, frustrazioni: piange e talvolta si butta in terra
capricci, bizze: si dal secondo anno particolarmente
paure: ha paura di alcuni personaggi dei cartoni

- SCOLARIZZAZIONE
asilo nido a 18 mesi.
comportamento: le maestre dicono che è poco interessato agli altri bambini e che tollera poco i no

RAPPORTI SOCIALI: frequentiamo per la maggio parte adulti (nonni, amici dei genitori)

- SITUAZIONE AMBIENTALE E FAMILIARE
la mattina il bimbo è al nido il pomeriggio a casa con me o le nonne se io devo assentarmi (capita una volta a settimana circa), quando torna dalò nido è stanco e spesso si addormenta, poi fa la merenda e giochiamo. Se è bel tempo usciamo in centro (lui sta buono nel passeggino) oppure andiamo in giro in macchina o a fare la spesa. La sera torna il babbo e gioca con Francesco mentre la mamma prepara la cena. Dopo cena guardiamo un po' di tv ma a Francesco non interessa molto, lui guarda i libri o colora.

- EVENTI PARTICOLARI,
cambiamenti, trasferimenti, nascite, lutti, malattie di familiari, difficoltà,NO
Visite mediche, ospedale: ABBIAMO FATTO IL FOLLOW UP PER LA TOXOPLASMOSI FINO AI 12 MESI poi visite dal pediatra di routine
Eventuali esami fatti e referti (Udito, vista, eeg, rmn,...) i referti indicano tutto nella norma (udito e vista, e npi fino al 1 anno)

Questa è la descrizione secondo le informazioni da lei richieste, quello che come mamma mi preoccupa è l'assenza del linguaggio, il bambino è stimolato (al nido e anche a casa), cerco di dedicargli tempo e attenzioni e mi impegno molto ma mi sembra di non essere sufficiente. Mi chiedo se non abbia bisogno di un altro tipo di aiuto. Emette suoni e vocalizzi ma non tenta mai di ripetere, sembra che proprio di parlare non gli importi. Quello che mi preoccupa sono alcuni comportamenti: se è molto felice comincia a saltellare su posto e apre e chiude le manine come per afferrare qualcosa (lo faceva anche da piccolo), da un mese circa ha cominciato a dondolarsi in avanti su un piede quando fa un gioco che gli piace. Sono cose che fa quando è molto preso e contento.. sono stereotipie? io li ho considerati un suo modo di esprimere le emozioni ma non so..

Le cose che mi fanno stare tranquilla invece sono il modo in cui gioca, il fatto che guarda sempre negli occhi, capisce tutto (è intelligente) e è molto sensibile quindi mi viene da credere che sia solo un po' indietro nel linguaggio. Tuttavia essendo la madre non sono obiettiva e passo dei giorni infernali torturata dai dubbi. Se può gentilmente darmi una sua opinione le sarei moltop grata, ho letto le sue risposte alle altre mamma e mi ha molto rincuorata in questi mesi. Purtroppo è difficile trovare dei medici che non facciano terrorismo psicologico (già l'ho subito in gravidanza) e vorrei evitare al mio bambino un iter inutile se non ce ne è bisogno, se invece occorre farò tutto ciò che può aiutarlo. Attendo una sua gentile risposta. Cordiali saluti

Commenti

Rovescerei i termini della sua domanda: le cosiddette 'stereotipie' che si vedono in molti bambini sono appunto dei modi di esprimere le emozioni; modi in qualche modo immaturi e che abitualmente vengono sostituiti da modi più maturi nel corso dello sviluppo. L'immaturità è collegata spesso con il ritardo del linguaggio ma non solo, anche dello sviluppo di altre capacità di autocontrollo, ecc.
Nelle notizie che dà non vedo altro che un ritardo del linguaggio, cosa abbastanza frequente e in sè non preoccupante se la condivisone, la relazione e la comunicazione sono per il resto presenti - come mi sembra. La causa è ufficialmente sconosciuta, ma nella mia esperienza l'allattamento al seno protratto e il connesso perdurare di un rapporto molto fisico con la mamma spesso, anche se non obbligatoriamente, si associano a un ritardo del linguaggio. Forse perchè il bambino si mantiene attaccato a forme di comunicazione a livello di un rapporto più in-fantile, cioè non verbale, appunto, fisico, invece che affidarsi a modi più evoluti.
In genere se si toglie il 'freno a mano' che trattiene lo sviluppo e la spinta alla crescita non sono necessari altri interventi, che possono addirittura essere controproducenti, così come una eccessiva pressione a parlare, a ripetere, a rispondere a domande non 'vere', ecc. Meglio lasciare che il bimbo segua il suo sviluppo e la sua spinta, una volta certo essersi assicurati di aver tolto il freno e che non ci siano altri ostacoli che rallentano.
Se crede mi mandi qualche video del bambino in normali situazioni familiari.

La ringrazio per la risposta tempestiva, mi chiedo cosa posso fare per agevolare il suo naturale sviluppo? Quando lei parla di togliere il freno a mano a quale tipo di ostacoli si riferisce? Stiamo prendendo in considerazione l’idea di stimolarlo con un po’ di psicomotricità perché ci ha detto il pediatra che per la logopedia è troppo presto. Lei cosa ne pensa?

Il freno potrebbe essere un rapporto troppo fisico e infantile con la madre. Mi mandi qualche video se vuole, magari posso vedere qualcosa di più. La psicomotricità oggi è un po' come le vitamine, si danno anche se non ce n'è bisogno, a volte. Ma non è detto che sia una cosa buona: ogni intervento e medicina ha i suoi effetti collaterali, se non necessario meglio non farlo.

Mi sono molto interrogata sul modo in cui mi sono posta col bambino e forse è vero che il rapporto è stato abbastanza fisico (agevolato dall'allattamento prolungato e dalla condivisione del letto, cosa peraltro consigliata da ostetrica e pediatra) se potessi tornare indietro cambierei ma purtroppo posso solo cambiare rotta adesso sperando che non sia troppo tardi. Per quanto riguarda la psicomotricità/logopedia abbiamo deciso di aspettare ancora e vedere come prosegue. La ringrazio molto per le sue parole e disponibilità, le invierò dei video o aggiornamenti.

Come dicevo mi sembra ci sia solo un ritardo del linguaggio, mentre per il resto lo sviluppo, la relazione, la comunicazione mi sembrano presenti e buone. Non vedo quindi perchè dovrebbe essere troppo tardi. Ci sono molti bambini che parlano anche dopo i tre anni e poi recuperano senza altre difficoltà. Ci tenga aggiornati

Buongiorno Dottore, le scrivo per condividere gli ultimi aggiornamenti ed avere il suo prezioso parere. Nell'ultima settimana il bambino si è un po' sbloccato, ha cominciato a fare suoni vari e qualche parolina (mamma, babba, pappa, bubu, brum) li ripete mentre gioca o per farsi applaudire, sembra che si stia esercitando come se fosse ripartito dalla lallazione. Quello che invece mi ha lasciata perplessa è stato il resoconto di una psicomotricista che lo ha osservato per due incontri (50 min ciascuno). Durante il primo incontro io sono rimasta con loro e ho partecipato ai giochi perchè il bambino appunto non la conosceva e cercava maggiormente me. In realtà è andato molto bene (confermato anche dalla psicomotricista stessa), il bambino ha accettato di giocare a palla con me e solo con lei, di giocare a cucinare, a fare musica e modellare il dido. Alla fine del primo incontro la psicomotricista era in dubbio se rivederlo o meno visto che era stato tutto normalissimo a parte il fatto che non parla (motivo per cui era stata fatta l'osservazione), mi rassicura escludendo patologie dello sviluppo e mi dice che è un ritardo puramente linguistico forse legato a una disprassia verbale (per cui ci vuole una logopedista)decide infine di fare un'ultima osservazione fissandola a distanza di 4 giorni. Siamo tornati ieri (premetto che la prima volta andammo di mattina ed il bambino era riposato e ben disposto, mentre ieri pomeriggio alle 18 era già carico della mattinata di asilo) entriamo e il bimbo si dirige verso i giochi che gli piacciono perchè si ricordava dove fossero (è molto attratto dalle macchinine e potendo scegliere gioca con quelle rispetto a palle corde etc..) la psicomotricista gli propone di giocare con un treno su un binario da montare, lui esegue tutto, monta il binario e fa andare sopra il treno (ma non si divertiva lo faceva su richiesta e poi tornava a fare il gioco che gli piaceva) dopo una mezzora vengo fatta uscire, da fuori sentivo il bambino piangere e la psicomotricista che cercava di proporgli giochi che probabilmente non voleva fare. Quando sono stata chiamata per rientrare il bambino era tranquillo e quando gli ho detto di prendere le scarpe per andare via sarebbe quasi restato a giocare. La psicomotricista mi dice che il bambino con me è in un modo senza in un altro, che si chiude alla relazione e guarda più i giochi che vuole che la persona. Che dal punto di vista relazionale è immaturo e il fatto che sia un bambino intelligente e indipendente fa si che si prenda il gioco che vuole e tenda a fare da se. Che probabilmente al nido non viene coinvolto e stimolato perchè diventa capriccioso se non gli si lascia fare quello che vuole ( e qui mi trovava d'accordo) e che usa il pianto come strategia. Io sinceramente a parte il discorso nido sul quale concordavo non mi trovo d'accordo sul resto, il bambino non è chiuso agli altri, agli estranei si non da confidenza, ma con i genitori, nonni e amici interagisce con piacere. Quando ho fatto presente che nell'ultima settimana era ripartito con alcuni suoni mi ha detto che probabilmente è un bimbo che partirà anche da solo ma che però non si può sapere. Che siamo ad un livello border (termine che mi ha lasciato perplessa visto che io sono una psicoterapeuta e sono molto contraria al mettere etichette, non lavoro con i bambini e in questo caso sono solo una mamma preoccupata ma mi ha infastidito il termine) e che le opzioni sono due: fare un ciclo di 10 incontri psicomotori sul bambino oppure recarsi al nido per dare delle dritte alle maestre su come comportarsi con lui. Adesso la decisione spetta a noi, io sono molto molto perplessa da tutto: prima mi parla di disprassia verbale (ma il mio bambino muove la bocca normalmente, mastica di tutto, fa linguaccia, insomma non mi sembra abbia problemi di motilità alla bocca/lingua) poi mi dice che è chiuso alla relazione perchè in mezzora non ha cercato molto la condivisione con lei (ma lui è così, se gli piace molto un gioco si mette a giocarci e a studiarlo un po' in santa pace mi vien da dire, e poi dopo lo condivide). Scusi se mi sono dilungata troppo ma ci tengo a farle capire la situazione. D'istinto io e mio marito interromperemmo il tutto e lasceremmo il bambino tranquillo, ma ci chiediamo se veramente poi non parte? Gli facciamo perdere del tempo prezioso in cui può recuperare?

Mi sembra quindi che il bambino stia andando avanti, non è fermo. Forse il freno a mano è stato tolto o diminuito quanto basta. E' indietro di qualche mese ma ha tutti i prerequisiti per continuare lo sviluppo e cominciare a parlare, spontaneamente. Diffiderei dei tecnici che fanno diagnosi, come degli odontotecnici che fanno i diagnosti. Purtroppo psicomotriciste e logopediste spesso non hanno limiti e fanno danni andando oltre le loro competenze. La disprassia è un'altra delle malattie inventate e non dimostrate che questi tecnici propagandano, così come i loro interventi la cui utilità non è minimamente dimostrata e si basa solo sul ricatto e la paura dei genitori di "non fare nulla".
Visto che il bambino non è fermo, appunto, io aspetterei senza disturbarlo, limitandomi a fargli fare esperienze di conoscenza di ambienti nuovi ed esplorazione del mondo esterno, in giusta dose. Lasciandogli l'iniziativa nel gioco e nelle relazioni, ma essendo pronti a capirlo e rispondere alle sue proposte e comunicazioni, comunque siano. E senza forzarlo a parlare o correggerlo, ecc. Senza bombardarlo di domande per testarlo...
Lasciando quindi che proceda con la sua spinta autonoma e badando di non mettergli ostacoli inutili,

Buonasera dottore, vorrei aggiornarla sull’andameanti della situazione. Durante le ultime settimane siamo stati chiamati dall’ equipe del neurosviluppo (eravamo in lista di attesa da settembre e il motivo dell’invio all’osservaziOne era appunto il ritardo del linguaggio). Eravamo molto dubbiosi se fare la visita visto gli ultimi progressi del bimbo ma abbiamo comunque deciso di farla. Sono stati fatti tre incontri, uno con la neuropsichiatra, uno con una psicologa (che ha somministrato un test sullo sviluppo generale) e uno con una psicomotricista. Alla fine siamo stati convocati e ci hanno dato un resoconto, la dottoressa ci ha detto che il bambino ha una una lieve immaturità generale (di circa 6 mesi) e che il linguaggio è appunto partito un po’ adesso. Hanno deciso di non fare test Ados perché a detta loro sarebbe potuto venire un falso positivo poiché il bimbo ancora non parla e ha degli sfarfallamenti alle mani, tuttavia secondo loro è solo immaturo e non autistico quindi il test non è stato fatto. La dottoressa ci ha detto che loro vorrebbero monitorare lo sviluppo perciò ha proposto una nuova visita tra 6 mesi. Intanto ci ha proposto di fare un ciclo di psicomotricità (due volte a settimana per 6 mesi) perché vorrebbe aiutare il bambino a recuperare il gap rispetto ai coetanei. Quello che la preoccupa sono le stereotipie delle mani ( che deve perdere e non consolidare a suo dire) e il linguaggio che deve sbocciare. Ci ha detto che la situazione è tutta in divenire e che il bambino non è preoccupante ma solo indietro.. io tuttavia sono molto confusa, le informazioni che ci ha dato le comprendo ma non capisco il senso di un trattamento se si tratta solo di immaturità! Le ho fatto presente queste mie perplessità e mi ha detto che la lista di attesa è lunga e che ci chiameranno ormai a giugno per la psicomotricità e che allora potremo decidere se farla oppure no. Sono molto frastornata e abbattuta, vorrei prendere la decisione giusta per il bambino e non rischiare che prenda la strada sbagliata ma quella giusta nello sviluppo. Attendo il suo prezioso punto di vista. Cari saluti

Mi sembra che avete trovato una dott.ssa abbastanza brava, che non ha voluto gettarvi nel tunnel dell'autismo. Ha confermato mi sembra quanto dicevo io su queste pagine. Aspettare fino a giugno, cioè tre mesi, vi darà modo di vedere come va il bambino da sè. Con l'estate e le ferie varie poi magari arrivate fino a settembre e avrete ancora più modo di valutare l'utilità o meno dell'intervento. Le stereotipie non hanno importanza, se non per il giudizio negativo che ricevono. Quando sarà più maturo le abbandonerà, un po' come il biberono o il ciuccio o altri 'vizi' infantili.

La dottoressa mi è sembrata competente ed umana, tuttavia io sono nel baratro del forse mio figlio è autistico lo stesso. Il fatto che il test non sia stato fatto è a protezione di un etichettamento inutile tuttavia resta il fatto che ci sono degli aspetti molto immaturi del bambino e che dovrebbe recuperare il ritardo entro alcuni mesi. Si può immaginare la nostra ansia da genitori, la paura che ci sia qualcosa che non va è forte e giunti a questo punto è molto evidente per chiunque osservi il bambino che c'è un ritardo.. il bimbo sembra pure più grande della sua età. Inoltre sembra rendersi conto di non riuscire a comunicare come gli altri, infatti mentre a casa fa molti versetti e alcune paroline, fuori si ammutolisce completamente, soprattutto difronte agli estranei.

Il fatto che si renda conto è importante: i bambini con handicap mentali gravi di solito non si rendono conto. Per 'autismo' si dovrebbe considerare una situazione di grave handicap mentale, non suscettibile di miglioramento. Invece il suo bimbo sembra essere solo immaturo, cioè in ritardo, ma nulla dice che abbia un handicap mentale. Il ritardo del linguaggio viene recuperato di solito ma non 'in tre mesi', ci vuole più tempo. Il test ados si limita a dare un punteggio alle prestazioni dei bambini, ma non dice nulla sulle cause. E' come un cronometro per misurare i tempi per esempio dei cento metri: chi vince magari fa il record, ma chi arriva tardi non è per un handicap o per una malattia. Cerchi di badare a suo figlio, e non alle diagnosi, che sono di solito sballate, di questi tempi,perchè affidate a strumenti inaffidabili, come appunto il test Ados e altri..
Quello che dice del bambino mi fa pensare che lui senta lo stress che c'è intorno, e ne risenta negativamente. Ci sono bambini che per timidezza e stress si trattengono dal parlare in ambiente estraneo, anche se sanno parlare. Quindi cercate di diminuire l'ansia e lo stress, di lasciarlo in pace e di farghli fare esperienze che gli facciano conoscere gli ambienti extra-familiari, insieme a voi, per esserne meno intimidito.

Buongiorno Dottore, sono passati due mesi dall'ultimo aggiornamento, il bimbo adesso ha 2 anni e 9 mesi. In questi mesi abbiamo e stiamo seguendo i suoi consigli ovvero cerchiamo di dedicargli tempo di qualità facendogli fare esperienze del mondo esterno che lo affascinino. Lo portiamo spesso al maneggio o alla fattoria che abbiamo vicino casa (gli piacciono molto gli animali e si diverte a dargli da mangiare) gli piace andare nel bosco e fare delle passeggiate (raccogliamo fiori e bacche e poi giochiamo a fare da mangiare) ultimamente gli piace stare in giardino e scovare formiche e insetti. Con noi si relaziona continuamente,per giocare, leggere un libro o condividere un'emozione. Siamo stati un weekend in Umbria ed è stato bravo, sia in giro che al ristorante dove al tavolo accanto c'erano altri bimbi con cui ha interagito condividendo un libro. Ultimamente mi sembra più interessato ai bambini: quando lo riprendo dal nido me li indica e se all'entrata/uscita qualche bambino è vicino li guarda negli occhi facendogli dei gran sorrisi. Il tasto dolente resta il linguaggio ancora molto povero.. attualmente dice babbo, mamma, brum, pappa, tata e fa i versi di tutti gli animali. Molti suoni onomatopeici, beve e fa ahhh, oppure mangia e fa mmm toccando la guancia con l'indice per dire che è buono. Se sente la sirena dell'ambulanza la imita facendo ninoooninooo, oppure gioca facendo finta di fare il bagnetto ad un pupazzo e fa ciaf ciaf e poi fffff per imitare il suono del phon. Da un paio di giorni canta continuamente dicendo din don dan din don dan intonato. Insomma questi sono i progressi che ha fatto in questo periodo, che sono comunque piccoli ma ci sono. Per quanto riguarda le stereotipie delle mani continuano ad esserci e ci destano tanta ansia che cerchiamo di contenere ma obiettivamente c'è. Ogni volta che vede qualcosa che gli piace o è felice comincia a saltellare e ad aprire e chiudere le manine, noi cerchiamo di distrarlo dicendogli fai viva oppure prendendogliele con una scusa ma non possiamo sempre stare li a fermarlo. Gli stiamo dedicando ogni momento possibile sia io che mio marito, praticamente siamo continuamente a giocare (forse troppo..)ma vediamo che il bambino apprezza. Un altro cambiamento importante è che siamo riusciti a farlo abituare alla sua cameretta e a dormire nel suo letto, quindi adesso lui è molto più autonomo. La sera lo addormento io stendendomi con lui e raccontandogli delle storie (gli piace ascoltarle anche senza libri ed è molto attento) e poi dorme spesso tutta la notte, se si sveglia mi chiama ed io vado a riaddormentarlo ma è molto contento di avere il suo spazio. Adesso si toglie il giacchetto da solo e prova a mettere/togliere le scarpe, insomma sta crescendo sotto tutti i punti di vista, resta il linguaggio/stereotipie il tasto dolente. Per quanto riguarda la psicomotricità ancora non siamo stati chiamati, quello che le chiedo è se secondo lei sarebbe utile visto la situazione attuale oppure se le sembra più indicata la logopedia? Un ultima domamda riguarda lo spannolinamento che dovrò cominciare appena terminato il nido. Abbiamo deciso di non iscriverlo al centro estivo a Luglio poichè lo scorso anno lo destabilizzò visto il cambio bimbi e maestre, e pensavo di togliere il pannolino nei mesi di pausa di Luglio/Agosto complice anche il fatto di tenere il costume. Il problema è che non mi dice se gli scappa quindi dovrò trovare una strategia.. per ora è solo incuriosito se vede noi in bagno oppure se glielo spieghiamo ma lui non vuole sedersi sul riduttore. Secondo lei vale la pena di provarci o è troppo presto?

Ci sono quindi degli sviluppi positivi sul piano della crescita generale e dell'autonomia. Anche il linguaggio sembra progredire, come in una fase iniziale. Le 'stereotipie' in sè non sono un segno patologico, ma solo di immaturità. Cosa dicono all'asilo? Potete mandarmi qualche video del bambino insieme a voi, per avere anche una visione diretta, pur a distanza? Come abilità motorie mi sembra pure progredire. Che tipo di giochi fa?

Le ho inviato due filmati uno con il nonno ed uno con il babbo, sono di qualche settimana fa. Come giochi è molto vario, gioca con le costruzioni sia facendo torri/case, sia facendo finta che i personaggi guidano, mangiano, dormono etc, gioca a cucinare, con le macchinine (le fa salire e scendere o fare la gara), colora album o disegna spontaneamente, gli piace molto sfogliare libri e farseli leggere. Ultimamente il gioco preferito è far finita di fare il bagno a dei pupazzini e poi metterli a nanna.
Le maestre mi dicono che partecipa alle attività di gruppo, che segue le regole (su questo è migliorato rispetto a settembre), le cerca se ha bisogno di qualcosa o succede qualche litigio, con i bimbi ancora non riesce a giocarci insieme (credo che il contesto gruppo sia difficile per lui, forse sarebbe più semplice nell'approccio uno a uno).

Gioca col nonno a una specie di nascondino, divertendosi molto... Col padre gioca e si diverte con alcuni pupazzi, ma non risponde ai commenti della mamma alla fine, che però sono un po' negativi e quindi forse lo bloccano...
Non mostra difficoltà di relazione e di gioco insieme ai familiari.
Fate qualche filmato magari mentre gioca con costruzioni e altri giocattoli, per vedere la sue capacità di sviluppare delle costruzioni o cose simili in modo autonomo.

Le ho appena mandato un video fatto oggi al rientro dal nido, mi faccia sapere se è sufficiente o ne servono altri. Nel gioco come le dicevo è autonomo e vario.. non ci sono differenze rispetto ai coetanei (confermato anche dalle maestre) e nelle richieste che gli facciamo risponde sempre correttamente, stesso per la comprensione e l’attenzione.. per questo non ci spieghiamo questo ritardo del linguaggio.

Nel filmato gioca seguendo le indicazioni della mamma... Meglio lasciarlo giocare spontaneamente e osservare quello che fa aspettando che sia lui a proporre. Comunque Stando anche a quello che riferisce dell'asilo mi sembra che non ci siano problemi sul piano cognitivo simbolico. Quindi dovrebbe essere solo un ritardo del linguaggio. Difficile dire le possibili cause. Di solito restano sconosciute, e i bambini sviluppano il linguaggio più tardivamente, senza altri problemi. Non ha ancora due anni e mezzo, quindi si può aspettare senza fare accertamenti neurologici e vedere come va nei prossimi mesi.

Sul piano cognitivo e simbolico non sembrano esserci problemi come diceva lei, il bambino gioca in questo modo anche se lasciato libero. Però ha 2 anni e 9 mesi..

Già , 29 mesi ce li aveva a gennaio...
Il discorso comunque non cambia di molto. Non mi ricordo se ha già fatto un EEG nel sonno: verso i tre anni, se non c'è un'evoluzione sufficiente, va fatto per escludere la rara sindrome di Landau Kleffner, un tipo di epilessia che disturba il linguaggio, senza altri sintomi. Ma mi sembra poco probabile. E' più probabile che si tratti solo di un 'parlatore tardivo', come si va dicendo fin dall'inizio.

Grazie Dottore, il suo punto di vista mi tranquillizza molto e conferma quello che anche noi genitori percepiamo. Molto secondo me dipende anche dal suo carattere che è testardo e forte ma allo stesso tempo timido, su questo penso ci sia da avere molta pazienza noi grandi. E' un bambino che va saputo prendere altrimenti si chiude, ma io confido molto nel fatto che crescerà e che gli serve solo tempo. La ringrazio ancora per la sua disponibilità e gentilezza.

Buongiorno Dottore, le scrivo nuovamente riguardo a mio figlio. Lo sviluppo sta progredendo, nel senso che il bimbo migliora in generale, il linguaggio è ancora povero e si limita alle parole singole tuttavia adesso vedo che prova costantemente a ripetere e ha introdotto il si ed il no come risposta alle nostre richieste. Inoltre spesso canta, storpiando un po' le parole, ma dimostrando che ricorda e ha piacere nel riproporre le canzoni.
Il motivo per cui le scrivo sono le stereotipie (se così posso chiamarle), diciamo che vanno a giorni alterni, alcuni giorni sono quasi assenti, altri più presenti: se è molto eccitato comincia a saltellare, ad esempio di fronte alla giostra del bruco mela che attira molto la sua attenzione ma sulla quale si rifiuta di salire con urla e pianto. Lo stesso è successo al mare, dopo un anno che non ci tornava era intimorito dall'acqua ma allo stesso tempo voleva entrare, inizialmente stava a riva e saltellava sorridendo verso il mare, dopo una mezz'ora e tanta pazienza sono riuscita a portarlo in braccio nel mare e interrompere la cosa. Dopo non ha più avuto questi comportamenti e giocava nell'acqua tranquillo.
Uguale di fronte a un gioco o libro che gli piace molto, può aprire e chiudere le manine o dondolarsi un po', di solito lo prendo in braccio con una scusa per farlo smettere.
Quello che le chiedo è: devo interromperlo quando scarica così le sue emozioni? devo in un certo senso forzarlo a fare le cose verso cui è inibito?
Io sono per natura restia alle forzature e fino ad ora ho sempre assecondato il bambino, nel senso che se qualcosa lo impauriva non lo obbligavo, viceversa se qualcosa gli piaceva lo lasciavo libero di esprimersi nei limiti ovviamente del buonsenso. Adesso però mi chiedo se non abbia sbagliato io nei suoi confronti.

Mi sembra che il suo modo di affrontare i momenti di 'eccitazione' vada bene. In qualche modo Lei raccoglie e cerca di contenere l'emozione che il bimbo non sa ancora gestire ed esprimere e, come in una pentola a pressione, aumenta e fa fischiare la valvola. In più , se non lo fa già, può essere utile cercare di dire a parole quello che lui può provare, per aiutarlo a esprimere quello che ancora non sa. Maturando l'espressione e il linguaggio dovrebbe ridursi la necessità di scaricarsi nel comportamento.

Si spesso sono io che dico in parole quelli che lui esprime col corpo mi veniva di farlo spontaneamente e pensavo che così si sentisse più capito. Grazie per la sua conferma, purtroppo questa situazione sta minando la mia sicurezza e ho paura di sbagliare continuamente. Spero davvero che col progredire del linguaggio queste stereotipie si attenuino restando un piccolo vizio.

Salve Dottore, sono nuovamente a scriverle per aggiornarla sul mio bambino che ha compiuto tre anni da pochi giorni. Dal punto di vista linguistico ci sono notevoli miglioramenti: adesso ripete e apprende nuove parole ogni giorno, le combina e le usa in modo corretto ( bimba via, mamma nanna, io pasta, babbo guida macchina ecc) la pronuncia è non sempre corretta ma comunque comprensibile, canta diverse canzoni e su questo aspetto siamo molto rincuorati. Quello che invece continua a preoccuparci sono alcuni comportamenti che già le avevo accennato: quando è molto eccitato/contento sembra non riuscire a contenersi e comincia con saltelli o dondolii, ha talvolta degli irrigidimenti dovuti all’euforia e cosa che mi crea molta ansia, mugola mentre fa qualcosa che gli piace ( per esempio guarda un libro che gli piace molto e comincia a fare “mmmmm”, oppure corre mugolando) se lo interrompo con una scusa smette subito ma poi torna a farlo. Questo è quello che più mi angoscia, per il resto è davvero cresciuto ed è un bimbo normale della sua età. Mi chiedo se questi comportamenti siano da tenere sotto controllo, sono segnali di qualche problema? A questo punto sono rimasti solo questi il problema e mi chiedo se non siano solo un rimasuglio dell’immaturità di cui parlavamo.

Sono molti i bambini che presentano questi comportamenti. Direi che sono espressione di emozioni che non hanno ancora imparato a controllare e manifestare diversamente, in modo più maturo, a parole,e che si sono abituati a gestire così. Le abitudini sono spesso difficili da lasciare, ma di solito diminuiscono e passano con la maturazione. Come per altre abitudini infantili, é utile invitarli a lasciarle, senza rimproverarli.

Grazie Dottore le sue parole e la sua esperienza mi tranquillizzano sempre tanto. Se queste abitudini non sono dannose cercheremo di contenere l’ansia e lasciare il bimbo libero di crescere con i suoi tempi, in realtà è maturato molto negli ultimi mesi e è rimasto solo questo aspetto un po’ particolare. Poi in realtà mi sembra che tutti, sia grandi che piccoli, si possano avere delle particolarità senza grandi drammi. Un caro saluto

Buongiorno Dottore, le scrivo poiché da pochi giorni il mio bambino ha cominciato l’inserimento alla scuola materna. In queste mattine resto in aula con lui e ho modo di osservarlo molto, sinceramente torno tutti i giorni a casa col mal di stomaco. Questo perché lo vedo di nuovo avere quelle stereotipie e quei comportamenti particolari che sembravano abbastanza rientrati. Ogni volta che ci sono cambiamenti importanti di contesto e questo sicuramente lo è, lui ricade in queste modalità. Per spiegarle meglio: viene all’asilo molto volentieri ma si è fissato su una cesta piena di animali e vuole giocare solo con quelli. Se gli altri fanno altre attività tutto insieme come leggere un libro o fare la pasta di sale lui partecipa per un po’ ma poi torna al gioco degli animali. Il gioco degli animali è poi molto stereotipato perché se li rigira tra le mani avvicinandoli al viso e facendo dei mugolii e faccia strana. Se mi metto a giocare con lui accetta che io partecipi ma nei confronti delle maestre è molto diffidente e mi dice che ha paura. Sinceramente non mi aspettavo una regressione così, pensavo che avrebbe avuto alcuni momenti così ma non passare l’intera mattinata così. Sono molto scoraggiata, vorrei sapere lei cosa ne pensa. Ho timore che le insegnanti lo giudichino “patologico” e che chiedano il sostegno. Quello che mi lascia perplessa è che negli ambienti familiari e con chi conosce bene non è così ma anzi si dimostra molto attento partecipe ed anche intelligente. A scuola lui nota tutto, osserva tutti ma ancora non sembra non fidarsi e rifugiarsi in quei comportamenti. Scusi se mi sono dilungata ma vorrei spiegarmi bene. La ringrazio.

La sua descrizione fa pensare che il bambino reagisca così, con questa regressione a modalità immature, per lo stress piuttosto forte dell'ingresso alla materna, con ambienti e persone nuove. Questi comportamenti sono limitati alla scuola,mi sembra, mentre non è 'regredito' fuori. Questo mi fa pensare che dopo un sufficiente ambientamento dovrebbe avere meno stress e starci meglio. Magari parlate un po' con lui per sentire cosa gli sembra di tutte queste novità... Non per convincerlo, ma perchè possa esprimersi, per capirlo... Come sempre vi raccomando di badare al bambino come persona, come essere umano intero, non come pezzettini di comportamento assemblati insieme, come certi pensano...

Questi comportamenti sono più frequenti e accentuati a scuola o nei posti sconosciuti finché appunto non si abitua. A casa sono presenti durante il gioco ma durano poco e il bimbo passa dal gioco funzionale a queste modalità in modo più veloce. Il dondolarsi e mugolare fa ancora parte dei suoi vizi e anche in passato le ho scritto chiedendo su questo. Per il resto è un bambino curioso, che capisce bene tutto e si fa capire, osserva molto prima di agire e sembra che la sua testa sia sempre in funzione come se soppesasse tutti i pro e i contro delle situazioni. In contesti familiari da il meglio di se e all’esterno invece è più facilmente teso, più emotivo. La mia paura Dottore è che queste stereotipie siano sintomo di una malattia, mi chiedo perché sono ancora presenti visto che il bimbo è migliorato e sbocciato in generale (autonomie, linguaggio, motricità). Scusi se insisto ma siamo molto preoccupati.

Capisco la preoccupazione, ma Le ho già risposto più volte, credo, che le cosiddette 'stereotipie' non sono in sè segno di 'malattia'. Se c'è anche ritardo globale marcato fanno parte del quadro del ritardo globale, che può essere dovuto a una malattia medica conosciuta del cervello oppure no. Se invece lo sviluppo complessivo procede di solito passano col tempo e si ritengono quindi un problema di immaturità. Non ci sono d'altronde 'terapie', farmacologiche o psicologiche, specifiche per le 'stereotipie', così come per la maggior parte delle malattie che causano ritardo mentale. Quello che si può fare è cercare di favorire comunque il miglior sviluppo mentale possibile, che dipende in gran parte dalle esperienze che uno fa. La dimostrazione è che un tempo, quando ad esempio i bambini con trisomia XXI ( mongolismo), malattia genetica, venivano messi in istituto, restavano gravemente handicappati mentalmente, mentre ora che stanno in famiglia e hanno esperienze normali arrivano anche a laurearsi e comunque a livelli di intelligenza e adattamento una volta impensabili.
Bisogna quindi cercare di resistere alla paura e alle incertezza, e cercare di avere le esperienze più favorevoli per conoscere il mondo e le persone.

Grazie Dottore, scusi se sono stata ripetitiva nelle richieste mi rendo conto che la preoccupazione a volte ci rende un po’ sordi e bisognosi di rassicurazioni. La ringrazio molto per la sua professionalità e umanità.

Salve Dottore, le scrivo in merito a mio figlio, come le avevo già accennato ha cominciato la scuola materna. Da circa due mesi frequenta, da una settimana resta anche a dormire. Il bambino va tranquillo e lo riprendo sereno, mi racconta cosa ha fatto ( spesso gli faccio domande a cui risponde o a volte dice di sua volontà delle cose). Da quando va all’asilo mi sembra più vispo e stimolato, canticchia le canzoni e mi racconta dei bimbi. Ieri avevi il colloquio con le maestre e ero andata molto tranquilla perché vedevo mio figlio migliorato sotto tutti i punti di vista ( linguaggio, relazione, autonomie). Invece il colloquio è stato difficile, le maestre hanno detto che vedono un bimbo che fa fatica ad adattarsi al contesto scolastico, che si isola e preferisce giocare da solo anziché in gruppo. Se lui potesse giocherebbe solo con gli animali e le macchinine. Dicono che devono richiamarlo e riportarlo al gruppo sennò lui se ne va. Dicono che interagisce bene con la singola persona ma non nel gruppo se lasciato solo. Hanno avuto anche da lamentarsi per quanto riguarda le autonomie, dicono che non sa soffiarsi il naso da solo e questo non va. Io sono rimasta perplessa ( mangia da solo con le posate, va al bagno e fa i bisogni da solo, si addormenta al dormitorio senza problemi) ma questo non viene menzionato. Mi hanno detto che loro hanno 26 bambini da gestire e non può esserci sempre una dietro a lui per coinvolgerlo, che gli danno tempo ancora 2-3 mesi e poi se ne riparlerà. Io sono distrutta, ho paura che vogliano chiedere il sostegno, che lo abbiano etichettato come problematico. Sinceramente non mi aspettavo rose e fiori ma questo no. Il bambino sta sbocciando proprio in questi mesi, a casa parla tanto e gioca sempre con noi o da solo ma senza fissarsi. Come posso aiutare il mio bambino? Scusi lo sfogo ma mi sembra di essere finta in un tunnel e a volte non capisco se sono io che ho i prosciutti sugli occhi o sono loro che non voglio faticare.

Il bambino sta facendo un gruppo di psicomotricità presso la usl come suggerito dalla npi (non siamo stati costretti ma ce lo hanno suggerito visto la lieve immaturità). Lui va e partecipa attivamente senza difficoltà da quanto riportato e la npi è sempre stata molto ottimista e ci ha rassicurati che si tratta di immaturità. Posso secondo lei chiedere a questa dottoressa di contattare la scuola per spiegare la situazione in modo che non si creino fraintendimenti?

Mi sembra che queste maestre siano oberate di lavoro e non riescano quindi a farlo abbastanza bene. O peggio che abbiano sbagliato mestiere. Ovviamente ogni bambino è diverso dagli altri e qualcuno può aver bisogno di più tempo per ambientarsi. Visto che il bambino sembra in fase di sviluppo molto positivo io spero che fra qualche mese il problema non si porrà più. Comunque non è facoltà della scuola chiedere il sostegno: per questo ci vuole un certificato di handicap sec la legge 104/92 e viene chiesto solo dai genitori che devono autorizzare il tutto.
Il sostegno non è un aiuto agli insegnanti oberati o svogliati, è un diritto dei bambini con handicap che altrimenti non potrebbero frequentare le scuole normali. Non ho idea se la npi che dice la pensi come me oppure no. Cercate di non farvi prendere dal panico. A volte bisogna resistere con forza e coraggio e aspettare per vedere le cose meglio.

Buongiorno caro Dottore, la ringrazio per le sue risposte ed osservazioni. La npi che ci segue si è dimostrata molto professionale e ha praticamente detto quello che anche lei mi ha scritto sopra. Ha ribadito che siamo nella sfera del ritardo dell’acquisizione di alcune abilità e che per questo può essere utile stimolare il bambino con la psicomotricità ma non è necessario al momento parlare di sostegno visto che non c’è un disturbo strutturato. Ha detto che il fatto che il linguaggio stia evolvendo spontaneamente e che nelle autonomie siamo “in regola” è un buon segno però non possiamo esserne certi. Quello che lei ha riscontrato è una difficoltà nell’interagire con i pari ( lui vorrebbe ma poi sembra non saper come fare). È un bambino molto pacifico e timido, spesso se spronato va a corsa verso gli altri bimbi ma poi arriva lì e si blocca e torna a giocare da solo. La dottoressa dice che questa cosa va capita, lei non crede nelle diagnosi di spettri fortunatamente ma dice che vuole vedere come funziona cognitivamente il bambino. Lei cosa ne pensa? Potrebbe trattarsi di un ritardo cognitivo? Io in realtà non ho mai avuto questo dubbio visto che il bambino capisce tutto, la dottoressa dice invece che è poco creativo nel gioco spontaneo e ha bisogno di essere guidato.

Eviterei di farlo sottoporre a test, di qualsiasi tipo. Un bravo psicologo, o npi, non ne ha bisogno per conoscere un bambino. Servono solo per provvedimenti burocratici.
Le consiglierei di leggere il bel libro sui bambini fino a tre anni, indicato nella colonna a destra, di orientamento montessoriano. Fino a tre anni ed oltre i bambini imparano 'assorbendo' quello che c'è nell'ambiente circostante. Bisogna lasciarli liberi di esplorare e sperimentare, ovviamente in sicurezza e con limiti e regole necessarie. Gli interventi degli adulti spesso sono di ostacolo ai bambini. Possiamo fare poco per 'spingere' il loro sviluppo, come con le piante e gli alberi: dobbiamo più che altro proteggerli da interferenze e ostacoli che per lo più vengono dall'esterno.

Salve Dottore, sono di nuovo a scriverle per aggiornarla sull’andamento del mio bambino (3 anni e mezzo). Nel complesso continua a crescere positivamente, è un bambino sereno, curioso e comincia a interagire bene con i suoi pari ( sembra riuscire bene se è nel rapporto uno a uno, nel gruppo fa un po’ più fatica). Il linguaggio è in fase di esplosione, fa frasi strutturate correttamente e pronuncia bene quasi tutto (sembra impossibile se penso che a Giugno diceva pochissimo). Gioca in modo creativo e vario, racconta piccole storie da lui inventate mentre gioca, disegna bene e spiega cosa sta disegnando. La situazione a scuola è stata gestita nel senso che abbiamo parlato direttamente con le maestre spiegando che il bambino non ha patologie ma semplicemente ha bisogno di più tempo per ambientarsi, tuttavia siccome le maestre sembravano molto dubbiose la npi che ci segue su nostra richiesta le ha chiamate spiegando appunto la situazione. In seguito alla sua telefonata le maestre si sono molto rasserenate e ora sembrano non esserci problemi (sembra che a noi genitori non credessero mentre alla dottoressa si!). La dottoressa ci ha molto rassicurati dicendoci che il bambino non presenta nulla di particolare ma che semplicemente essendo partito un po’ in ritardo mostra ancora alcune immaturità che sta comunque recuperando, per questo lei consiglia un monitoraggio dello sviluppo con l’aggiunta della psicomotricita se noi siamo d’accodo. Attualmente il bambino sta facendo un po’ di psicomotricità di gruppo, va volentieri perché sono tre bambini che interagiscono bene tra loro, tuttavia a fine di questo ciclo probabilmente la interromperemo poiché ci sembra che gli serva a ben poco. Noi lo vediamo cresciuto e molto secondo noi ha fatto appunto la crescita, ha ancora alcuni vizi come il dondolarsi o il mugolare quando è stanco o molto eccitato ma ormai ci sembrano parte di lui, come delle sue piccole abitudini che speriamo perderà col tempo. L’ostacolo maggiore ora come ora è rappresentato dalle maestre e dall’asilo che purtroppo nella realtà di oggi non è affatto a misura di bambino. Le classi sono numerosissime e le insegnanti pensano più a testare che a far integrare i bambini, noi abbiamo cercato di gestire la situazione al meglio ma sono davvero dinamiche spiacevoli quelle che si creano. Mi faceva piacere aggiornarla Dottore perché lei è stato un punto fermo nei nostri pensieri e mi fido del suo parere. Un caro saluto

Bene, lo sviluppo prosegue e anche il linguaggio sta fiorendo, una sbocciatura solo un po' tardiva, come succede a tante piante, e come si pensava dall'inizio.
Mi complimento con voi per essere riusciti a tenere salda la barca nonostante le ondate qua e là... Meno male che avete trovato una dottoressa con gli occhi aperti e non fasciati dalla pubblicità dell'autismo, come le maestre, temo.
Vista l'evoluzione non vedo indicazioni a fare alcun tipo di intervento. Stare con piccoli gruppi di bambini mi sembra un'esperienza molto utile, ma non è detto che si possa fare solo in ambienti sanitari...

Infatti crediamo che possa fare esperienze positive con i bambini anche semplicemente frequentando fuori da scuola i bimbi con cui si trova meglio (purtroppo non abbiamo fratelli o cugini). Anche la dottoressa che ci segue è molto preoccupata per la situazione attuale della neuropsichiatria infantile e per la piega presa dalla società nei confronti dei bambini con difficoltà, io forse ho avuto qualche risorsa in più come genitore perché sono una psicoterapeuta psicodinamica e ho trovato dei medici illuminati tra cui lei. Purtroppo per tante famiglie non è così, io la seguo nella sua battaglia con molta convinzione e speranza.

Bene, vediamo come procedono le cose.

Salve Dottore, le scrivo dopo alcuni mesi dall’ultimo consulto perché abbiamo fatto un incontro (io ed il bimbo) con la npi che lo segue da un anno circa. Questo incontro era per vedere come procedeva lo sviluppo e fare il punto della situazione: il bimbo farà quattro anni tra due mesi, il linguaggio è sbocciato, si esprime bene con frasi corrette nella struttura e pronuncia, racconta molto e condivide i suoi pensieri i modo coerente e contestuale. I ritmi del sonno e le abitudini sono rimaste equilibrate nonostante il lockdown ( ci siamo molto impegnati per fargli fare tante cose che lo stimolassero e lui ha reagito bene), nei confronti dei bimbi si è finalmente aperto, adesso gioca con tutti i bambini anche sconosciuti incontrati al parco e lo fa in modo naturale e gioioso. A noi nostro figlio sembra crescere bene e essersi aperto. L’unico tasto dolente rimasto sono alcuni comportamenti un po’ stereotipati che continua a avere (le corsette su e giù e il mugolare rigirando un giochino tra le mani). Adesso avrei bisogno del suo parere: ho osservato molto il bimbo e cercato di immedesimarmi per capirlo, gli ho anche chiesto perché gioca così, lui mi risponde che sta facendo finta di essere una macchinina quando corre (infatti a volte lo dice mentre lo fa altre no), lo stesso per il mugolio (a volte passa dal parlare mentre gioca al mugolare). Questi comportamenti non sono sempre presenti ma anzi si sono ridotti rispetto al passato, però non sembrano dipendere dal contesto, nel senso che può farlo quando è molto felice o quando è stanco o annoiato insomma in situazioni varie. La npi dice che questi comportamenti non dovrebbero esserci e per questo farebbe fare psicomotricità. Io sinceramente non ne vedo la necessità, il bimbo capisce tutto, è sempre in contatto con quello che succede e non è isolato ma anzi adesso è proprio sbocciato. Queste stereotipie a me sembrano un vecchio vizio, come un’abitudine che lui fatica a perdere ma non ci vedo niente di patologico o allarmante. Capisco che al di fuori possano sembrare strane o insolite, ma io so che lui sta giocando o si sta rilassando. Non capisco questo voler eliminare un aspetto solo perché non comprensibile agli altri. Mi corregga se sbaglio, la prego. Io e mio marito vorremmo chiudere il percorso con la npi e compagnia bella perché adesso il bimbo si rende conto, non vorremmo fargli arrivare il messaggio che c’è qualcosa di sbagliato in lui. Inoltre la npi che ci dice che queste stereotipie vanno perse non ci dice però come fare ne perché ci sono, così ci lascia nel limbo di quelli che non si sa se hanno un disturbo oppure no. Fosse solo per noi chiuderemmo questo capitolo e vorremmo solo goderci il nostro bimbo che sta fiorendo, quello che ci frena è la scuola (perché le maestre a suo tempo notarono questi comportamenti). Mi chiedo perché in un bambino che sta crescendo si debba mettere una lente su un Singolo aspetto Immaturo mentre non si guarda nel complesso dove acquista significato il tutto.

Mi pare che avete ragione di essere sconcertati da quello che vi dicono. Mi sembra che l'evoluzione del bimbo sia molto positiva e che il suo sviluppo sia sicuro su tutti i piani. Restano quelle 'stereotipie motorie', che ormai non sono più un sintomo associato obbligatoriamente all'autismo, per quel che può voler dire, ma un comportamento presente in vari bambini, il cui significato non è conosciuto attualmente con sicurezza e su cui oggi c'è maggior attenzione. Ci sono alcune pagine e un forum su questo sito che ne parlano. (colonne qui a fianco, da ambo i lati). Direi che le vostre considerazioni mi sembrano condivisibili e che è importante l'attenzione su tutto il bambino , globalmente, e non su singole manifestazioni. Che poi sono disturbanti per l'ambiente, non per il bambino in sè, se non come riflesso della reazioni ambientali.
Meglio comunque stare attenti perchè anche qui si sta inventando un nuovo 'disturbo', con i suoi sottogruppi, le sue 'comorbidità', e fra un po' probabilmente comparirà qualche teoria più o meno basata sull'evidenza e le solite indicazioni passe-partout di psicomotricità o terapia comportamentista di estinzione...
Meglio seguire l'evoluzione globale del bambino. Mi sembra utile parlarne con lui, come avete fatto, come di un comportamento che forse dà fastidio a certe persone, senza patologizzarlo ma anche senza tabù. Come il chiasso e la confusione, che non sono generalmente ben accetti ed è bene saperlo. Può essere interessante vedere come può reagire a un approccio simile. Anche gli altri approcci usati sono 'sperimentali'....

Si ho letto con piacere i suoi articoli e anche il suo libro, la seguo e appoggio anche professionalmente perché sono anche io del settore. Quello che noto quotidianamente è che queste stereotipie sono legate alle emozioni, sia positive che negative, come se il bambino si regolasse scaricando nel corpo una tensione interna. Mi chiedo se questo sia causato da errori commessi da noi genitori, se in qualche modo potremmo aiutarlo in questo. Seguirò sicuramente il suo suggerimento dato sopra! L’unica causa che secondo me può essere all’origine di un possibile stress che il bimbo può aver percepito indirettamente è stato durante la gravidanza ( contrassi la toxoplasmosi poco prima di sapere di essere incinta e questo mi ha fatto vivere con ansia la gravidanza e poi i primi mesi di vita di mio figlio in cui venivano fatti accertamenti da follow up, alla fine non aveva niente ma siamo stati con la paura per dei mesi) mi sembra, psicologicamente parlando, che la stessa cosa continui spostata su altri piani, come se in questo bimbo si fosse sempre alla ricerca della malattia. Scusi l’interpretazione semmai fuori luogo, ma è lo sfogo di una mamma che si sente in colpa per una situazione che vorrebbe gestire al meglio.

Diciamo che umanamente è impossibile non fare errori, ma per fortuna se non sono perseverati 'diabolicamente', come dice l'adagio, si va avanti lo stesso, e i bambini imparano a sopportare anche gli errori dei genitori. Ma ovviamente entro certi limiti. Analogamente per il gestire al 'meglio', che, per un altro adagio, è 'nemico del bene'... La sapienza popolare a volte aiuta e il buon senso è spesso l'unica bussola che ci rimane.

Buongiorno Dottore, le scrivo per avere il suo parere rispetto all’evoluzione di nostro figlio. Attualmente ha 4 anni e due mesi e frequenta il secondo anno di materna. Da Luglio abbiamo concluso il percorso con la neuropsichiatria della usl anche perché secondo la npi il bambino è molto migliorato quindi abbiamo deciso di fare un monitoraggio a distanza per tenerla aggiornata ma senza terapie. Io e mio marito eravamo molto contenti, abbiamo passato bene i mesi estivi e anche il bambino è stato bene e sereno (unico residuo del passato un po’ di stereotipie ma veramente poche).
Il problema nasce con la ripresa della scuola: lui va mal volentieri chiamando la scuola “asilaccio” dice che piange tutto il tempo e che i bambini gli strappano i giochi di mano. Anche la maestra mi ha fatto presente che il bambino si dispera facilmente e che cerca la mamma frequentemente, quindi ho proposto di farlo frequentare solo al mattino per adesso per aspettare che si abitui alla nuova routine e alle regole. A casa è molto più piagnucoloso e grida per ogni cosa, inoltre le stereotipie sono aumentate. Può immaginare il nostro sconforto, a breve vorremmo chiedere un colloquio con le maestre per capire cosa succede in classe, possibile che il bambino si trovi male? Sembra quasi essere regredito con l’inizio della scuola ma pensiamo che sia invece opportuno che ne faccia esperienza proprio per socializzare e accettare le regole. Lei crede che sia opportuno cambiare scuola?

Mi sembra che state affrontando la situazione in maniera adeguata. Per molti bambini il rientro a scuola nella situazione attuale di grave stress anche delle istituzioni e degli insegnanti si è rivelato difficile e stressante. Mi sembra sia da sapere appunto meglio come vanno le cose in classe e da vedere come evolve la situazione. Tenetemi aggiornato.

Buonasera Dottore, le scrivo in seguito al colloquio avuto con le maestre della scuola materna. È passata qualche settimana dall’ultimo aggiornamento che le avevo riportato e le cose sembrano essersi riassestate: il nostro bambino si è abituato al contesto scolastico e adesso non va più in crisi, infatti da una settimana sta facendo orario completo. Anche le maestre ci hanno confermato che passati i due mesi iniziali di ripresa in cui ha fatto fatica a abituarsi alle regole ( stare seduto, fare attività didattiche) adesso riesce a tollerare questi limiti e partecipa senza opporsi. Ci hanno detto che il bambino è molto affettuoso sia con loro che con i compagni, che è generoso e sensibile nei confronti degli altri. I punti su cui lavorare sono a loro parere l’aumentare i tempi di concentrazione e aiutarlo a comportarsi più da grande quindi renderlo più autonomo. Per le stereotipie motorie ci hanno detto che le ha nei momenti di noia ma se richiamato le interrompe senza drammi. Siamo molto più sereni perché nel complesso ci hanno descritto un bambino che riesce a stare in classe e a starci positivamente, certo ci sono delle aree su cui lavorare ma questo credo che sia vero per ogni bambino. Noi cercheremo di stimolarlo e farlo appassionare anche a quelle attività che magari possono essergli più difficili ma siamo comunque molto più sereni forse finalmente potremo tornare a goderci il nostro bambino senza troppi spettri che ci perseguitano. Mi faceva piacere tenerla aggiornata, un caro saluto

Sono lieto che la situazione si sia molto rasserenata.
Non mi piace l'espressione usata da molti insegnanti ed educatori " lavorare su" certi aspetti di un bambino. Dà l'idea che sia una cosa passiva da plasmare. Tutto il contrario di quello che è un bambino, come ha 'scoperto' piu di cent'anni fa la Montessori, cioè che i bambini per lo più devono essere liberati dalle interferenze disturbanti degli adulti, per seguire la loro spinta evolutiva. Come 'lavorare su' una pianta: al massimo la può deformare e rendere ridicola come si vede in certi giardini. Meglio lasciarla crescere cercando di non ostacolarla e di liberarla da ostacoli e impedimenti.
L'autonomia si conquista nella pratica, se gli è lasciato lo spazio necessario per essere autonomo, limitando quindi gli interventi "di aiuto" e di '(iper)protezione' degli adulti. Quanto alla concentrazione di solito dipende dall'interesse, bisogna anche qui liberare le possibilità di iniziativa e liberarla dagli ostacoli che la disturbano.
Nei limiti di realtà e buon senso, ovviamente.

Grazie delle sue osservazioni, sono pienamente d’accordo con lei. Per quanto riguarda le autonomie in realtà a noi sembra in linea con l’età comunque cercheremo di intervenire il meno possibile e lasciarlo libero di fare a modo suo. Per gli aspetti sui quali le maestre consigliano di lavorare la penso come lei, purtroppo però il contesto scolastico vorrebbe dei bambini già istruiti e educati dalla tenera età. Per me è normale che il bambino tenga l’attenzione su ciò che più lo interessa, che preferisca giocare e muoversi all’aperto anziché stare seduto a fare i “lavoretti”, ma le maestre dicono che deve tollerare la frustrazione di non poter solo giocare e fare ciò che gli piace perché poi alle elementari non sarà possibile. La mia risposta è stata che manca ancora molto tempo alle elementari e che sono certa che se rispettiamo i suoi tempi arriverà a fare tutto naturalmente. Non so quanto sia stata capita dalle insegnanti ma sono molto contenta che lei sia del mio stesso avviso!

Sì, credo che l'impostazione delle scuole materne e relative insegnanti sia molto peggiorata. Qualche pedagogista (Daniele Novara) sta criticando da tempo questa evoluzione. Non sarà facile nè rapido che venga modificata, temo, data l'ondata neopositivista che ha travolto sia la scuola che la psicologia e la psichiatria dell'infanzia, con la pretesa 'scientificità' di queste posizioni che attribuiscono ogni problematica a 'disturbi' dei bambini e non al contesto ambientale, forse per scarico delle responsabilità.

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